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Un Eleuterio Pagliano a Novara
Il quadro La Lettrice alla rassegna "Milano da Romantica a Scapigliata" aperta fino al 12 marzo
C’è anche un po’ di Casale alla nuova bella esposizione MILANO DA ROMANTICA A SCAPIGLIATA al Castello di Novara dal 22 ottobre al 12 marzo, ideata e prodotta da Comune di Novara, Fondazione Castello e Mets Percorsi d’Arte con il patrocinio di Regione Piemonte, Commissione Europea, Provincia di Novara, Comune di Milano, Main Sponsor Banco BPM, intende illustrare, attraverso oltre settanta capolavori eseguiti dai maggiori protagonisti della cultura figurativa ottocentesca attivi a Milano, i mutamenti susseguitesi nel capoluogo lombardo tra gli anni dieci e i primi anni ottanta dell’Ottocento. Decenni turbolenti nei quali Milano ha visto la caduta del Regno napoleonico d’Italia, la costituzione del Regno Lombardo Veneto e la seconda dominazione austriaca, le prime rivolte popolari e le guerre d’indipendenza che nel 1859 avrebbero portato alla liberazione. Alludiamo a “La lettrice” di Eleuterio Pagliano, casalese, ricordando che la Scapigliatura aveva come esponenti monferrini il sansalvatorese Ugo I. Tarchetti e il poeta Federico Aime di Vignale, casa in via Porro (su entrambi abbiamo pubblicato Viaggi d’autore ricordando anche il sardo -figlio di un magistrato- Salvatore Farina che a Casale aveva iniziato le sue composizioni letterarie).Il percorso espositivo, concepito dalla curatrice Elisabetta Chiodini coadiuvata da un Comitato scientifico di cui fanno parte Niccolò D’Agati, Fernando Mazzocca, Sergio Rebora, è articolato in otto sezioni che seguono l’andamento delle sale del Castello Visconteo Sforzesco e ripercorre l’evoluzione della pittura lombarda dal Romanticismo alla Scapigliatura, fenomeno culturale nato a Milano negli anni sessanta dell’Ottocento che coinvolgeva poeti, letterati, musicisti, artisti, uniti da una profonda insofferenza nei confronti delle convenzioni della società e della cultura borghese.Esposte opere, tra gli altri, di Francesco Hayez, Giovanni Migliara, Luigi Premazzi, Luigi Bisi, Giuseppe Canella, Angelo Inganni, Giuseppe Molteni, Giovanni Carnovali detto il Piccio, dei fratelli Domenico e Gerolamo Induno, di Federico Faruffini, Filippo Carcano, Mosè Bianchi, Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni.Un affascinante viaggio nella Milano dell’Ottocento attraverso alcune opere indimenticabili degli artisti più noti e molte altre di grande qualità di artisti considerati minori ma da riscoprire, realizzate in un periodo di vivace transizione, dal Romanticismo alla Scapigliatura, che ha segnato la storia dell’arte milanese e lombarda.INFO.APERTURE: Martedì – domenica 10,00 – 19,00 (la biglietteria chiude alle 18,00).
Aperture straordinarie: lunedì 31 ottobre, martedì 1 novembre, giovedì 8 e lunedì 26 dicembre, domenica 1, venerdì 6 e domenica 22 gennaio
Chiuso: sabato 24, domenica 25 e sabato 31 dicembre. Biglietti, intero 14 euro.
SCHEDE
Originario di Casale Monferrato, dove era nato nel 1826, dopo gli studi compiuti sotto la guida di Giuseppe Sogni all’Accademia di Belle Arti di Brera, Pagliano aveva aderito con entusiasmo all’epopea risorgimentale in qualità di pittore-soldato, a partire dalle “gloriose” Cinque Giornate di Milano fino alla campagna di Lombardia del 1859, come bene attestano una serie di dipinti inerenti a questo filone di storia contemporanea.
Durante gli anni di formazione stringe amicizia con Giuseppe Bertini, con il quale non solo condividerà nella Milano post-unitaria la fama di celebre ritrattista, ma con il quale soggiornerà a Firenze tra il 1856 e il 1857. Il capoluogo toscano consentirà al pittore casalese una visione diretta dei capolavori del Rinascimento italiano, gli offrirà la possibilità di incontrare Domenico Morelli e, per suo tramite, di entrare in contatto con le nuove tendenze veriste. Questa esperienza sarà sintetizzata da Pagliano in capolavori come L’origine della Compagnia della Misericordia in Firenze nel 1475 (1857, Milano, Museo Poldi Pezzoli) e L’incontro di Petrarca e Madonna Laura ad Avignone (oggi disperso), presentato a Brera e alla Promotrice di Torino nel 1858. Il secondo quadro in particolare riprende, nella figura di Laura, molti aspetti comuni anche alla protagonista del nostro dipinto: i biondi capelli, il ricco abito di broccato «a larghi disegni verdastri a fondo oro» così come la bellezza dignitosa e assorta. La giovane viene ritratta nella lettura di un libro di preghiere come suggerisce la presenza dell’inginocchiatoio in primo piano, forse indice di un’ambientazione chiesastica. Tali suggestioni letterarie derivano e sono giustificate dalla ripresa storicista di gusto tre-quattrocentesco che caratterizza i dipinti sopracitati del 1857 e del 1858, a cui, proprio in occasione della mostra commemorativa del 1903, Il libro di preghiere risulta affiancato....
Silvia Capponi
Eleuterio Pagliano, La lettrice (Il libro di preghiere), 1857-1858
Il dipinto entra a far parte della collezione dei Musei Civici di Varese – nei cui inventari è indicato con il titolo generico di Donna che legge - nel 1977 grazie al lascito testamentario del notaio Giuseppe Bonazzola. Come nel caso del Ritratto con fiori di Giuseppe Bertini (cat. X), con il quale condivide anche la preziosa cornice, l’opera in mostra viene probabilmente acquistata da Bonazzola dopo la morte del fine collezionista e bibliofilo David Henry Prior (1862-1934). L’ultimo discendente della famiglia Litta Visconti Arese viene indicato come proprietario dell’opera Il libro di preghiere in occasione della mostra postuma che la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano dedica, nel 1903, ad Eleuterio Pagliano, scomparso quell’anno nel capoluogo lombardo. Un’esposizione che rappresenta, come scrive Vespasiano Bignami: «un brano magnifico della storia patria e un sunto eloquente intorno alla evoluzione dell’arte fra noi nella seconda metà del secolo scorso, specie negli anni in cui le febbri della riscossa nazionale facevano tremare i polsi degli artisti patrioti»