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Smetana Trio, una leggenda
Dalla Repubblica Ceca ai saloni dell’Accademia Filarmonica di Casale
Ah, la musica Boema! Quei temi così cantabili sospesi tra l’epica fiabesca di un paesaggio mitteleuropeo e la tradizione popolare slava, quei violini languidi e trascinanti, le melodie cantabili come il fluire della Moldava. D’accordo, magari sono tutti luoghi comuni, ma è così rassicurante sentirseli confermare da una formazione di altissimo livello come lo Smetana Trio. E che fortuna averli proprio qui, direttamente dalla Repubblica Ceca ai saloni dell’Accademia Filarmonica di Casale Monferrato.
Tutto esaurito per il loro concerto di venerdì 14 gennaio, per la gioia della Presidente dell’Accademia Serena Monina e del direttore artistico Sergio Marchegiani che con questo sesto appuntamento ha spezzato il filotto di pianisti appassionati di Chopin.
Smetana Trio è una leggenda della storia della musica da camera, basti pensare che il violoncellista Jan Páleníček è figlio dal leggendario pianista Josef Páleníček, fondatore della formazione originale nel 1934. Oggi, tra l’altro, sono l’ensemble residence della Wigmore Hall di Londra, una delle più prestigiose sale da concerto del Mondo. Se vi affrettate per il loro concerto del 16 giugno trovate ancora qualche biglietto a sole 32 sterline. Storia tradizione e musicalità slava sono assicurati dal programma che scelgono per Casale. Si comincia con il trio in do minore di Josef Suk che nelle mani dell’ensemble diventa una dichiarazione di intenti, con un allegro perfetto per farci una rivoluzione e un andante che invoglia a sorseggiare un thè nell’accappatoio di uno stabilimento termale. E’ con il trio n 4 op 90 del suo maestro Antonin Dvorak che le cose di fanno impegnative. La partitura è una successione di sei Dumke, una tipologia di musica ucraina che comporta cambiamenti improvvisi di ritmo e registro. Nelle loro mani è un susseguirsi di storie eroiche e gioiose, di danze che si alternano a riflessioni nostalgiche. E’ un brano fatto di brani, dove il trio non ha paura di mettersi in gioco e il pianoforte di Jitka Čechová ha il suo momento di gloria. Il secondo tempo è dedicato a un altro capolavoro: il Trio op 15 di Smetana. Un’opera composta per la morte della giovane figlia, ma che riesce ad essere intima e ad avere l’afflato di un grande poema sinfonico. Il lamento iniziale affidato al violino solista di Markéta Janoušková ci fa capire tutta la forza interpretativa di questa artista. Che avevamo detto a proposito dei violini boemi?
Non saranno i 550 posti vellutati della Wigmore Hall, ma gli applausi del pubblico della Filarmonica fanno comunque rumore.
I bis rimangono nel solco del territorio: un movimento del trio n 3 di Bohuslav Martinu e la delicata Elegie op 23 di Josef Suk. Ora il 7 ottobre per l’ultimo concerto della stagione si ritorna al piano solista con l’immenso Lyudmil Angelov e tanto Chopin.
Che poi a guardare il mappamondo Varsavia è molto più a Est di Praga, vatti a fidare dei luoghi comuni.
Alberto Angelino
-Musica in Filarmonica è organizzato da Accademia Filarmonica e Associazione Musicale Tempo Doppio APS in collaborazione con la Fondazione Cassa Risparmio di Alessandria, il Comune di Casale Monferrato e alcuni sponsor privati
(foto Luigi Angelino)