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Ferrarotti in Monferrato

Gli incontri con Pavese

Franco Ferrarotti, considerato il padre della sociologia italiana e suo decano, è morto ieri all'età di 98 anni  a Roma. Era nato a Palazzolo Vercellese il 7 aprile 1926. Fu, tra l'altro, deputato indipendente nel Parlamento durante la terza legislatura (1959-63), in rappresentanza del Movimento di Comunità fondato da Olivetti, di cui prese il posto dopo le sue dimissioni dalla Camera. 

-Sergio Favretto, avvocato e storico casalese, ci invia una testimonianza tratta dal suo  Resistenza e nuova coscienza civile, edito nel 2009 da Falsopiano, pag. 371.

Titolo. Capire i fenomeni, trarre la loro contemporaneità e la significanza sociale, è invece leggere la storia).

'A marzo 2009, in un breve colloquio telefonico, il sociologo Franco Ferrarotti (nato a Palazzolo Vercellese), di fronte ad una fotografia che lo ritrae fra ex partigiani e militanti (probabilmente in Monferrato, ndr) appena dopo la Liberazione, mi disse:

Ricordo con piacere quel periodo. Ci sentivamo tutti coinvolti in un processo di grande cambiamento; c’erano molte idee, volontà, entusiasmo. Vi era un respiro sociale comune a tutta la sinistra e condiviso da ogni cittadino. Ricordo gli interventi pubblici, in piazza e nei circoli popolari; ricordo i rioni operai del Ronzone, di Casale Popolo. Ricordo gli incontri con Pavese, le passeggiate che a piedi facemmo fino a Serralunga di Crea. Fu proprio Pavese a farmi conoscere alcuni testi della sociologia americana che poi tradussi e diffusi in Europa. Pavese non fu solo scrittore, letterato, fu anche sociologo ed antropologo. Conosceva bene l’uomo e le dinamiche sociali. Nel Monferrato, in quegli anni, conobbi ed imparai a far coincidere lo studio ed il lavoro, la fatica ed il confronto culturale.”

L’esplicito ancoraggio di Ferrarotti al Monferrato conferma, ci scrive giovedì Favretto, il messaggio già colto in molte testimonianze e nei documenti analizzati: la Resistenza non fu solo scontro fra confliggenti, ma grande opportunità di riscatto sociale per la gente comune che il fascismo aveva, invece, annichilito.  

Da aggiungere una citazione: un bellarticolo a firma Roberto Coaloa su Il Monferrato del 26 giugno 2001 (si trova in rete) in cui Ferrarotti narra di due incontri con Cesare Pavese a Ozzano e a Coniolo per arrivare da qui a Crea (‘’un pellegrinaggio laico). 

"Le sue antiche origini trinesi, da lui sempre ricordate, lo legano a terre a me care - così Alberto Deambrogio, segretario piemontese del PRC-SE, in una sua testimonianza -Un intellettuale di caratura internazionale, tra i fondatori della sociologia in Italia, che ha saputo sino all' ultimo essere pienamente attivo, curioso; uno scrittore inesausto, che ha attraversato un secolo con piglio di protagonista...."

"È stato anche un militante della sinistra. Conservo ancora un dattiloscritto di un suo intervento fatto al teatro di Casale Monferrato – continua Deambrogio – Aveva idee e passione, apertura verso i giovani e capacità unica di sondare criticamente ogni ambito della societFu l'ultimo a cui Cesare Pavese telefonò prima del tragico gesto all'hotel Roma di Torino.... Questo Paese, così disgraziato e zeppo di figure inqualificabili anche nell'accademia – conclude Deambrogio – gli deve molto. Spero che vi sia qualcuno/a che sia in grado di rendere il giusto omaggio a lui e al suo monumentale lascito...."

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Foto dal libro di Favretto

ULTIME. L’ultimo saluto a Franco Ferrarotti, padre della sociologia italiana  si terrà all’Università “La Sapienza” di Roma, di cui era professore emerito venerdì 15 novembre, alle ore 14, nell’Aula Falcone e Borsellino della Facoltà di Giurisprudenza. Lo annuncia tramite l’Adkronos il genero Lorenzo Battino. Al funerale laico parteciperanno i suoi ex allievi e colleghi universitari oltre agli amici e ai parenti. Il decano della sociologia lascia i figli Laura, Marisa, Pietro e Roberto.