Sulla via Francigena....

Nel novembre 1224 venne inaugurato l’Ospedale Sant’Andrea di Vercelli (voluto dal cardinale Guala Bicchieri), che mantiene intatta, a distanza di tanti secoli, la sua attività al servizio della città e della provincia.

In occasione dell’VIII centenario dalla sua fondazione si è svolto nel Salone Sant’Eusebio del Seminario Arcivescovile il convegno «Ospedale Sant’Andrea di Vercelli: 800 anni di assistenza e cura», organizzato dagli Ordini professionali degli Infermieri e dei Medici della provincia di Vercelli.

Dopo il saluto delle autorità, l’arch. Aldo Ferraris, fondatore dell’associazione «Consulta 2019», ha delineato la storia di uno dei più antichi ospedali italiani, la cui idea è nata nel soggiorno inglese del cardinale vercellese, il legato pontificio si deve la seconda redazione della «Magna Charta Libertatum». È seguito l’intervento di Edoardo Manzoni, docente di Storia e Filosofia dell’assistenza infermieristica all’Università di Milano-Bicocca, sui momenti più importanti della professione infermieristica a partire dallo «Xenodocium» vercellese, posto sulla via francigena, fino a Florence Nightingale, fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna, e a Maria Giulia Cordero de Vonzo, in religione suor Eleonora, prima infermiera italiana nella guerra di Crimea.

Un avvincente viaggio attraverso i secoli sul fondamento etico della «hospitalitas» e sui progressi della medicina dal mondo antico ai tempi moderni è stato presentato dal cardiologo Sergio Macciò. A seguire Cinzia Lacchia e Laura Berardi, che hanno allestito la Quadreria con i ritratti dei benefattori dell’ospedale nel salone Dugentesco, hanno coniugato la secolare storia dell’ospedale con la cultura filantropica e visiva soffermandosi, in particolare, sulla tradizione del ritratto «per gratitudine et memoria» del fondatore. Il convegno si è chiuso con le conclusioni di Giulio Zella e di Germano Giordano, presidenti degli Ordini professionali degli Infermieri e dei Medici.

Dionigi Roggero

FOTO. Intervento di Aldo Ferraris, sullo schermo l'immagine della Grangia di Pobietto di Morano