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I Giardini incantati di Danièle Sulewic
Personale che si inaugura domenica alle 18 a Villa Vidua di Conzano
Mostra di alto livello quella che si inaugura domenica 1° settembre alle 18 a Villa Vidua di Conzano: "Un bestiario insolito.Giardini incantati" di Danièle Sulewic. Sarà aperta fino al 6 ottobre.
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A volte si confonde la scenografia con la sceneggiatura. Sceneggiare significa raccontare, significa chiudere un segmento di storia all’interno delle unità di tempo e di spazio di aristotelica memoria. Fare scenografia invece significa costruire lo spazio nel quale si sviluppa l’azione. Lo scenografo crea tutto ciò che è visibile sulla scena, dai locali agli arredi, dagli oggetti alle costruzioni. Ovviamente da ciò sono esclusi i personaggi e tutto ciò che appartiene a loro, come trucco o costumi.
Si potrebbe affermare, senza timore di essere smentiti, che lo scenografo sia l’artista al quale viene affidato il compito di unire gli aspetti peculiari della cultura visiva. Lo scenografo è pittore, musicologo, esperto di letteratura: deve saper legare i contenuti di numerosi aspetti culturali attraverso il simbolo e l’astrazione, in modo da costruire quello spazio attraverso il quale l’immaginazione dello spettatore può fluttuare per vivere le emozioni del teatro. Quindi la scenografia non è un’arte a sé stante, ma un insieme di arti che si sciolgono per raccontare, insegnare e, appunto, fare arte.
Danièle Sulewic, nata a Parigi, è stata collaboratrice di Emanuele Luzzati e ormai vive da più di trent’anni in Liguria. Il suo modo di affrontare la scenografia prevede l’utilizzo, quasi sperimentale, di materiali per certi versi insoliti, come la ceramica associata alla più luzzatiana stoffa. Sicuramente lei deve molto al maestro genovese, la sua è una parentela stretta: “nel mondo del teatro c’erano molte cose che non capivo – ha affermato in un’intervista del 2019 –, mi sentivo sempre un po’ dentro e un po’ fuori, per via della mia ricerca artistica, personale. Ne discutevamo molto con Lele, che diceva che ero troppo artista. Ho sempre mantenuto un piede nel mondo artistico e uno nel teatro, ho sempre vissuto con uno sguardo esterno. Con Lele c’era un legame artistico, culturale e di amicizia”.
Sulewic, apprezzata scenografa di grande abilità e creatività, rimane comunque un’artista, anche se riesce a tenere a bada questa sua peculiarità. La stoffa, infatti, diventa per lei il supporto col quale può dare libero sfogo alla sua fantasia. L’immagine che costruisce sembra una vetrata gotica; ai colori si sostituiscono dunque i frammenti delle stoffe (e di tutti i materiali che esistono nel suo universo), le figure prendono forma come se fossero un arazzo – o più ancora come se si trovassero sulle pagine di una pergamena –. La cucitura diventa allora il limite all’interno del quale si definisce la figura. Sulewic in questo modo si fa latrice dell’eredità di Lele Luzzati, offrendo, come detto dalla scenografa Frieda Klaphoz Avrahami, una lettura profonda del grande maestro.
Carlo Pesce
Danièle Sulewic è nata a Parigi e vive da oltre 30 anni in Liguria. Il suo stile si contraddistingue per la poliedricità e l'armoniosità nell'utilizzo dei diversi materiali, come la ceramica e la stoffa, con i quali realizza preziose pergamene, tessili ed arazzi. L'artista francese ha collaborato per molti anni con Emanuele Luzzati, pittore, decoratore e ceramista genovese con una grande esperienza nella realizzazione di scene e costumi teatrali per alcune delle più importanti compagnie nazionali e internazionali. Danièle Sulewic, inoltre, collabora da circa 30 anni con il "Teatro della Tosse" di Genova, fondato nel 1975 dallo stesso Emanuele Luzzati, per il quale realizza i famosi costumi.