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Momenti di vita di Ebrei in diaspora
Mostra in Sinagoga
Domenica 1 luglio l'attività culturale della Comunità Ebraica di Casale vede l'inaugurazione della mostra “Another Country - Momenti di vita di Ebrei in diaspora”, progettata dalla Fondazione Museo Ebraico Bologna, in collaborazione con Beit Hatfutsot -The Museum of Jewish People. A presentarla alle 11 di domenica in Sala Carmi ci sarà Vincenza Maugeri, direttore del Museo Ebraico di Bologna.
La mostra è nata in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica del 2017, con l'intento di offrire al pubblico un’idea immediata di quello che ha rappresentato nel passato e rappresenta ancora oggi l’ebraismo in diaspora.
Per diaspora si intendono stanziamenti, volontari o coatti - galut, esilio -, di parte della popolazione ebraica fuori dalla terra di Israele. Per l’ebreo lontano, Israele resta la patria ideale alla quale aspirare. Una patria che alcuni ritrovano nella Torah, matrice di tutta la cultura, la religiosità e le tradizioni ebraiche. Altri invece setono il bisogno di trovare, attraverso i movimenti sionisti di fine dell’800, una risoluzione pragmatica e razionale ai pogrom dell’Europa orientale e all’emarginazione generalizzata ovunque e sostanziano di ideale ritorno alla terra dei padri e di ossequio all’autentica missione dell’ebreo la scelta di collocare la patria rifondata proprio là, in Israele, da dove erano partiti agli albori della loro storia. Sia la vita in diaspora, sia il ritorno in Israele, l’alyah, sono spesso costellati di dolore e nostalgia, lacerati tra i due poli opposti dell’assimilazione.
Nella mostra il racconto avviene attraverso due serie di fotografie e permette di conoscere le pratiche, gli usi e i costumi relativi all’abbigliamento e alle cerimonie nuziali degli ebrei in diaspora. Le fotografie corredate di ampie descrizioni sono state messe gentilmente a disposizione dal Museo Beit Hatfutsot di Tel Aviv, una delle più importanti istituzioni culturali di Israele dedicata alla storia e alla documentazione del popolo ebraico, e fanno parte della collezione del Centro di Documentazione Bernard H. e Miriam Oster.Le circa quaranta fotografie, tra ritratti e scatti di gruppo, sono l’occasione per cogliere momenti di vita degli ebrei nelle varie comunità sparse tra l’Europa, l’Africa e l’Asia e ci restituiscono l’immagine di un popolo che, pur unito nel legame con le proprie tradizioni, si amalgama con la società ospitante fino a perdere i segni esteriori della propria identità o, al contrario, conserva i propri segni distintivi abbinandoli all’abito comune e contemporaneo al luogo e al momento in cui vive.
Uomini, donne, studenti, sportivi, lavoratori, borghesi, militari, contadini, su alcuni di loro si allunga l’ombra dell’antisemitismo razzista, con la stella gialla imposta dal Terzo Reich, altri, posta fine alla diaspora e fatto “ritorno” in terra d’Israele, celebrano il loro matrimonio con l’uniforme dell’esercito inglese, sotto una bandiera israeliana tesa in alto a formare il tradizionale baldacchino (chuppah).
La mostra sarà aperta fino al 2 settembre e visitabile gratuitamente negli orari di apertura del complesso ebraico o su prenotazione al 014271807