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Disputa sul Santissimo Sacramento

Concluso dai Nicola il restauro della preziosa tela della donazione Falaguerra - Visibile in Seminario

 

Viene dato per concluso il restauro sulla pregevole e tuttora alquanto misteriosa tavola raffigurante la Disputa sul Santissimo Sacramento restaurata a cura del laboratorio Nicola Restauri di Aramengo.

Proveniente dalla collezione del sacerdote diocesano don Cesare Falaguerra, scomparso nel 2005, al momento è ancora tutto da studiare  il contesto (inizio 1500?) per il quale fu realizzato e la bottega che lo dipinse sebbene sia per qualità artistica che per rarità del soggetto rappresenti un’opera di grande pregio e interesse che per il momento verrà conservato presso il palazzo del Seminario e visibile in occasione delle annuali aperture straordinarie.

Collocata in un interno caratterizzato da imponenti colonne, la scena raffigura, posti attorno ad un ostensorio raggiato collocato su una mensa, alcuni dei personaggi solitamente rappresentati nelle opere dello stesso soggetto e, nello specifico i quattro padri della chiesa (San Girolamo e San Gregorio Magno sulla sinistra; Sant’Agostino e Sant’Ambrogio sulla destra) e tre santi domenicani uno dei quali potrebbe essere san Tommaso D’Aquino, dottore della Chiesa convinto sostenitore della “transustanziazione”, ovvero della conversione, durante l’eucarestia, del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo.

Meno consueta è, invece, la presenza di San Rocco (posto sulla sinistra, in primo piano accanto al cane) e forse riconducibile all’originaria destinazione dell’opera, ad oggi sconosciuta. La tavola giunse nel laboratorio Nicola Restauri negli anni ’70 in precarie condizioni di conservazione. L’intervento ha presentato non poche difficoltà a causa dei gravi sollevamenti della pellicola pittorica, dei danni riportati dal tavolato ligneo, dei numerosi rifacimenti e integrazioni eseguiti in antico e dello spesso strato di sporco su tutta la superficie.

Dopo la realizzazione del primo lotto che ha portato al restauro del supporto e alla messa in sicurezza della pellicola pittorica, il secondo lotto appena concluso, si è concentrato sulla pulitura e sulla rimozione delle vernici virate e delle reintegrazioni pittoriche a cui sono seguite le operazioni di stuccature e di integrazione delle lacune ad acquerello effettuate in constante dialogo e confronto con l’Ufficio Beni Culturali diocesano e con le funzionarie della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo.

L’imponente lavoro di restauro ha previsto un costo complessivo di 29.128 € e ha goduto dei finanziamenti di Fondazione CRT (14.000€), Fondazione Cr Alessandria (8.000€) e Ministero della Cultura attraverso il contributo conto capitale (2.8000€).

A nostra richiesta il commento di Anna Rosa Nicola: "Ci siamo trovati di fronte a una tavola instabile ma di pregio, oggi rinata grazie al restauri, attribuibile, a mio avviso, dal punto di vista materico, al primo Cinquecento. Il lungo lavoro è avvenuto sotto il controllo della Soprintendenza, in particolare di Liliana Rey Varela e Paola Traversone''.

 

FOTO. Ultimo sopralluogo ad Aramengo di fronte al quadro, tra i presenti Raffalla Rolfo direttore dei beni culturali diocesani e Anna Rosa Nicola direttore del laboratorio di Aramengo.