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“Pellegrini di speranza”
Un cento alla Caccia al tesoro della Diocesi
Domenica 3 novembre circa un centinaio di partecipanti hanno sfidato il freddo e la nebbia prendendo parte alla seconda Caccia al tesoro organizzata nella città di Casale.
Dal titolo “Pellegrini di speranza”, l’iniziativa ha rappresentato un momento dedicato alle famiglie in cui bambini, genitori e nonni che hanno potuto cimentarsi alla scoperta della città e dei suoi monumenti ricchi di arte e di storia, frutto di culture differenti. La caccia al tesoro, promossa dall’Ufficio Beni Culturali della Diocesi nell’ambito del progetto “attività di comunità”, sostenuto da Fondazione CRT e dalla Consulta per i Beni Culturali Ecclesiastici di Piemonte e Valle d’Aosta, ha visto rinnovata la collaborazione tra enti religiosi e di promozione cultuali differenti. Il personale del Museo del Duomo - Cattedrale, del Museo Civico-Gipsoteca Bistolfi, della Comunità e Museo Ebraico, della Parrocchia Ortodossa Romena di Casale, delle Figlie di Nostra Signora di Lourdes-Istituto Mazzone e della Fabbrica di Santa Caterina Onlus sono stati impegnati nell’organizzazione e nell’ottima riuscita dell’iniziativa.
Partendo dal cortile del castello dove sono stati distribuiti i giornali di viaggio e le sacche con il logo dell’iniziativa, le famiglie, suddivise in sei squadre, hanno ricevuto il primo indizio che ha svelato loro la prima tappa da raggiungere. Il filo conduttore è stato quello del viaggio e del pellegrinaggio che ha permesso alle squadre di muoversi da un sito all’altro per fare la conoscenza di personaggi storici particolarmente legati al luogo visitato e magistralmente interpretati dagli attori e dalle attrici del “Collettivo teatrale di Casale”. La narrazione (condotta sulla base del copione steso dal Collettivo in collaborazione con i referenti di ciascun ente) ha permesso di valorizzare il sito culturale, di far conoscere personaggi più o meno noti legati alla città e a una determinata cultura o comunità come una pellegrina, Anna d’Alencon, Giovannina Mazzone, San Giovanni di Valacchia, Carlo Vidua e Mosè. Il pomeriggio si è concluso nel cortile del castello dove i partecipanti hanno ricevuto il diploma di conoscitore cittadino e pellegrino di speranza e dove tutti i personaggi si sono riuniti per un’ultima scena che si è chiusa con un invito: “Non importa in cosa credete, purché crediate in qualcosa. Di autentico, che porti rispetto per il mondo e per ogni creatura che lo abita. Non cedete alla tentazione di essere ciò che non siete. Fidatevi della vita, coglietene i segnali e camminate godendovi il viaggio. E se durante il cammino ogni tanto la terra trema e si aprono delle ferite, non abbiate timore, sono crepe da cui passerà la luce che vi indicherà i passi giusti da fare per essere veri pellegrini di speranza.”
c.ma.
FOTO. Nel coro di Sana Caterina