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"Il Monferrato in Salotto"

ianmaria Sabatini e la pietra ca cantone

"Il Monferrato in Salotto"  è il titolo della mostra di Gianmaria Sabatini che si è inaugurata venerdì 31 maggio alla Galleria Aperture sull'Arte, presso lo showroom di Zaffiro Serramenti. (via Luparia).

La mostra è stata presentata di fronte ad un numerosissimo pubblico dalla presidente dell’associazione Deborah Medurini, dal critico Piergiorgio Panelli, da Johnny Zaffiro

 Sabatini, intervistato, ha raccontato i particolari del suo linguaggio visivo. Un linguaggio visivo che prelude l’uso di un materiale ancestrale quale è la pietra da cantone, testimonianza del percorso geologico della nostra terra monferrina un tempo mare, che ha regalato alle nostre colline quella unicità che non serve solo a produrre vini unici, ma anche a costruire qualcosa di unico, come abitazioni od Infernot dove i nostri nonni hanno scavato nella sabbia fossilizzata con elementi organici del tempo, cunicoli e percorsi per proteggere ogni cosa, alimenti o persone. Sabatini con molta umiltà impara poco alla volta a conoscere questo materiale, ad amarlo costruendo prima opere artigianali poi utilizzandolo come materiale scultoreo . Nelle sue tavole ricostruisce l’amore infinito per la terra monferrina, per le sue colline, le sue case, i suoi paesaggi dalle linee morbide, usando pietre diverse da più cave, incastrando gli elementi come un mosaico. Ma la sua ricerca non si ferma alla forma riesce ad intervenire inventando una scrittura segnica all’interno di queste forme una scrittura libera metaforica che riverbera il segno di Kandisky non trascurando un desiderio di armonie e grammatiche musicali. Molte sono le tematiche naturalistiche ma fra le opere le più profonde sono quelle dedicate a dei poeti del territorio come quella dedicata a Piero Ravasenga dove trasforma le sue inquietudine per la madre persa in una notte infinita dove buio e luce si capovolgono dentro una luna magica alla ricerca di un paesaggio dell’anima. L’artista milanese di nascita ma monferrino per adozione (abota a Olivola, ndr) ci trascina dentro un rapporto d’amore per una terra dalla bellezza infinita non solo nei suoi particolari esteriori ma soprattutto per quelli nascosti all’interno come tesori eterni di un dialogo alchemico con la natura , una natura senza tempo, capace di trasformarsi e di creare bellezza e vita in ogni sua dimensione e Sabatini questo l’ha percepito perfettamente riuscendo a trasformare in estetica contemporanea una terra nascosta da milioni di anni. Aperta fino a venerdì 13 luglio

pgp

(foto Angelino alla inaugurazione, da sin. Sabatini, Panelli, Medurini)