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La scomparsa di Lorenzo Mondo

 

Lutto nel mondo della cultura per la scomparsa, avvenuta martedì  a Torino, alle Molinette, di Lorenzo Mondo, giornalista (era stato vice direttore de La Stampa, suo il merito di Tutto Libri) e scrittore. Aveva 91 anni.

 A Mondo abbiamo dedicato due Viaggi d’autore, entrambi ispirati al fortunato romanzo «I padri delle colline» (Gar­zanti, 1988).

Nel primo articolo intitolato «Nel castello dei cugini del Re» e pubblicato sulle pagine di questo giornale il 31 dicembre 1993, lo scrittore evoca gli anni giovanili trascorsi negli anni della guerra al castello di Montemagno, dove le suore della Consolata giunte da Torino aiutavano i giovani di campagna a tentare «l’avventu­ra del ginnasio e del diplo­ma di ragioneria». 

Nel secondo viaggio d’autore a Viarigi, uscito il 25 febbraio 1997, evocando la visita alla Galleria delle Carte geografiche dei Musei Vaticani, Lorenzo Mondo dedica la grazioso paese monferrino di Viarigi l’incipit del romanzo con queste parole: «Viaris, un punto e un suono nel dominio aleramico, tra le foreste divelte per fare spazio alle vigne. Viaris, Amadis, Viaris, fleur de lys». Abbiamo poi ricordato nell’articolo «In Monferrato sulle tracce di Pavese» del 1° novembre 2005 la visita di Lorenzo Mondo alla scoperta di quei brandelli di monferrinità dello scrittore di Santo Stefano Belbo, poi descritti con raffinata sapienza nelle pagine di «Quell’antico ragazzo. Vita di Cesare Pavese», (Rizzoli 2006), la bella e ben documentata biografia che gli valse il Premio Grinzane Cavour per la saggistica. Ultimo incontro al 18° convegno della Biennale “Piemonte e letteratura” nel novembre 2013 per la consegna a Lorenzo Mondo del meritato Premio letterario per la saggistica “Città di San Salvatore Monferrato - Carlo Palmisano”, giunto alla tredicesima edizione. Incontrato in una pausa dei lavori del convegno con l’inseparabile sigaro toscano lo scrittore e giornalista torinese ricordava con piacere la «splendida giornata autunnale del 28 ottobre 2005», accompagnato da chi scrive e da Luigi Angelino nell’itinerario pavesiano in Monferrato: dal collegio Trevisio alla chiesa di Santa Caterina, dalla salita di Ozzano a Villa Mario di Serralunga, dal santuario di Crea (indelebile il suo ricordo della pala di Macrino d’Alba) alla villa “Il Greppo” di Moncalvo. Nella vetrina allestita nell’atrio del teatro, tra le sue pubblicazioni spiccava la rossa copertina della prima monografia su «Cesare Pavese» (Mursia 1961), frutto della tesi di laurea sullo scrittore di Santo Stefano Belbo discussa con Giovanni Getto. Fu lui - mi disse - che al termine dell’esame di Letteratura italiana mi invitò ad abbandonare l’idea iniziale di occuparmi con Walter Maturi di Storia del Risorgimento, che allora era un insegnamento complementare. Così è nato l’interesse per Pavese, poi rafforzato dall’amicizia con Maria Sini, la sorella di Cesare, che gli ha aperto l’archivio dello scrittore con le lettere, di cui ha poi curato con Italo Calvino la prima edizione dell’epistolario nell’edizione Einaudi.

Da allora Cesare Pavese è sempre rimasto al suo fianco.

Dionigi Roggero

FOTO. Mondo al convento di Crea dal balcone della sala De Gasperi-Bidault sulle colline del Monferrato (f. Luigi Angelino)