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Santi e beati (7)

Ricerca di Aldo Timossi - Secondo Pollo

Quale grande dono sono per ogni diocesi i propri santi e beati, persone che si sono distinte per l’eroicità delle loro virtù, alimentate dalla fede. Modelli di uomini e donne concreti”. Così san Giovanni Paolo II in uno dei sui libri autobiografici. E’ il caso di una figura di sacerdote, oggi beato, che accomuna nel ricordo e nella preghiera non solo la Diocesi di Vercelli, nella quale fu incardinato, ma tante comunità di fedeli del Monferrato e della Lomellina (a Motta de’ Conti un busto a lui dedicato è posto sul sagrato prospicente la chiesetta della Madonna Assunta, sulla strada che porta a Villanova) , con quelle del Biellese e del Novarese. Si tratta di Secondo Pollo, nato il 2 gennaio 1908 a Caresanablot, beatificato nel Maggio 1998. Prete di gran fede, attivissimo tra le sue popolazioni, eroe della seconda grande guerra come cappellano militare, come tale decorato al valor militare.

Alunno dei Fratelli delle Scuole Cristiane a Vercelli, a 11 anni entra nel seminario diocesano seguendo i corsi di ginnasio e liceo. Prosegue gli studi a Roma nel Seminario Lombardo, quattro anni di teologia, ricevendo gli Ordini Minori fino al diaconato. Ottenuta la laurea in filosofia nel 1931 alla Pontificia Accademia di S. Tommaso e in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, nello stesso anno è ordinato presbitero.

Professore e direttore spirituale nel Seminario Minore, all’epoca ancora funzionante in un edificio di fine ‘800, accanto al santuario della Beata Vergine del Trompone, dal 1970 concesso al beato casalese Luigi Novarese che vi realizza un centro residenziale con attività socio-riabilitativa e corsi professionali per giovani disabili.

Docente nel Seminario Maggiore di Vercelli e Assistente diocesano dei Giovani d’Azione Cattolica, con l'inizio della guerra decide di seguire i giovani con i quali ha operato. Di fisico gracile e pur con una rilevante menomazione all'occhio sinistro, lascia l’incarico di vicario a Caresanablot e chiede di diventare cappellano militare, precursore di quello che nella seconda guerra sarà il beato don Carlo Gnocchi.

Dopo alcuni mesi di servizio nel 1940 e un breve periodo di ministero a Larizzate, l’anno successivo torna in divisa ed è assegnato al battaglione "Val Chisone" della Divisione Alpina Alpi Graie, inviato in Montenegro, terra di una sanguinosa occupazione da parte italiana. “Svolge il suo ministero con intima soddisfazione, con amore e dedizione. Scopo della sua attività penso sia stata proprio la carità, cioè servizio di Dio e del prossimo, il bene delle anime. Suscita ammirazione, eppure è sua caratteristica l'umiltà”, scriverà il generale Emilio Faldella, suo colonnello del 3º Reggimento Alpini.

Nel dicembre 1941, “durante alcune giornate di combattimento si prodigava, sotto il violento fuoco nemico, per portare laparola di fede e il conforto spirituale ai combattenti delle prime linee, con ardimento e sprezzo del pericolo”, si legge nella motivazione della medaglia d’argento al valore. L’estremo sacrificio, il giorno di santo Stefano. Prima dell’alba celebra Messa, e presago di quanto doveva accadere, si rivolge ai suoi alpini: “La giornata si presenta particolarmente insidiosa, v’invito alla preghiera, vi darò l’assoluzione in massa”. Mentre soccorre un ferito, ha “le gambe quasi staccate” da una raffica di mitra, fa chiamare un altro Cappellano “per affidargli la cura della teca con la Santa Comunione e gli Oli del Viatico”, poi benedice l’ultima volta il suo battaglione e si congeda sussurrando “Vado a Dio che è tanto buono”. Sepolto nel cimitero di Scagliari-Cattaro, nel 1961 la salma viene trasferita a Caresanablot, e nel 1968 nella Basilica di Sant'Andrea a Vercelli.

La devozione per la figura del martire don Pollo, alimentata dalla fama di santità che già in vita lo circondava, si diffonde rapidamente ben oltre i confini vercellesi. La causa di beatificazione, seguita tra gli altri dal postulatore domenicano fra Innocenzo Venchi (nativo di Casale, parrocchia di sant’Ilario, defunto nel 2020), comprende la delicata prova del rituale miracolo (“positio super miraculo”) accertato nel 1991. Il documento ufficiale del Vaticano recita: “Si è certi del miracolo operato da Dio, per intercessione del Ven. Servo di Dio Secondo Pollo, Sacerdote dell’Arcidiocesi di Vercelli, vale a dire della rapidissima, permanente e completa guarigione di Delinda Zarino da grave forma di psoriasi diffusa, con artrite psoriasica oligoarticolare, con asma bronchiale, in soggetto con ipertensione arteriosa e dislipidemia”.

Sabato 23 maggio 1998, nella Cattedrale di Vercelli, “un applauso fragoroso e il canto possente del Magnificat” accolgono le parole di papa Giovanni Paolo II che dichiara Beato don Pollo. Un nuovo vanto per la bimillenaria Chiesa di Vercelli, che tra i propri vescovi annovera ben 22 santi, dal poco conosciuto Sabiniano, e qui - breve parentesi – merita citare un discorso tenuto a Vercelli il 15 settembre 1861 da don Bosco, in occasione della consacrazione della chiesa di Santa Maria Maggiore: “Quando l’apostolo S. Pietro, per la persecuzione di Claudio fu costretto di allontanarsi da Roma, venne a predicare in varie parti del Piemonte fino a Vercelli, ed ivi deputò S. Sabiniano, di poi S. Marziale e S. Matteo a governare questi paesi e a diffondere ognor più la luce del Vangelo; così la Chiesa vercellese, fra le altre glorie, ha quella eziandio di essere stata fondata dal Principe degli Apostoli”.

Tornando al 1998, a incorniciare la figura di Secondo Pollo è stato chiamato il pittore Giovanni Bonardi di Villanova Monferrato, che ha realizzato tre opere: un bozzetto di piccole dimensioni che accompagna la collezione degli oggetti del Beato, un quadro collocato sopra la tomba, una tela di grosse dimensioni, stendardo della beatificazione. Un altro quadro Bonardi lo ha realizzato due anni dopo per la chiesa di Langosco.

Oggi la devozione per il Beato è sempre molto viva, in particolare tra gli Alpini. Oltre al busto a Motta de’ Conti, un grande monumento lo ricorda nel paese natale di Caresanablot, altro monumento a Greggio, un sacello a Castelrosso (TO);  il Gruppo alpini di Robbio Lomellina e la Parrocchia di Cambiano (TO) conservano ritratti e reliquie e altre sono custodite nella raccolta curata dal defunto canonico don Claudio Cipriani a Casale; una reliquia è presente addirittura nelSacrario di Japigia, a Bari.

Ogni anno si svolgono processioni e celebrazioni: a Casale ci si raccoglie in omaggio nella chiesa del Valentino, e nel Luglio 2022 si è svolta la 40.esima marcia devozionale, al Santuario di Crea.

aldo timossi (7 - continua)

FOTO. Il beato Secondo Pollo da un quadro di Bonardi (part.); anno 2000 olio su tela cm140x80, per la Chiesa parrocchiale di Langosco (Pv).