Notizia »

Restauri alla “Madonna del ceppo”

Finanziamento di 45mila euro, destinati dalla Diocesi di Casale sui fondi dell’8 x Mille

A Morano Po sono iniziati i lavori di restauro conservativo alla chiesetta campestre della Madonna Consolata, meglio nota come “Madonna del ceppo” (la statua della Vergine sarebbe stata ritrovata da un contadino, poggiata sopra un ceppo di quercia o, secondo un’altra versione, avrebbe ospitato al suo interno un ceppo utilizzato per raccogliere le offerte dei fedeli).

Con un finanziamento di 45mila euro, destinati dalla Diocesi di Casale sui fondi dell’8 x Mille, vengono rivisti i tetti ammalorati e sarà rifatta la guglia del campanile, crollata anni orsono durante un nubifragio.

Il tempio sorge lungo la strada per Due Sture, di fianco all’omonima cascina ed alla ex fabbrica di posateria e di moto (resta ancora, sulla roggia, la ruota che azionava le mattine)- I Moranesi affettuosamente la chiamano “la Madunin’a” e la venerano con una processione notturna ogni anno al termine del mese mariano di Maggio. Risale al ‘200, come si può leggere in una lapida posta all’ingresso, e che reca la data del 1277 e il nome del fondatore, “il venerabile uomo, fratel Guglielmino del Carretto”. E’ grazie all’intuito del nostro collaboratore Olimpio Musso, aver precisato l’anno, che in precedenza, anche per un affrettato restauro, si riteneva recitasse, in numeri romani, il 1377. Era Casa dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, all’epoca fruitori di terre e boschi fra Morano e Trino.

All’interno, nel 1939 venne riportato alla luce un frammento di affresco antico raffigurante la Madonna col Bambino. Verso il 1980 furono trasferiti nella chiesa parrocchiale i quadri della Via Crucis, risalenti al 1880, e anni dopo venne eliminata una balaustra lignea riccamente intagliata.

All’inizio del secolo scorso la manutenzione era ancora affidata ad un Romita, poi sostituito da un custode, che tra l’altro, in tempi nei quali non esisteva ancora il Meteo-tv, aveva il simpatico e utile ruolo di suonare la campana all’avvicinarsi delle nubi nere che preannunciavano temporali, per dar modo agli agricoltori di lasciare i campi e tornare frettolosamente a casa o cercare riparo nei rifugi in muratura esistenti tra le risaie intorno al paese. Oggi la parte di immobile ex sacrestia e abitazione del custode è proprietà di un privato. (tim)