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L'evasione di Curcio in fiction TV

Rievochiamo quell'evento - Il commando guidato da Margherita 'Mara'' Cagol

 Alle 16,15 di martedì 18 febbraio 1975 Renato Curcio viene fatto evadere dal carcere di Casale, dove era detenuto da circa tre mesi trasferito dal carcere di Novara. Curcio era il capo delle Brigate Rosse era stato arrestato a Pinerolo l’8 settembre del 1974. Il blitz era capitanato da Margerita (nome di battaglia Mara) Cagol, compagna di Curcio, ne  faceva parte Tonino Paroli, lo citiamo per la sua testimonianza  pubblicata nel 1994 da Repubblica: “Eravamo una decina. Siamo andati lì (nel carcere di via Leardi, ndr) con tre macchine ed armati di tutto punto. Entrare nel carcere fu facile: funzionò il trucco del pacco da consegnare ad un detenuto, ci spalancarono i cancelli. Per fortuna, però, non fu sparato un solo colpo e nel giro di pochi minuti riuscimmo a portare fuori Curcio”. Il rifugio prestabilito, dopo cambi d’auto, era una casa sul mare ad Alassio.

Ricordiamo quel blitz perchè la prima rete TV ha incominciato a trasmettere “Il nostro Generale”  fiction dedicata a Carlo Alberto Dalla Chiesa generale dei Carabinieri che guidò (da Torino) un gruppo antiterrorismo e prefetto antimafia a Palermo. Le ultime due puntate vanno in onda lunedì 16 (La rivincita, Il terrorista e il generale)  e martedì 17 gennaio (Ritorno, Sagunto). A vestire la divisa di Dalla Chiesa è un bravissimo Sergio Castellitto. Martedì è stato appunto rievocata la fuga di Curcio dal carcere cittadino e anche -ci interessa per via di un legale casalese  - lo scontro a fuoco -nel giugno successivo- della cascina Spiotta nell’Acquese. 

Passiamo al personale ero stato avvertito del grosso evento dalla Gazzetta del Popolo (quotidiano di Torino di cui ero corrispondente) appena rientrato a casa da Crea (giro relax dopo i servizi sul rapimento Broglia). Vado subito in via Leardi: macchine civetta di polizia e Carabinieri di fronte al carcere, due operai su una scala a fianco della entrata intenti a ricollegare il telefono  e primi curiosi tenuti lontano, ai giardini....

Riesco a salutare il direttore del carcere, il magistrato Piero Poggi (da poco a Casale, gli avevamo assicurato che era una città tranquilla...) e il capo  delle guardie carcerarie, maresciallo Gaetano Barbato (ci dirà dopo che erano stati tagliati i fili del telefono e che lui aveva chiesto invano un collegamento radio proprio per questa evenienza...). Curiosità: il primo allarme era stato dato da un detenuto trasmesso al figlio di Barbato (Antonio, aveva alloggio adiacente al carcere) che era corso dai Carabinieri, contemporaneamente l’appuntato Baricelli correva al Commissariato. Le ricerche di quel giorno portavano solo al ritrovamento di una delle macchine del commando una Fiat 124, al passaggio a livello in zona San Bernardino, ce lo anticipava  il dottor Maddalena del Commissariato.  Altro ricordo  personale, siamo stati gli unici ad intercettare con il nostro fotografo Beppe Mantovani il 7 marzo la commissione d’inchiesta, di cui faceva parte il gen. Dalla Chiesa mentre usciva dal carcere casalese dopo un sopralluogo......

                                      Luigi Angelino

 

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Nella foto Il Monferrato del 22 febbraio 1975