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Il violoncello di Dario Destefano
Accarezza dolcemente le volute barocche della Sinagoga di Casale Monferrato.
Le note del violoncello di Dario Destefano accarezzano dolcemente le volute barocche della Sinagoga di Casale Monferrato.
Fin dal tema, famosissimo, con cui si apre la prima suite di Bach si capisce che il modo in cui si spandono per la sala renderà questo concerto di domenica 22 settembre qualcosa di memorabile. La rassegna “Musica nel complesso ebraico” chiude con questa poesia sonora la sua XII edizione, affidandola ad un esecutore che in questa Sala ha già dimostrato di unire grande virtuosismo e sensibilità, e con un programma che mette in evidenza proprio la parte più intima e dialogica di uno strumento capace di far risuonare i leghi della Sinagoga casalese come una parte della propria cassa armonica. Punta su questo Giulio Castagnoli direttore artistico che in 12 anni ha portato in Sinagoga decine di autori, musicisti e brani in qualche modo legati all’ebraismo. “Ci troviamo in un luogo di dialogo, dove si commenta la parola della Torah e cosa c’è di più colloquiale della musica che ci mette in contatto con luoghi e tempi differenti… La musica per violoncello è quella che eleva più lo spirito anche per ragioni ‘fisiche’: nei suoni gravi delle sue corde distinguiamo tutta la ricchezza degli armonici di cui sono composti”.
E’ indubbio che Bach sia al centro di questo programma, delle sei suite per violoncello solo del compositore di Lipsia, Destefano esegue la prima e l’ultima. Castagnoli ricorda come proprio la sesta sia stata probabilmente concepita per violoncello piccolo o a cinque corde, lo si arguisce dai passaggi di estrema difficoltà estrema sul registro acuto. E’ un dialogo continuo tra l’architettura della Sinagoga e gli ornamenti musicali: le linee melodiche e i colori trasfigurano in quelli del Tempio aumentando la suggestione.
Le due suite di Bach incorniciano il “Tema e variazioni in re minore” per violoncello solo di Sibelius, un compositore che è un monumento della Finlandia. Il pezzo è una riflessione intima tra l’artista e la natura, uno sguardo alle montagne innevate dove troviamo anche un omaggio a Bach con una variazione che porta il suo spirito tra le candide cime.
Il concerto si conclude con il Kaddish composto da Castagnoli nel 2011 per lo stesso Destefano in questo caso la melodia che nell’ebraismo è legata alla preghiera per i defunti, viene dalla tradizione moscovita ed è arrivata in occidente attraverso Ravel che lo ha usato nelle sue Deux Mélodies hébraïques del 1914. E’ un brano che ci porta ad atmosfere di doloroso intimismo. “Una preghiera per tutti”, come ricorda Destefano mettendo in evidenza la numerologia contenuta nella composizione, ma ha anche una chiave di lettura più semplice: il lirismo della melodia così squisitamente russa conquista il numeroso pubblico. Nella Sinagoga gremita non si smette di applaudire fin quando Destefano non riprende in mano lo strumento.
Le attività culturali nel complesso Ebraico riprenderanno il 6 ottobre con una cerimonia commemorativa degli eventi del 7 ottobre 2023, e l’inaugurazione della mostra 10.7 Anu Capsule Exhibition, a cura di Ermanno Tedeschi in collaborazione con il Museo ANU (Museo del popolo ebraico) di Tel Aviv.
Alberto Angelino