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“Moncalvo e il suo castello”

Sabato 19 e domenica 20 maggio, con orario dalle 15 alle 18

A Moncalvo organizzano la mostra fotografica “Moncalvo e il suo castello” sabato 19 e domenica 20 maggio, con orario dalle 15 alle 18, presso i camminamenti del castello. Con ingresso gratuito sarà possibile apprezzare immagini e fotografie d’epoca recuperate da collezioni private e riprodotte su tela. Saranno una cinquantina le soluzioni proposte tra cartoline d’epoca, documenti e immagini risalenti tra il ‘600 e la prima metà del secolo scorso. Tra queste si potranno ritrovare un’incisione della piazza di Moncalvo (documento del XVII secolo), una cartina del ‘700 e alcune incisioni dell’ ‘800. Dalle cartoline storiche si potranno invece apprezzare le architetture e la conformazione urbana della cittadina aleramica di inizio ‘900; in particolare la parrocchiale di San Francesco prima delle modifiche strutturali avvenute nel 1932. In esposizione anche la riproduzione del dipinto dedicato a Sant’Antonino Martire con il castello di Moncalvo alle spalle, prodotto da Orsola Caccia. Tale proposta va ad inserirsi nella mostra sia perché riproduce l’allora immagine del castello di Moncalvo, sia per la presenza del Santo Patrono di cui, proprio il 19 e 20 maggio, verrà celebrata la ricorrenza. All’ingresso si potranno infine apprendere alcune informazioni storiche del castello estrapolate in sintesi dalla tesi di laurea dell’assessore comunale Andrea Monti. Questi alcuni accenni: il primo documento che segnala l’esistenza del castello di Moncalvo è una donazione a favore dell’abbazia di Lucedio risalente al 1133, dalla quale si evince che un certo Ottone di Moncalvo era in possesso del locale castello. Ulteriori conferme giungono dall’invio nel 1183, da parte dei monaci di Lucedio, di un frate “al monferrino principe Bonifacio … che trovavasi nel castello di Moncalvo”.  Tuttavia l’edificio a cui fa riferimento tale donazione non è il castello giunto sino ai giorni nostri dal momento in cui la primitiva curtis con l’annesso castellaccium sorgevano con buona probabilità nei pressi della Chiesa della Pieve, in frazione Gessi, abitato che fu abbandonato nel basso medioevo in favore di un nuovo e vicino insediamento, che costituisce ancora oggi il centro della città di Moncalvo. Il successivo luogo difensivo della città di Moncalvo fu il reclusum, il ricetto: per i moncalvesi l’Arciuss, il rinchiuso. La costruzione dell’attuale castello di Moncalvo sarebbe infatti da collocarsi nei primi anni dei XIV secolo; incerte le origini, due diverse le tesi. Il Bordone e il Bo attribuiscono a Manfredo IV di Saluzzo l’opera di fortificazione del castello di Moncalvo nel triennio che va dal 1305 al 1307, epoca nella quale il sopra citato governatore del Monferrato fece “ricostruire il castello e cingere l’abitato di una nuova cinta fortificata che sbarrò l’assalto mosso nel 1305 dai guelfi astigiani”. Tale tesi trova conferme da quanto scrive nell’ottocento Vincenzo De Conti che fa riferimento ad un atto redatto nel castello di Moncalvo il 16 giugno 1305.  Il Professor Enrico Lusso ritiene invece che l’edificio sia stato “fondato con ogni verosimiglianza da Teodoro I Paleologo all’indomani del suo arrivo in Monferrato, e comunque prima del 1323, anno in cui gli spazi del dismesso castrum vetus già risultavano impegnati dalle strutture del convento di San Francesco”. Da notare il fatto che secondo il Lusso il dismesso castrum vetus era da collocarsi nei pressi del colle Belvedere e non in località Gessi. Tale tesi implicherebbe che non si sia semplicemente trattato di un’opera di ristrutturazione bensì di una ricostruzione ex fondamenti in relazione al rinnovamento dello spazio urbano che vide sorgere la cosiddetta villa nova in contrapposizione alla già citata villa vetus Montiscalvi.  

Negli ultimi decenni del XIV secolo e nella prima metà del XV secolo il castello assunse principalmente una funzione di tipo residenziale, una delle principali sedi dei Marchesi del Monferrato e residenza dell’imperatore Sigismondo di Lussemburgo. Verso la metà del ‘500 la struttura castellana mutò la sua funzione abitativa assumendo funzioni prettamente difensive. In quel periodo l’assetto del castello appariva come “un complesso concentrico: al centro era il maschio tardo-trecentesco aperto su una corte interna … intorno si articolava un muro continuo protetto all’esterno da una profonda fossa, il quale, recuperando il dislivello del terreno, definiva internamente un ampio sistema di spalti”.

Con il passaggio della città di Moncalvo sotto il dominio dei Savoia il castello non ricoprì più alcuna importanza dal punto di vista strategico – difensivo e si incominciò a parlare della distruzione dei suoi resti. Nell’Ottocento l’antico castello cadde a poco a poco in rovina e Napoleone, nel 1812, lo concesse in parziale enfiteusi al Comune. Carlo Alberto nel 1831 confermerà il decreto a condizione che il castello venga convertito “in un palazzo civico capace di contenere gli archivi, gli uffici del Comune e del Mandamento ed altri stabilimenti pubblici”. Interessante la perizia del 1° agosto 1842  del Comune per la formazione, all’interno del castello, “di due locali per servizio di due macelli nel camerone che precedentemente si servava per macellare, formazione di una stalla per ricovero dei vitelli e fienili superiormente”.  Il Consiglio comunale di Moncalvo, nella seduta dell’8 giugno 1858, deliberò l’acquisizione del castello al costo di lire 4000. Nel 1878 il Comune decise di demolire gran parte dei resti del castello. Questo e molto altro durante i giorni di apertura. L’iniziativa è del Comune in collaborazione con l’Associazione Culturale Guglielmo e Orsola Caccia, della parrocchiale di Sant’Antonio e della proloco.

La mostra è curata dall’assessore comunale Monti. Info 320-0989626.  

Chiara Cane