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Domenica al Municipale

“Soffio d’Amore” di Federico Gozzelino è arte, al massimo livello

 

Che cos’è un’opera d’arte? Se un quadro o una sinfonia piovessero dal cielo, così, finiti, senza una spiegazione, probabilmente non sarebbero arte. Dobbiamo essere consapevoli del processo creativo, del vissuto dell’artista, per partecipare anche alle emozioni di Guernica o della Nona di Beethoven. Per questo non abbiamo dubbi: “Soffio d’Amore” di Federico Gozzelino è arte, al massimo livello. Basterebbero le sue parole commosse con cui introduce domenica la sua composizione di fronte al pubblico del Teatro Municipale di Casale per rendere tale questo pezzo.

Gozzelino lo dedica alla moglie Arlette, “francese in tutto”, scomparsa esattamente in questo giorno: il 30 marzo di cinque anni fa. Il soffio è quello con cui Dio infonde la vita e lui sente di averlo ricevuto da chi gli è stata accanto così a lungo: “Ci siamo sposati che io non avevo cultura, grazie a lei mi sono laureato psicologo e poi diplomato in composizione. Lei ha fatto di me tutto quello che sono.”

Ci scuserà Sabrina Lanzi se dedichiamo altro spazio al Maestro che con 10 minuti della sua musica ha aperto un concerto assai più corposo: l’ultimo della stagione 24/25 della Monferrato Classic Orchestra, ma la storia che rende “Soffio d’Amore” vera arte non finisce qua. Parla anche di un compositore che, arrivato a 90 anni, con centinaia di opere pianistiche e da camera in catalogo, riesce a portare quella che è, fino ad oggi, la sua unica opera orchestrale nella sua città di adozione. Composta tra il 2006 e il 2009, rappresentata a Malta e a Roma, è un bel pezzo, dove si riconosce lo stile di Gozzelino: la sua attenzione verso la simmetria, la trasformazione nell’iterazione, il tema cantabile interrotto da un concitato. L’orchestrazione, però, ne esalta l’armonia. Le modulazioni cromatiche in un continuo scorrere tra legni e archi, rendono il tema fluido e trascendentale e ci portano su spazi in bilico tra i cantabili di Mendelssohn e l’esoterismo parigino di Satie. Il mondo del cinema è avvertito i primi minuti sono una colonna sonora bell’è pronta per un dramma romantico. Per chi se lo fosse perso esiste un’ottima incisione con l’Orchestra Camerata Ducale e un organico che esalta ancora di più l’opera.

Il concerto prosegue, ma in un certo senso tutto è influenzato da questo ascolto, fa uno strano contrasto, vedere un artista giovanissimo eseguire il secondo concerto per pianoforte di Beethoven. Sedici anni, abitante a Lomello, allievo dell’Accademia Musicale Harmonia sotto la guida di Sabrina Lanzi, Morgan Branzaglia vince l’emozione e restituisce una performance equilibrata e matura. La direzione di Gianfranco Messina compie poi un ottimo lavoro sulla quinta sinfonia di Schubert: un compositore che passo la vita a scrivere pezzi orchestrali destinati ad essere rappresentati ed editati molto dopo la sua precoce dipartita. L’arte percorre strade diverse, ma alla fine, se è tale, arriva sempre a destinazione.

Alberto Angelino

 

FOTO. Sabrina Lanzi e Gozzelino domenica all'inizio del concerto