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Omaggio a Sebastiano Vassalli

Al Castello fino al 27 febbraio

Sabato mattina nella sala Marescalchi del Castello di Casale Monferrato è stata inaugurata la mostra dal titolo “Belio, Il paesaggio della Chimera omaggio a Sebastiano Vassalli”.

L’evento è stato presentato dall’assessore alla cultura Gigliola Fracchia di fronte ad un numeroso pubblico e dalla critica d’arte Emiliana Mongiat che ha ben contestualizzato il bel progetto dell’artista Novarese Elio Bozzola in arte “Belio” nell’illustrare il capolavoro dello scrittore Sebastiano Vassalli “La Chimera” (premio Strega del 1990), regalando al pubblico un inedito percorso visivo dal grande dialogo fra il mondo letterario e quello visivo.

Inoltre visto l’eccellenza del contenitore, nella mostra sono state inserite tre installazioni di artisti novaresi già affermati che completano il percorso e regalano una suggestiva lettura emozionale del progetto.

Fra le personalità presenti alla vernice c’erano anche le curatrici della mostra, Giuseppina Baino Bozzola moglie dell’artista scomparso nel 2020 e Paola Todeschino Vassalli moglie dello scrittore scomparso nel 2015, il sindaco di Vercelli Andrea Corsaro e il presidente della consulta cultura di Casale  Marco Garione.

Il percorso della mostra è affascinante porta il fruitore ad entrare in un mondo onirico e coinvolgente tra le parole del raffinato scrittore Vassalli e l’iconografia dell’amico artista Belio che interpreta in quasi 30 opere le fasi più importanti del romanzo, in particolare modo nella tematica del paesaggio. Dal silenzio del ricordo del “paesaggio” visto anche come un personaggio nella mente e nel cuore dello scrittore si riverbera una natura metaforica onirica quasi matematica nella sua idillica perfezione, cosi dal nulla arriva una primavera dai cromatismi esplosivi che si specchiano sul mare delle risaie, che passano un attimo dopo ai freddi acrilici dell’autunno e dell’inverno quasi monocromi. Ma è nella notte che il pittore segue poeticamente le stupende parole dello scrittore e cosi nascono i “notturni” con il frastuono delle rane illuminati a volte da una sola stella o anche raccogliendo le emozioni delle parole che trasformano un normale tramonto in uno spettacolo apocalittico dentro un ricordo melodrammatico e teatrale ristudiato nella tela da pazienti velature e vissuti cromatismi geometrici per raggiungere gli abissi di luce e la malinconica poesia suggerita dallo scrittore. Ben contestualizzate le installazioni che interagiscono con lo spazio ma anche bene con il dialogo della mostra e sono di Costantino Peroni con “La voce dei muri” un’ attenta analisi alle disuguaglianze sociali. Uldino Desuò “Muta conversazione” dove la sintesi della forma diventa dialogo stesso che compenetra il silenzio della materia. G.P. Colombo con l’opera “Simpula” contenitori metaforici volutamente giganti per raccogliere le “semenze” intese come oggetti e materia della sacralità contadina.

La mostra proseguirà nei fine settimana sino al 27 febbraio.

Piergiorgio Panelli

FOTO. Inaugurazione (f. Luigi Angelino)