Notizia »
Conzano: il genetliaco di Vidua

Il sindaco vestito da gran signore dell’Ottocento - 240 candele...
C’erano duecentoquaranta candele a illuminare Villa Vidua, venerdì 28 febbraio, per ricordare il genetliaco del conte di Conzano, Carlo Vidua, nato il 28 febbraio 1785. L’abitazione patrizia di Conzano, frequentata da Carlo bambino, quando fu sorpreso nel giardino con la zappa, mentre cercava di raggiungere gli antipodi, si presentava al tramonto in tutta la sua eleganza. All’ingresso si ammirava un grande vaso con magnifiche rose, un profumo di fiori che conquistava anche le altre sale, illuminate solo dalle candele.
Il sindaco di Conzano, Emanuele Demaria, vestito in maniera impeccabile da gran signore dell’Ottocento, con tanto di tuba e bastone, aspettava gli altri protagonisti della serata: Mauro Galfrè, Daniele Held, Ramona Bruno, Silvio Righini e il sottoscritto, che ha poi raccontato, nelle sale dell’allestimento multimediale dedicato al conte viaggiatore, gli episodi più significativi della vita avventurosa di “Carlino”. Alcune lettere di Carlo, radunate da me per l’occasione, tra cui una inedita con spunti dialettali monferrini, sono state lette da Daniele Held, mentre l’attrice Ramona Bruno, vestita da contessa, interpretava una pagina delle “memorie” della matrigna di Carlo, Enrichetta.
Mauro Galfrè ha inaugurato la festa, declamando una sua composizione in versi, «A Carlo Vidua, il viaggiator cortese», accompagnato dal suono delle campane della Chiesa di Conzano. Mentre recitava «Quel piccolo Carlino che verso l’orizzonte puntava il suo ditino», il din don dan è parso a tutti una risposta dal cielo.
La serata è continuata al piano superiore della villa, dopo il salottino cinese. Il Maestro Silvio Righini ha proposto due brani al violoncello: la «Sarabande» della Quarta Suite in mi bemolle maggiore per violoncello solo, BWV 1010, di Johann Sebastian Bach e il primo dei Dodici Capricci, op. 25, di Carlo Alfredo Piatti. Per l’occasione ha suonato un violoncello del liutaio Peter Westermann di Zurigo. Righini, milanese, dal 2021 vive a Conzano, continuando, però, l’insegnamento nella capitale lombarda nella Scuola Claudio Abbado (ex Scuola Civica). Con i suoi allievi ha inciso le musiche composte da Vidua, ora ascoltabili nella dimora storica. Prima del brindisi al conte, una sorpresa, anzi tante: si sono aperte delle bottiglie di Grignolino della Tenuta Vallone di Conzano, in edizione speciale con tanto di etichetta con il profilo di Vidua, mentre Daniele Held con voce sicura intonava «La canzone della polenta», composta dal conte in un carnevale di due secoli fa. Non solo: veniva servita ai tavoli la polenta, buonissima e calda, in diverse forme e accompagnata da salumi, funghi e formaggi. Straordinario il bagnetto del “Gino”, preparato dalla moglie Dina. Poi i dolci: le chiacchiere o bugie di Carnevale. Tra i brindisi a Carlino, Demaria ringraziava il vicesindaco Sara Demartini e i suoi collaboratori, come Matteo Busto, che con pazienza aveva acceso le 240 candele in onore del Viaggiatore. Serata davvero memorabile!
Roberto Coaloa
Fotografia di Paola Brancato.