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Crea: Macrino con Caldera
Le figure senza tempo nell'opera in Basilica
Sabato pomeriggio nel Salone S. Antonio del Santuario di Crea si è svolto l’incontro di Massimiliano Caldera (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino), su «Macrino d'Alba e il potere al tempo dei Gonzaga e dei Paleologi».
Dopo un breve saluto di mons. Francesco Mancinelli, rettore del santuario di Crea, che ha sottolineato le ascendenze con la coeva pittura veneziana, in particolare col Bellini, il relatore si è soffermato sul pittore, appartenente alla famiglia di piccola nobiltà de Alladio, in rapporto col vescovo di Alba, Andrea Novelli, da lui ritratto e accompagnato a Roma, dove si avvicina alla cultura artistica del Pinturicchio e dipinge la «Madonna col Bambino e i Ss. Nicola e Martino di Tours» , risalente agli anni 1492-1493, oggi alla Pinacoteca Capitolina.
Dall’analisi delle opere caratterizzate dalla cultura delle grottesche, di particolare interesse gli affreschi di Eusebio Ferrari nel Palazzo Verga di Vercelli, dimora di Annibale Paleologo, figlio illegittimo di Guglielmo VIII, protonotario apostolico, ritratto da Macrino nel polittico di Lucedio (1499), oggi conservato nel Museo diocesano di Tortona.
Di poco successiva la pala con la «Madonna in adorazione del Bambino coi Ss. Giovanni Battista, Giacomo, Agostino e Gerolamo», opera firmata e datata, di cui Massimiliano Caldera ha rilevato lo stile indirizzato a creare figure senza tempo, sigillate nella loro perfezione classica, che ricorda la pittura su vetro, pura e nitida, cesellata dorature, con gesti scanditi nel gioco delle simmetrie dei santi.
L’opera -visibile in basilica a Crea - è stata commissionata dal vicario marchionale Gian Giorgio di Biandrate Sangiorgio (fratello del più celebre Benvenuto, di cui Macrino ha dipinto il ritratto), che ha gestito il matrimonio di Anna d’Alencon e Guglielmo IX, i cui ritrattini, già sulla predella della tavola, segnano un cedimento alla scuola lombarda di Leonardo, insieme alle «Madonne del latte».
In conclusione Elena Rame, funzionario conservatore dell'Ente Gestione dei Sacri Monti, ha ringraziato l’illustre relatore, che ha dato l’idea della grande cultura, unita alla capacità di accompagnare il pubblico nei diversi ambienti ed esempi tratti dal territorio, da lui conosciuto nella ventennale esperienza di soprintendente.
Dionigi Roggero
FOTO. Caldera ed Elena Rame