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Personaggi: i marchesi Scozia

Eredità: Calliano, Murisengo e Verduno

 Dopo il passaggio del Monferrato ai Gonzaga, il territorio astigiano di Calliano fu elevato a marchesato e affidato nel 1604 a Galeazzo Canossa, discendente della antica famiglia di Reggio Emilia iscritta nel Circolo Nobile di Verona, il quale nominò suo procuratore il veronese Francesco de Cremis. Al marchese Galeazzo successero i fratelli Tommaso governatore generale del Monferrato, Orazio primo ministro dei due Ducati, Luigi e Isabella.

Isabella rimasta vedova e senza figli dalle prime nozze del 1632 con il conte Lelio Filiberto Scarampi di Camino (+1636), con gli stessi beni nel 1642  andò in sposa a Bernardino III° Scozia (1622-1650) e nacque un figlio, Francesco Maria I° Scozia (1643-1688) che prese possesso di Calliano.

Dopo i lunghi litigi dei Canossa per la successione dei beni feudali e le vertenze con gli Scozia, il duca Ferdinando Carlo ordinò nel 1704, per ragioni dotali di Isabella di Canossa, la successione di Calliano al nipote Carlo Bernardino I° Scozia (1669-1745) 1° marchese di Calliano e 4° conte di Murisengo, gentiluomo di Camera del duca e coppiere della duchessa Enrichetta, decurione e sindaco di Casale.

La figlia contessa Maria Anna Caterina Scozia (Casale 1707-1781 Casale) era moglie del secondo marchese di San Giorgio Antonino Felice Gozzani, sepolto a Casale nell'altare famigliare di San Matteo della chiesa di San Paolo dei padri Barnabiti, la cui facciata fu interamente ricostruita a sue spese. Nell'interno della chiesa si trova il monumento eretto in sua memoria dal figlio Giovanni Battista, edificatore del Palazzo San Giorgio ora municipio di Casale.

Per "lo felicissimo maritaggio" del 1726 di Antonino e Maria Anna Caterina furono composti cinque sonetti e uno scherzo poetico dai cognati marchesi Fassati di Balzola e Ricci di Cereseto. Gli Scozia erano già consignori di Murisengo con Bernardino II° (bisnonno di Bernardino III°) nativo del luogo, sepolto nel duomo di Casale nel 1597, presidente del Senato monferrino, consigliere di Stato, conte di Benevello di Alba per dono del duca Vincenzo e  era sposato con Livia Asinari, figlia di Lello signore di Costigliole. Nel 1585 Bernardino II° ebbe in dono il feudo cuneese di Verduno dallo zio Benedetto Cerrato, famiglia che edificò l'antico castello ceduto nel 1633 alla famiglia Rachis di Racconigi dal nipote Francesco III° Scozia (padre di Bernardino III°) consignore di Valmacca e 1° conte di Murisengo per la vendita di Benevello al duca Ferdinando Carlo.

Parte del castello di Verduno fu ricostruito dall'architetto Juvarra, ceduto dal marchese Caisotti agli ospedali San Giovanni e Carità di Torino, acquistato in seguito dal re Carlo Alberto e utilizzato per lunghi periodi di soggiorno da Oddone, figlio di Vittorio Emanuele II° e di Maria Adelaide. Il Real castello è oggi adibito ad albergo-ristorante e le cantine sono state riattivate per la produzione del Barolo e del Verduno. Gli attuali proprietari raccontano che l'antico viale alberato di accesso al maniero era denominato il meleto dei Gozzano, senza riferimenti al più recente meleto di Agliè del poeta Guido.

Alessandro Scozia (1823-1854) premorto al padre Giuseppe ereditò il marchesato di Calliano, sempre appartenuto alla famiglia anche dopo l'annessione del Monferrato allo Stato Sabaudo. Avvocato, 6° marchese di Calliano, consignore di Valmacca, 9° e ultimo conte di Murisengo, decurione e sindaco di Casale e nel 1848 giudice aggiunto al tribunale monferrino di prima cognizione era sposato con Adele (Nizza 1826-1910 Torino) figlia di S.E. Benedetto Andreis, presidente del Nuovo Senato di Casale nel 1837, conte di Cimella di Nizza Monferrato e di Tarsilla Sordi dei conti di Torcello, cognati dei Gozzani, rimasta vedova a 28 anni.

Gli Scozia abbellirono il loro stemma gentilizio con "due rostri di nave nelle antiche memorie chiamati anche scogli". La loro unica e diletta figlia Tarsilla Giuseppa (1847-1920) fece erigere i monumenti ai genitori e ai nonni nella tomba di famiglia del cimitero di Casale, accanto alle tombe dei cognati Langosco, Savio e Gozzani. Il suo matrimonio con don Francesco Guasco (1847-1926) marchese di Bisio, nuovo proprietario di Murisengo, di Calliano e del palazzo casalese Scozia in via Garibaldi definì l'estinzione degli Scozia. 

Armano Luigi Gozzano