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Monfrà Jazz Fest
Concluso con la sessione Wine&Spirit
Il Monfrà Jazz Fest che si è concluso domenica con la sessione Wine&Spirit ha festeggiato la vendemmia, il periodo della raccolta dei frutti che quest’anno per il Festival si è tramutato anche in un riconoscimento davvero importante: il 31 agosto e 1 settembre durante la manifestazione Il jazz italiano per le terre del sisma – Abitare il suono tenutasi a L’Aquila, la Federazione Nazionale Il Jazz Italiano ha assegnato al MonJF il premio “Attenzione al jazz italiano” in quanto festival che valorizza il jazz italiano avendo la maggiore presenza di gruppi italiani nel programma totale dei concerti.
Una attenzione ai giovani e talentuosi artisti italiani che hanno tanto da dire, perché il jazz è un linguaggio e anche un modo di essere, di pensare e di vivere il momento.
Il Play&BeJazz (and feeling happy, green, good, beauty) che è stato il leit motiv di questa settima edizione ha riconfermato lo spirito del festival, attento alla valorizzazione e alla tutela del paesaggio e del patrimonio Monferrato UNESCO, anche con la proposta della cauzione sul bicchiere d’acqua che permetterà di donare altri 30 alberi al Parco del Po Piemontese, che vanno ad aggiungersi ai 40 dello scorso anno.
Un’edizione che fra concerti, masterclass, laboratori per bambini e famiglie, passeggiate, dance floor, degustazioni e presentazioni librarie ha assicurato nelle tre sessioni di giugno, agosto e settembre un’offerta variegata che, nonostante il tempo abbia giocato a sfavore, ha attirato oltre 5000 partecipanti complessivi, di cui una buona parte costituita da turisti anche stranieri e che proprio per questo è stata valutata molto positivamente dai comuni e dalle amministrazioni coinvolte. “Una bella fotografia del nostro territorio che dimostra come la collaborazione porti a grandi risultati” questo il commento di Emanuele Capra, Sindaco di Casale Monferrato, per questa ultima edizione del Festival.
Un Festival che tra i suoi tanti “mood” ha anche l’attenzione alla condizione femminile, che nella sessione Wine&Spirit ha avuto come soggetto Jeanne Lee: donna, poetessa e cantante dell’avanguardia jazzistica degli anni Sessanta, attiva fino al 2000 ma che solo da pochi anni è stata riscoperta e rivalutata. Venerdì 6 settembre presso l’azienda vitivinicola Beccaria (Cascina Mossa, Ozzano Monferrato), accolti dalle sorelle Silvia e Laura, il weekend di appuntamenti del Fest è iniziato con Book in Jazz e la presentazione del libro di Gabriele Guglielmi Il Canto della Fenice, il libero jazz di Jeanne Lee (Edizioni LeMus), una raccolta dei materiali con i quali l’anno scorso, sempre nell’ambito del MonJF, Gugliemi realizzò lo spettacolo omonimo sulla figura della poliedrica e raffinata artista del free jazz. Dalle parole dell’autore ”Jeanne Lee per me non è stata solo una cantante ma una maestra perché imparare a conoscerla attraverso le sue interviste mi ha aperto davvero gli occhi su un jazz che conoscevo poco, perché il free jazz anche nel jazz è di nicchia.“ La libertà e l’ardire di questa forma musicale ha permesso alle artiste donne di uscire dallo stereotipo della cantante jazz tradizionale e avere una propria personalità. Una “anarchia” musicale che ben si è sposata venerdì con la degustazione conclusiva di Grignolino del Monferrato Casalese DOC Beccaria, l’anarchico ribelle, come soleva definirlo Gino Veronelli.
Sabato pomeriggio il MonJF ha scelto un’altra collina, quella di Mombello Monferrato, nel teatro all’aperto di proprietà di Roberto Imarisio, enologo e musicista, titolare de La Cantinetta Resort.
Dedicato non a caso a Dioniso, questo luogo che si affaccia su un anfiteatro naturale popolato di ulivi, noccioli, campi e vigne e inaugurato nel maggio scorso, vuole essere – come afferma Imarisio nel suo saluto di benvenuto - un luogo di aggregazione e di attrazione, a disposizione del Comune di Mombello ma anche dei paesi limitrofi, dedicato alla promozione del territorio e il ringraziamento per l’impegno arriva a Imarisio anche dal Sindaco del paese Daniele Caretti.
A far risuonare questo luogo magico gremito di gente Edoardo Liberati Synthetic trio con Liberati alla chitarra, Dario Piccioni al contrabbasso e Cesare Mangiocavallo che sostituisce alla batteria Riccardo Marchese impegnato nel tour di Elio e Le storie Tese.
Il concerto Turning Point, realizzato con il sostegno di NUOVO IMAIE, è anche il titolo dell’ultimo progetto discografico che il trio sta portando in giro da maggio. Nove composizioni originali di cui Liberati è autore e per cui, confessa a Ima in apertura, “Sono molto felice di tornare in un Festival dove mi sento a casa, e soprattutto perché è la prima volta che posso proporre la mia musica”. “Turning Point” è un punto di svolta, che Liberati attribuisce all’aver da poco compiuto trent’anni e che regala sonorità delicate senza dimenticare le origini africane del jazz. Viene riproposto in chiave jazz anche "Porcelaine" dei Red Hot Chili Peppers ma anche standard jazz e Nica’s dreams di Horace Silver. Inizia a imbrunire quando a concerto concluso il pubblico si mette in fila in cantina per un calice di vino di Imarisio e le proposte preparate in collaborazione con il ristorante Dubini di Mombello.
Sabato il Play&BeJazz and feeeling Good è continuato con un sold out alla distilleria Magnoberta in Strada Asti a Casale Monferrato, quando a partire dalle 19 si è potuto godere della selezione di drink realizzati per Magnoberta dal barman Alessi, delle proposte gourmet del ristorante CicinBarlichin e dalle 21 della musica di the Kitchen Swing Band, che ha proposto rivisitazioni in chiave swing di brani classici del repertorio jazzistico e di successi pop moderni. Come da tradizione, una festa nella festa, grazie anche a Nicole Pipino che ha introdotto gli aspiranti ballerini Lindy Hopper ai passi base dello swing; per chi volesse approfondire, a breve le lezioni di ballo riprenderanno a Casale Monferrato con i corsi presso i locali di Accademia Le Muse a Palazzo Vitta.
Per il gran finale del festival quest’anno si è scelta un’artista femminile, già lo scorso anno applauditissima nel concerto boutique casalese in Santa Croce: Lisa Manara (in collaborazione con Jazz Around). Domenica 8 al pomeriggio, nella terrazza coperta della Distilleria Mazzetti d’Altavilla, in cima alla collina, la voce di Lisa Manara, accompagnata da Federico Squassabia tastiera e basso Synth, Fabio Mazzini alla chitarra e Diana Pavia Cruz alla batteria, con il suo “Capo Verde canta l’incontro” ha portato il pubblico alla scoperta di sonorità avvolgenti e molto particolari, in un crescendo che è riuscito a far cantare e ballare tutti i presenti. Merito di una voce calda e versatile, capace di riprodurre alcuni effetti musicali tipici della musica etnica, e degli straordinari musicisti del quartetto.
Un concerto intimo e senz’altro raffinato, come la location della Distilleria, per l’occasione visitabile, su prenotazione, e la ricca merenda sinoira (con tanto di piatto di agnolotti monferrini) preparata dal Ristorante Materia Prima e servita a conclusione del concerto.