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Achille Landini, l'istruttore dei Palli
Scoperta natalizia a Sartirana
“Nella mia famiglia sentivo spesso parlare di questo cugino di mia madre, un aviatore famoso che aveva sempre qualcosa di rotto per i frequenti incidenti”. Il pranzo di Natale è appena finito quando la professoressa Paola Marchetti fa questa dichiarazione mentre si ritirano gli ultimi piatti nella credenza di una bella casa di campagna nei dintorni di Sartirana Lomellina.
Se non ché al pranzo partecipano due appassionati di aeronautica (lo scrivente e il padre Luigi, ndr) e questa è un'affermazione che non può cadere nel vuoto così, tra il dolce e il caffè.
Adesso vogliamo sapere tutto del misterioso aviatore. La professoressa Marchetti è costretta a spremersi le meningi e a tirare fuori le foto di famiglia finchè il volto e il nome dell'eroe dell'aria non si palesano: si chiama Achille Landini. Ma piano piano emerge dal tempo anche la storia di un uomo a cui l'Italia con le ali deve molto e Casale Monferrato forse dovrebbe essere la prima a ringraziare.
Intanto è curioso ricordarlo come un primatista degli incidenti aerei. Tra i tanti record di Landini il necrologio del Corriere della Sera pubblicato due giorni dopo la sua morte, avvenuta il 25 novembre del 1971, esordisce ricordando che è precipitato 41 volte. Nessuna di queste fatali dato che si è spento nel suo letto a Milano all'età di 81 anni. “Uomo di ferro”, dannunziano sia per età che per indole, ma soprattutto pioniere dell'aviazione: con brevetto n 180 conseguito nel 1912 ad Aviano su un Bleriot. Nel 1914 compie l'impresa che lo rende famoso: è il primo Italiano a trasvolare le Alpi e il primo in assoluto a farlo con un passeggero. E' il 27 luglio quando decolla dal campo di Cameri su monoplano Gabardini, motore Le Rhone 80 HP, con a bordo il Prof. Achille Lampugnani. Rotta verso la Valsesia, sorvolo del Monte Rosa e atterraggio a Viège in Svizzera, volando all'altezza di 4.500 metri e percorrendo complessivamente 140 Km in poco più di 3 ore.
Notevole, soprattutto per la quota a cui, ancora oggi, respirano male sia i piloti che i motori. Ancora di più se si pensa che qualche mese prima, il 12 maggio, per i festeggiamenti dei 100 anni di Napoleone all'Elba a Landini era precipitato tentando il primo volo Portoferraio-Piombino. Anche per questo nell'affrontare i ghiacciai aveva già scritto il proprio epitaffio in perfetto stile dannunziano “Se il nostro velivolo li urterà il mio grande amore proiettato dal folle volo v'accenderà una fiamma: io morrò e dai culmini guizzeranno i lampi della mia passione...”.....
Dalla cassetta dei ricordi custodita a Sartirana spunta la cartolina commemorativa dell'evento, ma anche un'altra foto con Landini su un idrovoltante Gabardini in cui, invece dell'amico umanista, l'accompagna una bella signora. Una breve ricerca permette di risalire sia all'evento che alla dama, si tratta di una prova del Circuito dei Laghi.....Ci sarebbe da raccontare anche di Giuseppe Gabardini, fondatore di una delle prime industrie aeronautiche italiane, per la quale Landini è sstato collaudatore e motorista. Sul un Gabardini-Idro, per l'epoca particolarmente affinato del punto di vista aerodinamico, Landini fece nel 1913 uno straordinario exploit a Como nel Gran premio dei Laghi, dando del filo da torcere persino al campione francese Roland Garros.
Quello che è importante per noi Casalesi è invece l'attività di Landini come istruttore. Lo troviamo praticamente tra i fondatori della scuola di volo di Cameri, dove si è insediata proprio la Gabardini. Sotto di lui passarono circa tanti allieviil gotha dell'aeronautica degli anni a seguire. C'è Arturo Ferrarin protagonista del raid Roma Tokio (impresa realizzata nel 1920 auspicata da Gabriele D'Annunzio e Harukichi Shimoi, che ora Fly Story sta cercando di replicare, ndr), c'è Francesco Agello primatista del mondo di velocità nel 1934 sul Macchi MC72 e ci sono anche Natale e Silvio Palli, in memoria dei quali oggi è dedicato l'aeroporto di Cameri. Insomma senza Landini nel posto dell'istruttore non ci sarebbe stato il Volo su Vienna e molte altre imprese aviatorie che conosciamo. Il che ci fa guardare quelle vecchie foto con un rispetto tutto particolare. Anche precipitare è utile se ti permette di insegnare agli altri come evitarlo....
Articolo completo di Alberto Angelino nel numero in edicola martedì