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In tram da Casale ad Altavilla-Vignale - Di Aldo Timossi

E altri progetti - Il Museo realizzato da Enri Bo
Da Aldo Timossi la storia (poco conosciuta) delle tramwie in Monferrato.
La carrozza “Omnibus” (dal latino “per tutti”) fa la sua prima apparizione a Parigi, intorno al 1820, come vettura per il servizio pubblico, trainata da cavalli, e la novità arriva ben presto in Italia, con ampia diffusione, anche nelle zone di campagna. Mezzo secolo più tardi, da Casale si diramano tra l’altro quattro linee, per Vignale, Montemagno, Camagna, Lu. Le strade sono sconnesse e carenti di “buona ghiaia”, i cavalli hanno il passo lento, il tragitto dura molte ore: da Lu per Casale si parte alle 3 del mattino, dalle altre località alle 5!
Per velocizzare, occorre pensare a qualcosa di nuovo, ed ecco che spuntano come funghi tanti progetti per posare traversine e rotaie, e su quei binari far correre – si fa per dire! - la novità del tramway a vapore.
Intorno a Casale, qualche progetto resterà sulla carta. E’ il caso di ben due proposte per collegare il capoluogo a Pontestura e oltre.
Sponsor della prima linea, il medico e deputato del Regno d’Italia Giuseppe Martinotti, residente a Coniolo, dove morirà nel 1910, eletto nel Collegio di Villadeati. Il progetto prevede un collegamento lungo, fino a Brusasco, con un tunnel di 250 metri sotto il Monte Sion, tra Camino e Mombello. Idea ambiziosa, perché da Brusasco s’innesterebbe sulla (ipotetica) linea dal Torinese, forse troppo per essere realizzata con risorse non cospicue, stanti le difficoltà dei Comuni interessati, di far fronte ai necessari contributi.
Il disegno alternativo è firmato nel 1881 dai geometri Musso e Beretta. Collegherebbe Casale con Coniolo e Pontestura, per diramarsi quindi verso Ozzano, Moncalvo, e Cerrina, Gabiano. Quando i Sindaci vedono le cifre che dovrebbero sborsare – 236mila lire, pari a circa un milione di euro - è la fine della proposta.
Il team Chiora e Bagutti propone di posare una “guidovia” tra il capoluogo, Ottiglio, Casorzo, Moncalvo. Costo, 1.200.000 lire, poco meno di 5 milioni di euro! “Venne accolto con molto favore dai Comuni interessati e sarà vivamente appoggiato, siccome quello che realmente arrecherà loro grandi vantaggi” scrive “Il Monferrato” del 22 ottobre 1879. In effetti, tra le prime adesioni c’è quella del Municipio di Casale. Anche in questo caso, l’auspicio che “il tramway passerà nel novero dei fatti compiuti” rimane lettera morta. Verosimile che l’ostacolo sia di natura economica. In effetti, i Comuni di Cellamonte, Rosignano, Frassinello Monferrato, Olivola, Ottiglio e Casorzo, hanno assicurato un sussidio complessivo di 216 mila lire, altri 70mila arriverebbero da Casale, ma si è ben lontani dal coprire il costo di preventivo!
Resta negli auspici anche l’idea di piazzare binari tra Casale, Morano e Trino, nata quando si immaginava che la futura ferrovia per Chivasso sarebbe passata sulla destra del Po, addirittura pensata come linea ferroviaria vera e propria, quindi “limitata in più strette sfere, con una ferrovia economica o un semplice tramway” si legge su “Il Monferrato” del 3 marzo 1878, che aggiunge: “Coraggio adunque o Trinesi, o Moranesi, all’opera e tosto, se non volete restare isolati”. Evidentemente il coraggio non basta!
Nonostante gli auspici del giornale perché “il progetto abbia presto la sua attuazione”, rimane sulla carta il collegamento Casale-Giarole-Frassineto Po-Valmacca-Ritirata-Bozzole-Pomaro, disegnato nel 1879, dal geometra Evasio Margara.
Nel cuore dei colli monferrini, il tramway da Casale si addentra invece verso Camagna, e anni dopo, fino ad Altavilla - dove già arriverà la linea da Alessandria - destinata a diventare dal 1900 snodo importante anche verso Asti.
Del tracciato si parla da quasi un decennio, esattamente dal 26 agosto 1879. E’ mattino avanzato, quando nel Palazzo municipale casalese si riuniscono i Sindaci dei quattordici Comuni interessati, oltre a Casale: Terruggia, Rosignano, Conzano, Camagna, Frassinello, Olivola, Vignale, Casorzo, Altavilla, Fubine, Viarigi, Montemagno, Grana, Castagnole Monferrato. È presentato il tracciato della linea, firmato Belloli-Bellisomi, che prevede di arrivare fino a Montemagno. I convenuti si prendono un mese di tempo per riflettere.
A fine settembre, è presente anche l’austero ex Capo del Governo e Deputato, Giovanni Lanza. Presenta un ordine del giorno, approvato con qualche riserva, favorevole alla costruzione della linea – passa vicino alla sua dimora di Roncaglia! - che nel frattempo risulta già dover essere limitata a Vignale
Proseguendo le trattative, i binari pare debbano accorciarsi ulteriormente, finendo la corsa a Camagna. Lanza è contrario, si torna a parlare di Vignale – tra l’altro, suo Collegio elettorale - e la discussione continua ma in conclusione è approvato il contributo solamente per una linea Casale-Camagna. Ironia della sorte, Vignale è stato uno dei primi comuni a dichiararsi disponibile per una partecipazione finanziaria all’intero tracciato!
Partono i lavori, ufficialmente in previsione di arrivare a Vignale, con un compromesso: all’impresa è riconosciuto il contributo economico per il tratto fino a Camagna, ma s’impegna a posare i binari in un tracciato che favorisca l’eventuale prosecuzione verso Vignale, e se un giorno deciderà di arrivare fino al paese, le sarà assegnata la restante parte del finanziamento!
Il 10 ottobre 1880 s’inaugura la tratta Casale-Stramba, individuata da questo momento quale stazione di Camagna, verso Frassinello, a meridione del rio Secco, dopo aver toccato le fermate di San Germano, Bivio Camagna (ora Cantone Losa), Roncaglia, proseguendo quindi parallela al torrente Rotaldo. Il capolinea è così definito, poiché in zona c’è la villa del nobile cavalier Strambio, famiglia dei conti di Cuccaro e consignori di Corteranzo, Rosignano, Scandeluzza. L'orario provvisorio prevede tre corse giornaliere nei due sensi, impiegando un'ora esatta. I clienti non mancano, e qualche mese più tardi le corse diventano quattro: da Casale 5,00-7,30-11,50-17,10; arrivi a Casale 6,50-9,57-13,47-19,50.
Dall’estate 1888, il tramway aggira verso gli Orti il colle di Vignale (il dislivello di circa cento metri sarebbe insuperabile per le piccole vaporiere, una galleria troppo lunga e costosa) e raggiunge la località Cittadella di Altavilla, nella piana a oriente del concentrico. Posto strategico – anche per il trasporto delle vinacce alla vicina distilleria Mazzetti - che oltre un secolo più tardi vedrà nascere il “Museo dei Tramways”, parte integrante dell'Ecomuseo del Basso Monferrato Astigiano, grazie in particolare all’intuizione e poi alla costanza e all’impegno di Enri Bo, all’epoca Sindaco del paese.
A metà degli anni Trenta del ‘900, come per altre linee si discute di elettrificazione. Il momento è difficile, l’Italia sta entrando in guerra con l’Etiopia, la Società delle Nazioni applica sanzioni economiche e finanziarie, è tempo di autarchia. Il gestore della tranvia, la FER - Società Anonima Ferrovie Elettriche, decide la chiusura, in parte sostituendo le corse dei treni con autocorriere.
aldo timossi
FOTO. Tram in partenza da Altavilla (coll. Mario Cravino, che ringraziamo)
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