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Cento anni di aviazione militare e 90 dell'Aero Club
La presidenza Cassinelli - Primavera 1947: primo raduno - Di Aldo Timossi (3)
Tra i progetti per utilizzare il campo volo aperto a Casale nel 1936, c’è l’attivazione di un corso per il conseguimento del brevetto di pilota civile, con l’addestramento su aerei biposto CA 100 e con i nuovissimi G 8 della Fiat; dovrà passare qualche tempo prima che la scuola inizi l’attività: a fine ’36 Ugo Palli, delegato della Reale Unione Nazionale Aeronautica e dunque nume tutelare della struttura, deve frequentare per il brevetto la Scuola di Vercelli.
Uscita pubblica in grande stile, nel Luglio ’38, per il Club, che organizza la prima edizione di una “Giornata aviatoria”. Atterrano due Caproni Ca.100, idrovolante simpaticamente definito “Caproncino” perché destinato al turismo spicciolo e alla scuola di volo. In tutta la giornata si compiono un centinaio di voli di prova, come propaganda per la scuola di prossima apertura: in realtà il primo corso partirà nel 1940, e avranno il brevetto civile di 1° grado “otto aquilotti”.
Con l’arrivo della seconda grande guerra, l’interesse per il volo si sposta sull’aspetto militare. Anche in questo conflitto l’Arma azzurra registra il contributo di caduti monferrini. Tra gli altri, il Maggiore pilota Ottavio Frailich viene abbattuto nella zona di Tobruk il 28 giugno ’40 e con lui perde la vita il Maresciallo d’Italia Italo Balbo; il Tenente pilota Italo Palli, che nel frattempo era diventato presidente della sede casalese RUNA - muore in azione di volo su fronte Marmarico il 22 novembre 1941.
Le necessità belliche portano anche novità per l’aeroporto. Nel corso del 1941 rapidamente sorgono al Valentino le prime caserme (le “casermette”) destinate ad ospitare militari richiamati e di reparti dell’aeronautica in servizio nel vicino campo “Cappa”: passando i mesi, la nuova cittadella militare arriverà ad ospitare fino a 1000 reclute. Leggiamo ancora dal volume di Idro Grignolio che sono “sempre pronti al volo alcuni aerei italiani e della Luftwaffe: un monomotore da appoggio e salvataggio Fieseler Fi 156 "Storch" (cicogna), un FL 3 da addestramento prodotto dalla AVIA di Vercelli, un trimotore Junkers 52 da trasporto e bombardamento; la difesa è affidata ad un gruppo contraereo, che si avvale della nuova apparecchiatura radar”” SCR 547, con i caratteristici orecchioni” tanto da essere battezzata come “Mickey Mouse”, topolino!
Sulla pista volano in prova i velivoli, a motore e alianti, che la società CANSA (Costruzioni Aeronautiche Novaresi Società Anonima) del Gruppo IFI-FIAT sta allestendo in capannoni di fortuna in strada Valenza. In particolare si assembla il nuovo FC 20, caccia bimotore d’assalto che, rinforzato nell’armamento, dovrebbe attaccare le colonne alleate in marcia nella Pianura padana: pare non abbia molta fortuna, poco maneggevole, instabile e con motorizzazione inadeguata al peso. Aggiunge Grignolio che “naturalmente individuati dagli osservatori alleati, i capannoni furono più volte mitragliati da caccia USA, vi fu anche qualche morto”.
Passati gli eserciti, l’aeroporto è semidistrutto, anche per mano dei Tedeschi in ritirata; asportata la recinzione metallica, demolito l’hangar. Sono mesi di abbandono, ma già nella primavera del ’47 Casale ospita il primo Raduno Aereo Italiano del dopoguerra; la notizia è tratta da una lettera dell’allora Sottosegretario alla Difesa, Giuseppe Brusasca, che partecipa all’evento atterrando al “Cappa” a bordo di un trimotore Savoia Marchetti 79 “Sparviero”.
Ha ripreso dunque l’attività il ricostituito Aero Club, ora intitolato “Natale, Silvio e Italo Palli” (troppo spesso abbreviato in un brutto "N.S.I. Palli") con la presidenza di Felice Ferrero.
Gli succede il Generale Guglielmo Cassinelli (recordman dell'alta velocità come abbiamo già scritto) al quale spetta, assistito dal direttore tecnico Tenente pilota Gerolamo Piccioni, coordinare la Giornata aerea del 2 luglio ’50, che vede in volo un aereo casalese, uno di Biella e uno di Novi Ligure.
Il sindaco Paolo Angelino si “abbeverò d’immenso”, mentre il cronista annota “entusiasmo e dinamismo ammirevoli” negli organizzatori, che sperano “in un campo d’aviazione attrezzatissimo, dove potrebbe esserci un normale prato da fieno”; intanto annunciano il programma futuro: ripresa dell’attività modellistica, acquisizione di un mezzo per voli propagandistici, corso di pilotaggio, grande giornata di paracadutismo nella primavera successiva.
Dopo qualche tempo di incertezza, segnato anche da una querelle interna ai soci che “Il Monferrato” segue per molte settimane, e che investe tra l’altro la destinazione dei 3 milioni annui ricavati dai locatari dei terreni e della palazzina (4 famiglie), il club prende nuovo vigore dal 1952, leggiamo sul Monferrato del 19 settembre 1952 che l'assemblea dei soci (sede al Casale Calcio, presidente Ugo Palli), stante l'impossibilità di risiedere a Casale, nomina il gen. Cassinelli presidente onorario e nomina presidente effettivo Francesco Cappa, nel direttivo i piloti Palli, Porcù, Franchi, Montiglio e Berruti e Camillo Venesio e Paolo Azzi.
Il sodalizio può finalmente contare su di un primo velivolo (I-CAPP, provvisoriamente ospitato a Novi Ligure, in attesa che sia reso del tutto agibile la pista casalese), e aspettando l’arrivo di un secondo monomotore AVIA FL3 siglato I-AVII.
Sta finalmente per essere attivata la scuola per conseguire il brevetto di pilota civile; con le agevolazioni per i giovani di età inferiore ai 21 anni, il costo è di 40.000 lire (oggi sarebbero circa 600 euro).
Sul finire degli anni Cinquanta paiono arrivare tempi ancora più favorevoli. E’ al vertice Camillo Venesio, “che “ha elargito più volte munifici aiuti per sostenere il volo”, e in Municipio è sindaco Ernesto Boverio, “spirito lungimirante e sportivo, ha fatto parte di quella ristretta cerchia di pionieri che si sono strenuamente battuti per risollevare lo spirito aeronautico”, anche contro precedenti amministrazioni “tendenti a favorire addirittura la dismissione del campo di volo”, scrive il veterano Gerolamo Piccioni.
Solo la Provincia è intervenuta “con una piccola somma”, per la manutenzione di una struttura che comunque resta di proprietà demaniale. Boverio dura poco, nel ’60 si profilano difficoltà, ma pochi mesi più tardi c’è una fiammata di entusiasmo, allorché il club ottiene il riconoscimento di Ente morale.
Tornato da un anno alla guida del club, Francesco Cappa e il Direttivo - confermando il matrimonio indissolubile e naturale tra campo e appassionati del volo - approvano l’impegno per la realizzazione di un consorzio aeroportuale. L’idea è del Comune, che intende così impegnarsi per conservare, migliorare e tenere aperto al traffico il “Cappa”.
“Lodevole iniziativa - commenta nell’editoriale “Il Monferrato” del Giugno 62 - la conservazione di un impianto così prezioso ha grande importanza per l'economia di Casale e del Monferrato. Potendo garantire i servizi a terra sarà possibile avviare per via aerea i prodotti ortofrutticoli e le primizie della pianura e della collina ai mercati del nord Europa. Non trascurabile infine il movimento turistico”. Forse il progetto è troppo avveniristico, tra gli amministratori comunali nascono perplessità, non basta un “battesimo dell’aria” del sindaco Luigi Tartara per dare ali al consorzio!
aldo timossi
3 - continua
FOTO. Il generale Cassinelli