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Il ricordo dell'”austerity”
Mezzo secolo fa: dal 1° Dicembre divieto di circolazione ai mezzi motorizzati
Per le ultime due generazioni, è sconosciuto il tempo dell’”austerity” (traducibile dal latino con rigore, e per gli economisti con limitazione dei consumi). Eppure parliamo solo di mezzo secolo fa, il periodo 1973/74, quello delle meglio note “domeniche a piedi”. Un guaio, un generale attacco di bile per tutti noi, un tempo di bilanci in passivo per tante categorie del commercio, in particolare i ristoratori.
E’ il Novembre ’73, quando si diffondono le prime voci di un imminente periodo di rigore. Da qualche tempo inflazione e stagnazione vanno a braccetto (con brutto lemma di parla di stagflazione!), aumenta il costo della vita, petrolio e gas iniziano a scarseggiare perché si consuma meno di quanto si produce . Nella guerra tra Egitto-Siria e Israele intervengono gli USA, per ripicca i Paesi arabi riducono la produzione di petrolio e avviano iniziative di embargo. L’Italia non è tra i Paesi colpiti, ma il governo di Mariano Rumor gioca d’anticipo e delibera una serie di misure di contenimento forzato dei consumi energetici.
Dal 1° Dicembre divieto di circolazione ai mezzi motorizzati (addirittura anche le auto del Capo dello Stato) dalle ore 0 e sino alle ore 24 di tutti i giorni festivi, con multe da centomila lire a un milione per i contravventori e sequestro immediato del mezzo; il costo della benzina sale a 190 e 200 lire rispettivamente per normale e super, gasolio a 113 lire al litro, e i distributori sono chiusi dalle ore 12 del giorno precedente la festività sino alle 24 del giorno festivo; limiti di velocità a 100 km/h sulle strade extraurbane normali e 120 km/h sulle autostrade; negozi chiusi dalle 19, ristoranti e locali dalle 24, cinema dalle 22.45. I programmi tv chiudono alle 22.45.
Quello stesso giorno, “Il Monferrato” esce con il titolone in prima pagina “In vigore le misure restrittive – Mancano pure le biciclette – Preoccupati benzinai e ristoratori”. Iniziano le cosiddette domeniche a piedi, e un fondino ispirato al “piumla c’ma la ven”, prendiamola come capita, spiritoso consiglia: “E ' forse troppo pretendere che si occupi il tempo libero rileggendo la Divina Commedia (per carità, lasciamo stare il Decamerone!). Non resta che sperare nel buonsenso delle donne che, non appena noteranno un'insolita luce nello sguardo dei coniugi, si affretteranno a rispolverare gli innocenti giochi della tombola o del domino, ammonendo nel contempo il consorte di fare economia, non fare l'amore. In tal modo eviteremo di avere i "figli dello sceicco cattivo”.
Un giro di interviste interpreta malumori e preoccupazioni dei ristoratori. Dice Remo Grossi, de “ La Torre” di Casale e del “S. Giorgio Hotel”: “Avremo un calo sostenuto nelle presenze; di questo si dovrà tener conto in sede di imposizione fiscale, meno tasse, molto meno”.
Alla “Sofora” di Rosignano si deciderà probabilmente la chiusura festiva. Mombello, ristorante “Dubini”, il proprietario parla di “grave danno perché nei festivi venivano occupati circa 200 coperti”.
Il discorso non cambia al “ Giardino” di Balzola, dove la domenica registrava il 99 per cento delle presenze, “i clienti hanno chiesto di organizzare un servizio di pullman”. Per alcune sale da ballo, chiusura nei festivi, cosi, ad esempio, alla “ Bussola” di Ozzano e alla “ Lanterna blu” di Gaminella.
Anche se il freddo non induce a pedalare, affari e tutto esaurito per i negozi di biciclette, da Cornalea in via Roma e Ravasio in piazza Castello e Patrucco in rione sant’Ilario.
Preoccupazioni tra i distributori di carburanti, si venderà di meno e intanto i rifornimenti arrivano con ritardo. A Casale e nei paesi, l’illuminazione pubblica vedrà spegnersi un punto luce su due. Nei negozi è corsa all’accaparramento, scarseggiano generi di prima necessità come pasta, zucchero, olio. Roba da tempi di guerra! Furbescamente un grande emporio alessandrino “consiglia di acquistare anche con ritiro posticipato” stufe, televisori, lavatrici, cucine, ecc.: le scorte si esauriscono e “torneranno sul mercato con prezzi maggiorati del 20-25%”!
L’assenza di auto la domenica, divide in due mondi, città e periferie. “A Casale è quasi una festa lungo le vie del centro. Nei paesi è desolazione, il silenzio delle strade deserte battute dal vento, la solitudine di chi aspetta il pubblico servizio, con mezzi stracolmi pur se aziende come la STAT mettono in strada ogni mezzo disponibile. Contrasto singolare tra due ambienti, tra due modi di vita, tra due umanità assurdamente accomunate da tonnellate di automezzi rombanti che si dividono quando mancano le quattro ruote”.
L’austerità stretta durerà fino al 10 marzo 1974, quando sarà introdotta la circolazione a targhe alterne, pur se per mettersi al volante bisognerà pagare la benzina 250/260 lire per litro (schizza in alto a Casale, tra forti proteste, anche il prezzo del gas, da 21,60 a 35 lire al metro cubo). Si concluderà solo da inizio Giugno, con deroghe a metà Aprile in occasione di Pasqua e Pasquetta. Tempi che speriamo non ritornino!
tim