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I diciotto notai di Cereseto...

Nel 1912 Gualino inaugura il Castello progettato da Tornielli
A Cereseto, oggi piccolo comune tra Casale e Moncalvo, l’esistenza del feudo di antica origine, considerato una piccola isola autonoma soggetta alla giurisdizione di Vercelli, non era concepibile nell’epoca in cui le fortune aleramiche erano in auge in Monferrato e venne assorbito dalle dinastie del marchesato.
Sorto, come opposizione al potere dei nobili, Cereseto acquistò una personale fisionomia solo nel 1358 con la pubblicazione degli statuti e la costituzione dei consorzi famigliari che tutelavano sia i feudatari che i sudditi. Nei parlamenti di Moncalvo del 1388 e di Pontestura del 1432 furono trattate le questioni commerciali, i tributi, la libertà personale, le milizie, la polizia interna, il diritto personale civile e il foro ecclesiastico dei comuni. Il gettito tributario del comune signorile di Cereseto era superiore di quattro volte il gettito dei comuni maggiori e di quindici volte quello dei comuni minori. Il consorzio si manifestò con la costruzione della torre e della loggia comune, simbolo di prestigio e potere.
L’abitato si era spostato dalla collina di San Cassiano sull’attuale colle nel XVI° secolo e la antica pieve venne unita ai benefici della vecchia parrocchiale di San Pietro, situata accanto all’antico castello in stato cagionevole e rovinato del tutto già alla fine del XVII° secolo. Il feudo di Cereseto fu investito dal duca Vincenzo I° Gonzaga al marchese Germanico Savorgnan, celebre ingegnere militare e architetto veneziano quale ricompensa per la progettazione della Cittadella di Casale.
Dal 1693 al 1700 il feudo era proprietà del marchese Giacomo Bartolomeo Gozzani di Treville, vice presidente del Senato monferrino, succeduto al marchese Mario Germanico Savorgnan pronipote del famoso ingegnere, difeso nella disputa dal conte Cesaro Antonio Ardizzoni.
Il marchese Gozzani era difeso dal causidico Francesco Lodovico Perracino, podestà del castello di Pontestura e padre di Brigida, moglie del cugino Bernardino Gozzano ultimo proprietario della casa Gozzano di Luzzogno abitanti nella villa Monromeo di Serralunga di Crea, antica casa dei discendenti del condottiero Facino Cane. Nella lista dei beni feudali sono elencati: un molino nella contrada Collobrio, la cascina Merli e la contrada Tavolara proprietà del castello con i terreni sopra le fini di Ozzano e Pontestura, le masserie delle Sturelle e Buffalora, i beni della pieve di San Cassiano, il palazzo del castello con le sue fosse, l’osteria e le case adiacenti.
Il palazzo esistente tra la chiesa e l’antico castello era sede dei diciotto notai di Cereseto dell’epoca e di Giacomo Meda, notaio e castellano, ormai con poche stanze abitabili già nel 1711. La linea dei Savorgnan si estinse nel 1726 con la morte di Francesco e il feudo, devoluto alle finanze, venne acquistato dal primo marchese di Cereseto e secondo conte di Piová Massaia Francesco Antonio Ricci nel 1728. Governatore di Casale, comandante della polizia urbana e mercante di tela, non riuscì ad elevare a marchesato la contea di Piová. Sposato con Maria Maddalena Callori, era figlio del podestà Fabio Federico, primo conte di Piová e cognato del conte Antonino Gozzani di San Giorgio. Il secondo marchese di Cereseto e terzo conte di Piová Fabio Federico Ettore Ricci, sposato in seconde nozze con Giulia del Carretto, decurione e provveditore di Casale, edificò la villa Ricci sui ruderi dell’antico castello di Cereseto e il palazzo di Piová.