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“La voce della Polonia - Non solo Chopin”
Angelov in un programma unico
E così siamo arrivati alla fine. Sembrano passati pochi giorni da quanto ad ottobre lanciavamo su queste colonne la stagione Musicale dell’Accademia Filarmonica. I toni erano enfatici, ma la realtà è stata anche più elevata: abbiamo visto la sala di Palazzo Treville sempre piena e un programma di alta qualità filato via senza intoppi fino all’ultimo appuntamento, venerdì, con Ludmil Angelov, il nome più eclatante del cartellone, e ancora una volta tutto il pubblico in piedi, stretto intorno all’artista, dopo sette chiamate alla ribalta e tre bis
Soprattutto una stagione che conferma una svolta storica per l’Accademia Casalese impegnata nel suo rilancio: c’è una frase della presidente Serena Monina che forse vale più dei ringraziamenti per Sergio Marchegiani, direttore artistico di questa perfetta macchina musicale, ed è quando rivela che, grazie alla musica, la Filarmonica ha attirato nuovi soci: linfa vitale per la gestione di un bene di incomparabile valore culturale che è nel cuore dei casalesi.
Questo ultimo concerto però trascendeva la musica, in un certo senso è stata un’esperienza culturale completa, anche dal punto di vista geografico. “La voce della Polonia - Non solo Chopin” ha raccontato attraverso le note il cuore di una Nazione che ha avuto un’esistenza a fasi alterne, più volte spartita, oppressa, riaggregata a tavolino. Una nazione che però vive tutta intera nella sua musica, a cominciare da quella di Chopin, il cui mito in patria è ben ricostruito da Marchegiani, quando parla di Angelov chiamato alla giuria del concorso di Varsavia dedicato al compositore, di cui è stato anche capace di eseguire l’intera opera. Chopin che diventa la sua Polonia trasformando polacche e mazurka in un messaggio politico.
Ma la bellezza di questo programma è di vedere oltre la sua vita finita nel 1849 ed ecco la musica di un suo allievo come Mikuli, di un epigono come Michalowski e quella inaspettata di Friedman che ne perpetua il linguaggio anche nello stile del Novecento.
Angelov li unisce tutti in un programma unico, che per sua richiesta non viene interrotto dagli applausi e che è incentrato proprio su polacche e mazurke. Calca sulla tipicità del ritmo e sul timbro brillante più che sulle dinamiche, ne fa emergere il carattere popolare, senza eccessi di romanticismo. Ci si trova presto presi da un vortice trascinante e un po’ malinconico, capace di farci oscillare a tempo. Dopo un totale di 14 mazurke e la Polacca op 26 n 1 di Chopin, Angelov
Conclude con la celeberrima op. 53 “Eroica”, ma il viaggio nella terra del nord continua con i bis chopiniani: Notturno op. 27 n. 1, lo Studio op. 10 n. 12 (poteva forse mancare “La caduta di Varsavia”?) e la serata si conclude con il Notturno in Do diesis minore, dove Angelov ribadisce che, quando serve essere commoventi, può far sgorgare lacrimoni a un’intera platea.
Finisce la stagione della Filarmonica, non quella della musica organizzata Marchegiani che ha annunciato che il 16 maggio porterà qui una tappa del prossimo Festival Echos (v. presentzione alla Bit, ndr) con un concerto per vocale che rinverdirà i fasti di un’altra istituzione di queste sale: il Premio Filarmonica.
Alberto Angelino.
-Musica in Filarmonica è stato organizzato da Accademia Filarmonica e Associazione Musicale Tempo Doppio APS in collaborazione con la Fondazione CRAL, il Comune di Casale Monferrato e sponsor privati: Pastorfrigo, BCube, Gruppo Stat e Magnoberta