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Ezio Gribaudo e l'Egitto a Conzano

Inaugurazione a Villa Vidua alle 16 di domenica -

Villa Vidua di Conzano ricorda l’artista Ezio Gribaudo (cittadino onorario del paese monferrino, autore della famosa scultura del canguro in Piazza Australia) con una mostra eccezionale, dedicata all’Egitto. Non poteva essere diversamente, considerando il bicentenario della nascita del Museo Egizio di Torino, voluto fortissimamente da Carlo Vidua, che proprio duecento anni fa vedeva il suo sogno realizzato: l’acquisizione da parte dell’Università di Torino della collezione di Bernardino Drovetti.

Domenica 26 febbraio, a Villa Vidua (inaugurazione alle 16, ndr) ammireremo una selezione di opere su carta, unitamente a tele e sculture dedicate alla Terra dei Faraoni, parte di una famosa mostra di Gribaudo nel Bahrain, e, in particolare, gli schizzi realizzati da Gribaudo nel 1973 durante una crociera sul Nilo.

Del conte di Conzano, dell’Egitto e più in generale di storia e arte, chi scrive ricorda le conversazioni con il caro amico Ezio nel suo atelier torinese. Nell’ozio e nel silenzio, tipici di un eccentrico Cabinet de curiosités, Gribaudo tesseva con noi una rete d’incontri per preparare libri e mostre, come nell’estate 2016, in compagnia del Sindaco di Conzano, Emanuele Demaria.

La memoria corre felice a quel passato, ricco, intenso. La casa-studio di Gribaudo nacque nel 1974, su un piccolo terreno, ai piedi delle colline torinesi, dietro la Gran Madre. Andrea Bruno la costruì ispirandosi alle incisioni dell’artista: due volumi sovrapposti con tratti aggettanti e l’alternanza di cemento a vista scolpito con eleganza e grandi vetrate. L’edificio è un omaggio senza precedenti allo stile internazionale nell’architettura di Torino. E non poteva che essere così considerando la vita e l’opera di Gribaudo, proprie di un artista-flâneur, cosmopolita. Lì, nel suo studio nella capitale sabauda (per lui, innamorato della storia: la città di Cavour, Gobetti e Gramsci) ci sono ancora i suoi libri, le sue opere. La figlia Paola, che qui si ringrazia pubblicamente, mantiene accesa questa fiamma di cultura!

Importante, quindi, il ricordo di Conzano al “suo” artista, morto, nella sera del 18 luglio, all’età di novantatré anni a Torino, dov’era nato il 10 gennaio 1929. In arte, Gribaudo è stato soprattutto l’uomo del bianco: per le sue tavole e per le sue sculture (logogrifi).

Un giovedì, 10 gennaio 2019, l’artista aveva festeggiato i novant’anni al Museo Nazionale del Risorgimento italiano – Palazzo Carignano, salutato da una grande folla, che aveva potuto ammirare le sue tre opere monumentali, realizzate nel 1961 in occasione del Centenario dell’Unità d’Italia: «Sollevazione del popolo a Milano», «Gli impiccati di Belfiore» e «Pier Fortunato Calvi». Gribaudo è stato certamente uno dei protagonisti della scena culturale italiana. Le sue mostre personali e collettive in gallerie e musei sono note in Italia e all’estero. Amico di Picasso e di Bacon, Gribaudo collaborò con Chagall, de Chirico, Fontana, Peggy Guggenheim, Miro, Moore e Zavattini. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti alla sua attività creativa, fra cui anche la Medaglia d’oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Non ha mai smesso di dipingere e di viaggiare. Avrebbe voluto avere una barba bianca come quella di Lev Tolstoj. Essere uno sciamano.

Tra i viaggi che Gribaudo ha compiuto in giro per il mondo, dall’Australia a Cuba, da New York a Città del Messico, quello in Egitto ha lasciato un segno singolare nella sua opera.

Il tema della mostra a Villa Vidua - l’Egitto di Gribaudo - è quasi un percorso naturale del nuovo allestimento multimediale e inclusivo sulla vita e i viaggi del conte Carlo Vidua.

Nel 1973, Ezio, il dinosauro, come amava essere chiamato, è in Egitto: un dandy di quarantaquattro anni, curioso. È un gentleman alla maniera di Hercule Poirot, poco attento però ai segni del presente: il suo occhio rimane folgorato solo dall’antico passato. Con il viaggio in Egitto prende l’avvio, un ciclo pittorico e plastico che inizia lasciando una prima traccia, en plein air, sul suo carnet, nel suo taccuino d’appunti. L’opera, in una fase successiva, subirà poi una lenta e meticolosa rielaborazione in studio: l’artista, infatti, crea nella sua casa-studio una versione inattesa di quell’opera, come per interrogare gli antichi reperti e ritrovare il senso della vita in quei lontani giorni, scorgere tracce di spiritualità, di quotidiano, ma anche di gioco, poesia e mito. Le piramidi di Giza diventano, per mano di Gribaudo, opere d’arte in miniatura con i segni tipici del Maestro.

Alla fine del 2001, uscì il suo volume, Appunti d’Egitto, per Disegnodiverso, la collana diretta dalla figlia Paola. Oggi a Villa Vidua possiamo ammirare i disegni originali e le “sue” piramidi. In una serie d’incontri, però, sveleremo ben altri e interessanti legami dell’artista con l’Egitto. Sessant’anni fa, ad esempio, usciva a Torino il primo fondamentale volume dedicato al Museo Egizio. Ezio aveva trentaquattro anni ed era il curatore di quell’opera. Il volume del 1963 sul Museo Egizio di Torino è un vero capolavoro editoriale, con fotografie di grandissima qualità. La prefazione, firmata da Ernesto Scamuzzi, terminava con queste parole: «Alla Casa Editrice Fratelli Pozzo, nota per le sue edizioni di volumi d’arte, pregiati per il buon gusto e per una loro squisita meditata eleganza, e al Prof. Ezio Gribaudo, che ha curato con competenza e con fine sensibilità la migliore veste editoriale del primo volume sul massimo museo d’arte antica in Torino, il mio particolare ringraziamento».

Roberto Coaloa

FOTO: Il sindaco di Conzano E. Demaria e Gribaudo a orino

-La mostra ''L'egitto di Ezio Gribaudo"  è curata da Carlo Pesce.

E' visitabile dal 26 febbraio (inaugurazione alle 16) al 10 aprile 2023 con apertura la domenica e giorni festivi dalle ore 15,00 alle ore 18,00; su appuntamento per i gruppi gli altri giorni della settimana. Info 0142/925132