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Con Antipodes ad Aosta
Duomo, San'Orso, Verrayes per i volontari dell'arte casalesi
Si è svolta ad Aosta sabato 27 luglio la prima uscita di formazione promossa dall’associazione Antipodes, grazie ai contributi 8xmille alla Chiesa Cattolica, che ha visto la partecipazione di 40 volontari per l’arte diocesani.
In Cattedrale scambio di saluti da parte dalla direttrice dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Aosta Roberta Bordon e la collega casalese Raffella Rolfo.
All’interno è stato possibile ammirare i pregevoli mosaici del XII secolo che hanno permesso di effettuare confronti con quelli conservati nell'abside del Duomo a Casale.
Accompagnati da preparatissimi volontari per l’arte locale i partecipanti hanno potuto ammirare gli affreschi dell’XI secolo conservati nei sottotetti, gli scavi archeologici e il piccolo quanto affollato e pregevole Museo diocesano che custodisce pezzi di oreficeria e scultura lignea di straordinario valore: un cammeo di età romana incastonato in cornice d’oro con pietre e perle del XIII secolo, utilizzato come fibbia di piviale, nonché -unicum, un dittico consolare di Onorio, testimonianza dell’arte tardo-romana, ancora pregevoli busti reliquiari in argento (ma qui Casale li batte con quelli di San Filippo oggi esposti ad Alessandria...)
Poi passando dalla centrale piazza Chanoux (qualcuno ha anche ammirato la grande mostra di artigianato sotto una tensostruttura) tutti alla collegiata di Sant’Orso dove le guide dell’associazione Mirabilia hanno spiegato la storia della chiesa e mostrato il chiostro illustrando uno per uno i capitelli scolpiti raffiguranti scene dell’Antico, del Nuovo testamento e della vita di Sant’Orso, patrono degli artigiani.
Chicca: la visita ha offerto l’occasione per ammirare la cappella e l’esposizione temporanea “Reditus, il ritorno” in cui sono stati allestiti due capitelli di proprietà di Palazzo Madama di Torino, ma provenienti proprio da Sant’Orso, che presentano l’originaria colorazione bianca, non coperta, come il resto del chiostro, dalla pittura nera stesa nei secoli successivi.
In finis gli affreschi originali conservati nei sottotetti e il mosaico pavimentale rinvenuto al di sotto dell’attuale pavimento del presbiterio.
Poi salita ai mille metri a Verrayes per la visita alla cappella di San Michele che presenta le volte e le pareti interamente coperte da affreschi quattrocenteschi, opera di Giacomino da Ivrea. Siamo in realtà nella frazione di Marseiller: cappella fatta costruire dal notaio Giovanni Saluard, peraltro noto anche per Casa Saluard, casaforte del XV sec. (attualmente in degrado, salvo una piccola parte) che sorge sull’altro lato della stessa frazione.
La cappella ha un interno splendido, ci ha emozionato. Può essere aperta e visitata gratuitamente grazie al sistema “Chiese a porte aperte”, tecnologia brevettata dalla Consulta per i beni culturali ecclesiastici di Piemonte e Valle d’Aosta e da Fondazione CRT (idea del compianto vescovo Zaccheo) che permette, tramite app, l’apertura e la narrazione automatizzata (diciamo pure son et lumiere) di chiese altrimenti non visitabili.
Per la diocesi casalese questo sistema è installato presso la chiesa di San Lorenzo di Montiglio e presso l’abbazia di Santa Fede di Cavagnolo.
La prossima uscita per volontari per l’arte è prevista per sabato 5 ottobre e avrà come meta la città di Alba e il Museo di arte sacra contemporanea di Rodello.
ch. m.- l. a.
(foto ellea sulla piazzetta di fronte a Sant'Orso)