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‘Castello Fiorito’ a San Giorgio

Tra gli eventi la mostra di outsider-art "Lo spazio dentro"
Sabato 10 e domenica 11 settembre torna al Castello di San Giorgio Monferrato la mostra-mercato florovivaistica ‘Castello Fiorito’, giunta alla sua terza edizione. Quest’anno, per la prima volta, Castello Fiorito occuperà un intero fine settimana, svolgendosi in due giornate, all’interno del giardino pensile all’italiana e nell’area adiacente le mura nord del Castello di San Giorgio.

 Alla manifestazione parteciperanno circa 25 espositori che proporranno piante e fiori, ma anche arredi e oggetti per il giardino e la casa, prodotti derivati da fiori e piante, produzioni agroalimentari di piccoli produttori. Anche a settembre il fiore più ricercato sarà la rosa: a Castello Fiorito si potrà dunque trovare una ricca offerta di rose moderne e antiche, ma anche arbusti a foglia grigia e piante non comuni, erbacee perenni, piante annuali, piante officinali, aromatiche e orticole particolari, cactacee, succulente, tillandsie, orchidee, piante da esterno non comuni, graminacee ed altre ancora. Inoltre, numerose proposte a livello artigianale, dalle lavorazioni in Pietra da Cantoni del Monferrato alle ceramiche a tema floreale, creazioni in tessuto di canapa, oggetti realizzati con il fil di ferro, arredo giardino in ferro battuto, essenze frutto della distillazione.

Mostra d’arte "Lo spazio dentro"

In concomitanza con l’evento Castello Fiorito, ci sarà la mostra di outsider-art ‘Lo spazio dentro’ , in cui sono esposte le opere dei tre artisti  Maura Pavia, Davide Fossarello e Paola Rossi. L’idea della mostra nasce dall’Atelier Sospeso, il laboratorio permanente di arte-terapia presente nel castello e frutto del lavoro di Michela Bertana, arte-terapeuta, che ogni settimana organizza al castello gruppi di ospiti di diverse comunità locali. La mostra è curata, oltre che dalla Bertana, da Daria Carmi, Francesco Rolla e Valentina Moiraghi e accosta le opere contemporanee dei tre artisti agli affreschi antichi già presenti al castello, in un percorso storico-architettonico dove l’arte antica e l’arte moderna si combinano e confrontano. Lo spazio dentro è la prima mostra organizzata dall’Atelier Sospeso, nata dal desiderio di Michela, insieme alla proprietà e all’Associazione Il Faggio Rosso, di creare, oltre ai laboratori di arte-terapia, uno spazio in cui far coesistere diverse forme di espressione artistica e artisti più o meno riconosciuti. L’inaugurazione venerdì 9 settembre con orario 19-22; sabato 10 e domenica 11 settembre orario 10 -19.
Sabato 10 settembre, nel Giardino Slow del castello, a partire dalle 20 si esibiranno gli Amish, gruppo folk locale dal ricco repertorio di canzoni scritte e cantate rigorosamente in dialetto piemontese.

Chiosco Bistrò: cibo, birra, vini

Il Chiosco-Bistrò con cibo, birra artigianale e vino biologico delle cantine locali Vicara e La Casaccia, resterà aperto tutto il fine settimana, con orario 10-22.
Domenica 11 settembre sarà possibile provare le e-bike con le guide specializzate Ivan Bianco e Enrico Gremmo dell’associazione Bewood Outdoor Brigade. Si prevedono inoltre le visite guidate del castello tenute dal proprietario FrancescoRolla sempre nella giornata di domenica 11 settembre alle ore 11 e alle ore 17. (Per le visite al castello è necessaria la prenotazione: whatsapp 328/6736678 - costo 8 euro a persona. Gratis per bambini fino ai 10 anni. Il biglietto si può fare presso il Chiosco-Bistrò prima dell’inizio della visita). Domenica 11 settembre sarà in servizi la navetta dalla nuova area parcheggio in strada S. Giorgio adiacente all’area produttiva. Parcheggi anche nelle vicinanze del castello.
PLR
 
PER SAPERNE DI PIU’

ARTISTI

Maura Pavia

Nata a Pinerolo il 03.03.83 frequenta il liceo artistico Renato Cottini di Torino, poi l’Accademia Albertina di Torino. Da sempre appassionata all’arte dipinge dal 2001 ad oggi, mantenendo un legame costante e fortissimo con la pittura nonostante gli eventi avversi della vita che negli anni l’hanno costretta a diversi trasferimenti. In ogni nuova abitazione l’hanno sempre seguita i colori e le tele, con i quali ha potuto esprimere sé stessa in quel modo spontaneo che l’arte permette di fare.Tra le tecniche utilizzate troviamo l’acrilico, gli acquerelli e soprattutto i colori ad olio su tela. Attualmente è riuscita a tornare nella città di origine, dove continua a dipingere e frequenta un corso di falegnameria per costruire in futuro le proprie tele. La sua relazione con l’arte nasce come risposta alla necessità di trovare uno spazio di vita, quindi di crescita, di costruzione del sé ma anche del rapporto con la società, con la realtà in cui siamo immersi. Il suo è un viaggio di formazione dove troviamo restituito attraverso una costellazione di elementi  archetipici:  il suo spirito ribelle, un’adolescenza che lei stessa definisce “corrosa”, una fragilità che la segna nel corpo e nello spirito -quando la sua “leggerezza” arriva a significare l’interruzione di qualsiasi gesto vitale che non fosse la pittura-, la relazione con le istituzioni, ricercate come luogo di salvezza, di conforto, di rassicurazione e al contempo come insieme di regole e rigidità da cui fuggire. Maura dipinge per bisogno di dare forma alle sue irrequietezze, al suo stato interiore in continuo movimento, ala sua anima precaria, che crea all’interno di ad un processo espressivo che evolve attraverso il dubbio, l’instabilità, l’onirico e il simbolico.

 

Davide Fossarello

Nato a Trino il 07.01.67. Non segue studi d’arte specifici ma presto sente il bisogno di esprimere sé stesso e il proprio mondo interno e si avvicina così al mondo dell’arte e della scrittura. Completamente autodidatta impara le tecniche di pittura osservando i quadri di altri artisti ma cercando una via di espressione personale. Sperimenta temi specifici accanto a temi naturalistici seguendo le stagioni e le emozioni legate ad esse. Nell’ultimo periodo si evidenzia uno studio ancora più accurato sull’utilizzo della luce. Usa colori acrilici su tele ricavate da lenzuola in disuso, come base ricicla scatole di cartone. Nell’intento di dare nuova vita a oggetti di scarto crea opere d’arte da ciò che per gli altri è rifiuto, ma ripercorre anche le tappe evolutive del nostro corpo e in particolare del nostro sonno, così le lenzuola sono una casa in cui siamo cresciuti, un abbraccio nel quale siamo rinati, la tela bianca su cui disegniamo i nostri sogni. In lui il bisogno di esprimersi coincide in maniera innata con il dipingere ed evolve in una capacità di trasmettere, attraverso narrazioni anche molto complesse, la tensione verso la ricerca e la comprensione del senso della vita. La sua pittura è contemplazione, suggestione onirica, sono paesi silenziosi, balene volanti nello spazio siderale e lupi ululanti nella notte, mondi abitati da uomini in pace con sé stessi e con gli altri ma soprattutto natura, silenziosa, materna, archetipica e piena di ombre. Dove vediamo la pace dell’opera, la nostalgia per realtà armoniose mai esistite, la magia di mondi (im)possibili, senza inganni e senza dolore, sentiamo tutta la paura, la precarietà, il desiderio, sentiamo di essere umani immersi in un mondo dove la vita è prima di tutto accettazione e contemplazione, anche del male. 

 

Paola Rossi

Nata a Casale Monferrato nel 1967, frequenta l’arte come strumento di elaborazione della vita e racconto del sé. Il racconto è rivolto verso l’esterno, è lo sforzo di interlocuzione con gli altri, dove gli elementi sono scelti accuratamente, forse casualmente, ma consapevolmente. Nel sistema sociale che ci vuole competitivi, aggressivi, performanti l’arte è per l’autrice una richiesta silenziosa e persistente di essere osservata, vista, accettata. In primis ci sono i disegni, lettere di un alfabeto espressivo ancora incerto, che appare “studio”, esercizio per allenare il corpo, non solo all’arte ma alla vita. La pittura matura ci conduce in un racconto opaco, ovattato, dove oggetti e ricordi dell’infanzia vengono edulcorati dall’elaborazione poetica dell’artista, che disegna loro ma dice “io”. La fotografia è in continuità con la pittura e arriva proprio quando il corpo vacilla, ancora, nel 2021, a causa di un ictus che le determina prima uno stato di coma e successivamente l’impossibilità di muoversi e di governare gli arti, situazione che Paola combatte attraverso esercizi di mobilità e, non a caso, pratica artistica. Ci consegna così, oggi, un reportage fotografico che è una grammatica di ricostruzione della propria anima e del proprio corpo, composta da indizi lineari, mostrati ma celati, offerti ma trattenuti, senza tempo ma congelati, che narrano una vita dove sembra essere più ciò che non si sa, di quello che si sa.

FOTO. Davide Fossarello, Africa.Eden, acrilico su tessuto e cartone, 2020.