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San Giuseppe Allamano

La tomba nel periodo bellico al Castello di Uviglie

Giuseppe Allamano è stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II nell’ottobre 1990 e proclamato santo da papa Francesco la scorsa domenica, 20 ottobre 2024, nella Giornata missionaria mondiale. Ci sono, come vedremo, dei legami col Monferrato.

Giuseppe Allamano, quartogenito di cinque figli, nasce a Castelnuovo d’Asti (oggi Castenuovo Don Bosco) il 21 gennaio 1851. Rimasto orfano a tre anni del padre Giovanni è allevato dalla madre Marianna, sorella di San Giuseppe Cafasso. Dopo le scuole elementari entra undicenne per gli studi nel primo oratorio salesiano di Valdocco, dove aveva come confessore don Giovanni Bosco.

Nel 1866, ultimati gli studi ginnasiali, lascia di gran fretta l’oratorio, insalutato ospite, con un dolce rimprovero del futuro santo, per rispondere alla chiamata al sacerdozio diocesano. Entra nel seminario torinese ed è ordinato sacerdote nel settembre 1873 e quattro anni dopo si laurea in teologia presso la Pontificia facoltà teologica di Torino, poi ottiene l’abilitazione all’insegnamento universitario, diventa membro aggiunto della facoltà di diritto canonico e civile e preside delle due facoltà. Desideroso di impegnarsi nel ministero pastorale, viene destinato alla formazione dei seminaristi, prima come assistente, poi come direttore spirituale del seminario maggiore. Ma i suoi progetti sono altri. Nel 1880, non ancora trentenne, è nominato rettore del santuario della Consolata, dove fonda l’Istituto dei Missionari nel 1901 e l’anno dopo parte per il Kenya la prima spedizione. Nel 1912 egli richiede al papa Pio X di istituire una giornata missionaria annuale, poi attuata Pio XI dopo la morte avvenuta al santuario della Consolata il 16 febbraio 1926.

Nel marzo 1943, a causa dei bombardamenti su Torino, il suo feretro in perfetto stato di conservazione veniva estratto dal sarcofago di marmo e trasferito, in forma privatissima, su un autofurgone al castello di Uviglie, comune di Rosignano, dove era ospitato il seminario teologico dell’Istituto, profugo per la guerra.

Della tomba, rimasta segreta fino al rientro a Torino avvenuto nell’ aprile 1949, resta il ricordo nella targa dettata in latino classico dal confratello padre Olindo Pasqualetti, che recita: «Mentre nel mondo infuriava la guerra, i discepoli di Giuseppe Allamano, che lo invocano padre e maestro dell’Istituto della Consolata, quine trasferirono temporaneamente le ceneri e le ossa, ad impetrare il ritorno della pace compromessa dalla violenza delle armi».

Dionigi Roggero