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“Le verità nascoste”

Alla Filarmonica

La maggior parte delle stragi Italiane sono una ferita ancora aperta nella storia del Paese, sia perché al centro di vicende giudiziarie trascinatesi per decenni, sia perché ci parlano di uno Stato capace di agire persino contro sé stesso e contro la verità.

E’ indubbio che “Le verità nascoste” (Zolfo Edizioni), presentato all’Accademia Filarmonica di Casale Monferrato giovedì scorso - presidente Serena Monina-, abbia sicuramente stimolato il numeroso pubblico intervenuto su questa riflessione.

A rendere ancora più interessante l’incontro il fatto che il volume sia firmato anche da una casalese: Monica Triglia, partita da Il Monferrato, arrivata alla scrivania di vicedirettore di Donna Moderna e autrice di importanti libri di inchiesta.

Accanto a lei, in sala Carlo Alberto, Luigi Ferro, cronista milanese implacabile nell’indagare a fondo sulle stragi italiane. Sul tavolo un libro che va ben oltre l’aspetto di un’Italia di misteri e cronache processuali: “Verità Nascoste” ricostruisce nel dettaglio l’infaticabile lavoro dei parenti delle vittime per avere giustizia. Nel farlo e tocca profonde corde umane e ci costringe a riflettere sui valori alla base della democrazia e sul ruolo dei cittadini all’interno della società civile

Cinque i casi presi in considerazione: bastano semplici nomi a ricordarli: Piazza Fontana, Bologna, Ustica, Moby Prince, Casalecchio sul Reno. Il dolore di chi ha perso un figlio, un genitore un fratello non è al centro del libro, come gli autori sottolineano rispondendo alle domande di Alberto Angelino che ha condotto l’incontro. La sofferenza rimane un fatto privato, dati, fatti, articoli dichiarazioni ci parlano invece di persone che da un giorno all’atro hanno dovuto cambiare vita, scontrarsi con la burocrazia, anche solo per avere l’elenco delle vittime, e poi mettere in rete la loro perdita, trasformarsi in avvocati, detective, esperti informatici, diventare competenti di radar, esplosivi, procedure di navigazione. Hanno dovuto leggersi milioni di pagine di atti, catalogarli incrociare i dati e tutto questo facendo in modo che il ricordo non si spegnesse e diventasse collettivo, per continuare a sperare a distanza di decenni.

L’accuratissimo lavoro di Triglia e Ferro regala, tuttavia, una nota di ottimismo, spesso l’impegno di questi cittadini ha trovato anche il sostegno di parte dello stato: magistrati, poliziotti, politici, che hanno riaperto indagini e presentato istanze, consentendo di avvicinarsi un po’ di più alla verità. Il sistema è lento, ma a volte sviluppa i giusti anticorpi. Però quanta fatica!