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Crociera 150 anni Il Monferrato

Da Expo ai grattacieli: la prima parte del diario di bordo

La parola d'ordine negli otto giorni? Bolla!

La diciannovesima Crociera riservata agli abbonati de Il Monferrato si è conclusa nelle prime ore del sabato mattina con il rientro di i trenta partecipanti

La diciannovesima Crociera riservata agli abbonati de Il Monferrato si è conclusa nelle prime ore del sabato mattina con il rientro di tutti noi 30 partecipanti, dopo una settimana passata tra Dubai e Abu Dhabi. Stiamo tutti bene, anzi probabilmente in termini di possibilità di contagiarci l’esperienza è stata meno rischiosa di una visita al panettiere sotto casa. In 8 giorni la parola d’ordine è stata “Bubble”.

La “bolla” grazie a cui abbiamo potuto viaggiare tra grattacieli e spiagge, ma soprattutto goderci un meritato relax lontani da bollettini delle 18 e DCPM. Come ha ricordato Alessandro Pia, quarta generazione del Gruppo Stat che ci ha accompagnato insieme a Simona Pia e Elide Marcantoni. “Dobbiamo ringraziare ogni partecipante per averci creduto. Anche questo è un modo per tornare alla normalità il prima possibile”. Certo muoversi nel momento record dei contagi non è facile. Costa Crociere ha fatto di tutto per isolare la nave e controllare l’equipaggio, ma STAT Viaggi è andata oltre: ha lavorato con professionalità pronta nel caso, non improbabile, che omicron “bucasse la bolla”. Prima informando in tempo reale su tutte le opzioni e dando ai croceristi la possibilità di rinunciare gratuitamente, poi adoperandosi per avere rassicurazioni che, in caso di positività, la quarantena sarebbe stata in un albergo 4/5 stelle. Infine attivando due contatti in loco tra cui anche un monferrino Alessandro Lanteri, pronto a portare la sua esperienza nel caso. Nel pacchetto crociera diverse polizze assicurative coprivano le eventuali spese mediche e quelle di soggiorno extra a Dubai (comprese quelle per un congiunto negativo che avesse voluto rimanere).

Lo scenario pessimistico è rimasto uno scenario, ma intanto chi ha scelto di rimanere è partito sereno e determinato: ci sono Davide e Emanuela alla loro prima crociera: lui è andato in pensione due anni fa e da allora sognano questo momento, ci sono i loro amici da Vercelli che hanno voluto seguirli, ci sono Egidio e Luisa che festeggiano i loro 40 anni di matrimonio. C’è Lia arrivata alla sua 14ma esperienza a bordo di una nave Costa, e molti altri “Monferratini DOC”, da Casale e comprensorio, più un nutrito gruppo di Genovesi. Tutti sono consapevoli che questo non sarà un viaggio come gli altri, ma anche che proprio per questo si deve partire, ma del resto lo spirito che ha spinto Il Monferrato, Stat e Costa Crociere a creare questo tipo di esperienza è proprio questo: unire le persone spinta da una comune passione. Basta avere un po’ di pazienza, due vaccinazioni e un passaporto.

Così il 14 gennaio siamo decollati da Malpensa, naso ancora un po’ indolenzito per un tampone molto approfondito e un plico di certificati alla mano. Scalo in Sicilia per imbacare altri croceristi, poi ancora più Sud sorvolando il Sinai e un mare di dune. Alle 19 (ma qui sono già le 22) atterriamo a Dubai. Per arrivare sulla nave dobbiamo superare un nuovo tampone e altri 7 controlli. Tutti sono rapidi ed efficienti, ma dopo un po’ cominci a confonderti: questi che cosa vorranno? Il tampone nuovo? Il dettaglio dei vaccini? la retinoscopia che ho fatto nel 2019? Il buffet, rimasto aperto per noi sulla nave, ci ripaga degli sforzi, ma sarà meglio dormire qualche ora, perché domani si parte presto per l’EXPO.
Il 15 gennaio facciamo la conoscenza con la nostra guida Alì, egiziano, da 15 anni a Dubai. Meglio di Wikipedia per spiegare di Emiri e Califfi.

Ci interroga pure, ma abbiamo qualche difficoltà a ricordarci il nome di Mohammed bin Rashid Al Maktoum, l’onnipresente sceicco che ha trasformato il deserto in una sfilata di supergrattaceli a cui il Pirellone di Milano potrebbe fare da portineria. Nel tempo in cui noi abbiamo aspettato la linea Casale-Mortara questi hanno costruito una città di 3 milioni di abitanti con tutti i servizi. Se a bin Rashid non piace un grattacielo, magari perché è vecchio (ha ben 30 anni!), lo demoliscono e lo rifanno: più nuovo, più alto e possibilmente più dorato.

L’Expo 2020 però “doveva essere molto più grande, poi è arrivato il Covid” spiega Alì, quasi scusandosi. Piccolo non è, ma certo di questi tempi non è affollato. Alì ne approfitta e ci infila nel padiglione dell’Arabia Saudita, poi in quello dedicato alla Mobilità (il tema dell’Expo di quest’anno). Sembrano usciti dagli studi dell’Universal: schermi a 180 gradi, ologrammi e tutto quanto serve per emozionarci. Il padiglione Italia punta, sull’artigianalità e la tipicità. Tutto è molto più autentico, ma non impressiona molto. Il giorno dopo attracchiamo ad Abu Dhabi. La capitale degli Emirati la scopriamo grazie Malaku, viene dall’Etiopia e anche lui sembra contento di lavorare qui. La maggior parte del petrolio si concentra in questo emirato e così nel 1971 Zayed bin Sultan Al Nahyan, ha voluto creare un’unione di famiglie, redistribuendone i proventi tra tutti gli Emici e trasformando le tribù del deserto in consumatori seriali di Lamborghini.

Non dovendo sviluppare marketing come Dubai, Abu Dabhi è rimasta un po’ più indietro con i grattacieli, in compenso hanno la Moschea più grande del mondo. Andarci mette le signore in fibrillazione per il dress code: niente testa, caviglie e polsi scoperti, niente tatuaggi e trasparenze, ma per chi non è in regola il centro commerciale ultra-moderno che fa da ingresso all’edificio sacro offre, a soli 10 Euro, abiti lunghi che non sfigurerebbero ad una prima della Scala. Anche la moschea è nuovissima, del 2007, rivestita con tanto marmo di Carrara da spianare le alpi Apuane. Lampadari di vetro di Murano grandi come un’astronave, 900 mq di tappeto persiano e capitelli d’oro vengono diluiti in spazi immensi. Giusto per rimanere nello sfarzo nella stessa giornata andiamo a pranzo all’Emirates Palace, qui l’oro è perfino sul gelato. Proprio così: una foglia a 14 carati ricopre il dessert. Ma il meglio deve ancora venire: il giorno dopo ci aspettano spiagge bianche dell’Isola di Al Maya e una notte di esotismo nel deserto. Soprattutto ci aspetta Tamara…