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‘Castello Fiorito’ a San Giorgio

Tra gli eventi la mostra di outsider-art "Lo spazio dentro"
Alla manifestazione parteciperanno circa 25 espositori che proporranno piante e fiori, ma anche arredi e oggetti per il giardino e la casa, prodotti derivati da fiori e piante, produzioni agroalimentari di piccoli produttori. Anche a settembre il fiore più ricercato sarà la rosa: a Castello Fiorito si potrà dunque trovare una ricca offerta di rose moderne e antiche, ma anche arbusti a foglia grigia e piante non comuni, erbacee perenni, piante annuali, piante officinali, aromatiche e orticole particolari, cactacee, succulente, tillandsie, orchidee, piante da esterno non comuni, graminacee ed altre ancora. Inoltre, numerose proposte a livello artigianale, dalle lavorazioni in Pietra da Cantoni del Monferrato alle ceramiche a tema floreale, creazioni in tessuto di canapa, oggetti realizzati con il fil di ferro, arredo giardino in ferro battuto, essenze frutto della distillazione.
Mostra d’arte "Lo spazio dentro"
Chiosco Bistrò: cibo, birra, vini
ARTISTI
Maura Pavia
Nata a Pinerolo il 03.03.83 frequenta il liceo artistico Renato Cottini di Torino, poi l’Accademia Albertina di Torino. Da sempre appassionata all’arte dipinge dal 2001 ad oggi, mantenendo un legame costante e fortissimo con la pittura nonostante gli eventi avversi della vita che negli anni l’hanno costretta a diversi trasferimenti. In ogni nuova abitazione l’hanno sempre seguita i colori e le tele, con i quali ha potuto esprimere sé stessa in quel modo spontaneo che l’arte permette di fare.Tra le tecniche utilizzate troviamo l’acrilico, gli acquerelli e soprattutto i colori ad olio su tela. Attualmente è riuscita a tornare nella città di origine, dove continua a dipingere e frequenta un corso di falegnameria per costruire in futuro le proprie tele. La sua relazione con l’arte nasce come risposta alla necessità di trovare uno spazio di vita, quindi di crescita, di costruzione del sé ma anche del rapporto con la società, con la realtà in cui siamo immersi. Il suo è un viaggio di formazione dove troviamo restituito attraverso una costellazione di elementi archetipici: il suo spirito ribelle, un’adolescenza che lei stessa definisce “corrosa”, una fragilità che la segna nel corpo e nello spirito -quando la sua “leggerezza” arriva a significare l’interruzione di qualsiasi gesto vitale che non fosse la pittura-, la relazione con le istituzioni, ricercate come luogo di salvezza, di conforto, di rassicurazione e al contempo come insieme di regole e rigidità da cui fuggire. Maura dipinge per bisogno di dare forma alle sue irrequietezze, al suo stato interiore in continuo movimento, ala sua anima precaria, che crea all’interno di ad un processo espressivo che evolve attraverso il dubbio, l’instabilità, l’onirico e il simbolico.
Davide Fossarello
Nato a Trino il 07.01.67. Non segue studi d’arte specifici ma presto sente il bisogno di esprimere sé stesso e il proprio mondo interno e si avvicina così al mondo dell’arte e della scrittura. Completamente autodidatta impara le tecniche di pittura osservando i quadri di altri artisti ma cercando una via di espressione personale. Sperimenta temi specifici accanto a temi naturalistici seguendo le stagioni e le emozioni legate ad esse. Nell’ultimo periodo si evidenzia uno studio ancora più accurato sull’utilizzo della luce. Usa colori acrilici su tele ricavate da lenzuola in disuso, come base ricicla scatole di cartone. Nell’intento di dare nuova vita a oggetti di scarto crea opere d’arte da ciò che per gli altri è rifiuto, ma ripercorre anche le tappe evolutive del nostro corpo e in particolare del nostro sonno, così le lenzuola sono una casa in cui siamo cresciuti, un abbraccio nel quale siamo rinati, la tela bianca su cui disegniamo i nostri sogni. In lui il bisogno di esprimersi coincide in maniera innata con il dipingere ed evolve in una capacità di trasmettere, attraverso narrazioni anche molto complesse, la tensione verso la ricerca e la comprensione del senso della vita. La sua pittura è contemplazione, suggestione onirica, sono paesi silenziosi, balene volanti nello spazio siderale e lupi ululanti nella notte, mondi abitati da uomini in pace con sé stessi e con gli altri ma soprattutto natura, silenziosa, materna, archetipica e piena di ombre. Dove vediamo la pace dell’opera, la nostalgia per realtà armoniose mai esistite, la magia di mondi (im)possibili, senza inganni e senza dolore, sentiamo tutta la paura, la precarietà, il desiderio, sentiamo di essere umani immersi in un mondo dove la vita è prima di tutto accettazione e contemplazione, anche del male.
Paola Rossi
Nata a Casale Monferrato nel 1967, frequenta l’arte come strumento di elaborazione della vita e racconto del sé. Il racconto è rivolto verso l’esterno, è lo sforzo di interlocuzione con gli altri, dove gli elementi sono scelti accuratamente, forse casualmente, ma consapevolmente. Nel sistema sociale che ci vuole competitivi, aggressivi, performanti l’arte è per l’autrice una richiesta silenziosa e persistente di essere osservata, vista, accettata. In primis ci sono i disegni, lettere di un alfabeto espressivo ancora incerto, che appare “studio”, esercizio per allenare il corpo, non solo all’arte ma alla vita. La pittura matura ci conduce in un racconto opaco, ovattato, dove oggetti e ricordi dell’infanzia vengono edulcorati dall’elaborazione poetica dell’artista, che disegna loro ma dice “io”. La fotografia è in continuità con la pittura e arriva proprio quando il corpo vacilla, ancora, nel 2021, a causa di un ictus che le determina prima uno stato di coma e successivamente l’impossibilità di muoversi e di governare gli arti, situazione che Paola combatte attraverso esercizi di mobilità e, non a caso, pratica artistica. Ci consegna così, oggi, un reportage fotografico che è una grammatica di ricostruzione della propria anima e del proprio corpo, composta da indizi lineari, mostrati ma celati, offerti ma trattenuti, senza tempo ma congelati, che narrano una vita dove sembra essere più ciò che non si sa, di quello che si sa.