Notizia »

Prelati monferrini di Aldo Timossi (51)

Giuseppe Rossino, arcivescovo di Tessalonica -Nato a Robella di Trino nel 1880

Sfogliando una robusta biografia di monsignor Umberto Rossi, casorzese, vescovo di Asti (V. Monferrato 11-2-2025) si legge che nel periodo fra le due grandi guerre, “cinque vescovi furono scelti tra il clero di Casale”, tra questi “Giuseppe Rossino, arcivescovo di Tessalonica”.

Possibile che sin qui non sia mai apparso nel non facile reperimento di prelati originari della diocesi evasiana? Il primo passo, la ricerca sull’enciclopedica memoria web di “ Catholic Hierarchy”, offre un risultato che pare escludere il riferimento casalese: “Nato a Robella di Trino, arcidiocesi di Vercelli”. Anche la breve biografia (in tedesco) su Wikipedia, conferma: “nato il 15 gennaio 1880 in Robella di Trino”.

E che trinese sia lo conferma il carissimo cugino Paolo Migliavacca, già sindaco di Morano Po, che in “missione” nel piccolo cimitero di Robella, per verificare se là può essere finita l’introvabile sepoltura del vescovo Maria Mossi – già in quel di Torrione di Costanzana - trova invece un’elegante edicola funeraria con la scritta “S. E. monsignor G. Rossino arcivescovo”.

Per rispondere al dubbio se l’autore della biografia di Rossi abbia preso un abbaglio, occorre andare oltre sul web, di sito in sito, come in una singolare caccia al tesoro storica. E la risposta arriva. Non da qualche tomo di storia della Chiesa, ma dalle cronache locali del periodico vercellese “L’Eusebiano”, che il 2 aprile 1931 da notizia della nomina vescovile di Rossino, e aggiunge che “trasferitosi col padre a Casale compiva in quel Seminario i suoi studi, e a Roma si laureava in Sacra Teologia. Ordinato sacerdote fu dapprima segretario di S. E. Mons. Paolo Maria Barone”, vescovo di Casale dal 1892 al 1903. La conferma indiretta dell’incardinamento casalese del futuro arcivescovo.

Giuseppe Rossino nasce dunque nel 1880 nella piccola frazione trinese, quasi in bilico sul rialzo della “costa” fra Trino e Balzola, all’ombra delle robuste mura della villa-palazzo dei marchesi Mossi. Dopo la scuola elementare, frequenta i primi corsi del ginnasio nel seminario minore del Trompone di Moncrivello. Mancata la mamma, si trasferisce con il padre Luigi a Casale, conclude gli studi nel seminario maggiore, quindi a Roma si laurea in teologia. E’ ordinato presbitero il 20 luglio 1902, e per alcuni mesi collabora con il vescovo Barone.

Alla morte del presule, si trasferisce a Roma, tramite concorso entra a far parte della “Congregazione concistoriale”, prestigioso dicastero della Santa Sede - oggi “Congregazione per i Vescovi” – competente in materia di elezione dei vescovi, erezione delle diocesi e dei capitoli dei canonici, vigilanza sul governo delle diocesi, regime, disciplina, amministrazione e studi dei Seminari. All’epoca direttamente presieduto dal Pontefice.

Quando nel 1915 dalla Concistoriale si stacca la costola della “Congregazione per i seminari e le Università degli Studi”, il prefetto del nuovo organismo, cardinale Gaetano Bisleti, chiama Rossino al proprio fianco, “avendone apprezzato il non comune ingegno e avendolo sempre carissimo pel magnifico impulso che seppe dare alla nuova Congregazione”.

Il 28 marzo 1931, la nomina da Papa Pio XI come arcivescovo titolare di Tessalonica (Salonicco). Il 19 aprile, nella chiesa di San Carlo al Corso, la consacrazione dalle mani del cardinale Raffaele Carlo Rossi, di Giacomo Montanelli, arcivescovo di Vercelli, e del monferrino (Lu Monferrato) Evasio Colli, vescovo di Acireale. Le cronache dicono di una chiesa stracolma, folta la presenza di sacerdoti e laici da Trino, Vercelli, Casale. Finite la cerimonia religiosa e la parentesi conviviale, monsignor Rossino, accompagnato dal suo “buon padre, dai due parroci di Trino e della Robella, e dai Rev. Rettori dei Seminari Regionali, è in udienza dal Pontefice che gli fa dono d’una splendida croce pettorale”.

Non c’è notizia di visite del neo-vescovo alla sede di cui è titolare e nella quale non ha quindi obblighi residenziali, ma pur restando incardinato nella Curia vaticana avrà modo di essere vicino alla Chiesa orientale, come testimonia un’iscrizione nella chiesa romana di Santa Maria dei Goti: nel novembre 1933 presiede la solenne processione in onore dei “martiri greci” - i santi Ippolito, Paolina, Adria, Neone, Maria - vittime della persecuzione di Valeriano nel 256 dopo Cristo, sepolti sotto l’altare marmoreo dei Barberini. Frequenti invece le ispezioni, nella delicata missione di visitatore apostolico, ai seminari italiani. E’ attento e severo; nella relazione della trasferta a Gorizia definisce, ad esempio, come “indisciplina” le libertà usali in quell’istituto, come acquistare giornali, fumare, spedire corrispondenza senza controlli.

Il 9 marzo 1946 viene nominato da Papa Pio XII segretario della “Congregazione per i Seminari e le Università degli studi” - oggi “Dicastero per la Cultura e l’Educazione” - di cui è prefetto il cardinale Giuseppe Pizzardo. In tale veste è attivo promotore della nuova “Federazione Nazionale degli Istituti d’Istruzione e di Educazione dipendenti dall’Autorità Ecclesiastica”. Una lettera-circolare del 5 dicembre 1945 alle scuole cattoliche, firmata ancora quale facente funzioni, sottolinea gli scopi della FIDAE, che in questo 2025 celebra dunque gli 80 anni dalla fondazione: a) tutela degli interessi degli Istituti federati, in sostanza libera scuola; b) promozione, incremento e miglioramento delle scuole cattoliche, in armonia alle direttive della superiore autorità ecclesiastica; c) contribuire all’affermazione dei diritti della scuola secondo l’ispirazione cattolica, “chi è affascinato dall’esperienza dell’incontro con l’evangelo di Gesù di Nazareth, con la sua singolarissima modalità di svelare l’uomo a se stesso, ha il diritto (e il dovere) di educare, nella piena coscienza che il Vangelo stesso ha una destinazione cattolica, universale”.

L’ultimo incarico del vescovo Rossino è del 1948, quando il Papa lo designa nel comitato per l’Anno Santo 1950. Avrà appena il tempo di celebrare l’inizio di quel “Iubilaeum maximum”, a Natale del 1949: conclude il percorso terreno all’alba del 31 dicembre.

Esequie a Robella il 4 gennaio 1950. Scrive L’Eusebiano: “Rossino non aveva mai dimenticato il suo paese ed anche dalla lontana Roma tornava di tanto in tanto a vedere le terre della sua fanciullezza. Volle tornarci ancora per riposare tra i morti del piccolo cimitero di campagna. Preferì l’umiltà ed il silenzio dei campi, il semplice riposo tra i cipressi del suo borgo”.

aldo timossi -51-continua

FOTO. La tomba a Robella di Trino