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Concerto
"Mission" di Morricone proposta dal Quartetto Eumenios è da "bis"
Tanti applausi al termine per la giovane formazione musicale
Si sono così incontrati Gabriele Totaro - violino, Francesca Ripoldi - violino, Tessa Rippo - viola e Caterina Salizzato - violoncello
La storia dello spettacolo è zeppa di musicisti divenuti celebri dovendo sostituire all’ultimo momento colleghi malati. Chissà se sarà anche il destino di questo quartetto Eumenios, chiamato in corsa ad esibirsi al posto del Quartetto Eridano nel pomeriggio dell’Epifania a conclusione del ciclo di concerti natalizi al Museo Civico di Casale.
Visto che l’ondata di positività per Covid ha falcidiato intere orchestre sinfoniche sarebbe stato facile annullare la data e ciao. Invece l’Assessorato alla Cultura e la direzione artistica di Sabrina Lanzi ha pescato tra i musicisti che ruotano attorno alla Monferrato Classic Orchestra e creato per l’occasione un quartetto ex novo. Si sono così incontrati Gabriele Totaro - violino, Francesca Ripoldi - violino, Tessa Rippo - viola e Caterina Salizzato - violoncello, riunendosi rispettivamente da Torino, Magenta, Bergamo, Verona solo il giorno prima di esibirsi tra gli stucchi del salone Vitoli.
L’esortazione a non sottovalutarli viene già da una ricerca in rete prima del concerto, sono giovani ma tutt’altro che inesperti, le loro biografie li vedono anche in formazioni come l’Orchestra della Camerata Ducale, o la Young Musicians European Orchestra. Ma un quartetto d’archi è un genere a sé nella prassi musicale e normalmente prevede un affiatamento che si conquista con anni di pratica.
A questo punto qualcuno di meno coraggioso punterebbe su un programma non troppo complicato. L’esordio di questo nuovissimo ensemble al museo con il Quartetto K 156 in Sol maggiore di Mozart sembra andare in questo senso. L’opera è parte dei cosiddetti “quartetti milanesi” composti da un Mozart sedicenne mentre allestiva nel capoluogo lombardo il suo Lucio Silla. Sono divertissement insolitamente di soli tre tempi (la cosa lascia un po’ confusa la platea casalese) e sul “Presto”, così deliziosamente Rococò, ci si aspetterebbe che il ritratto della Contessa Clara Leardi che guarda l’esibizione si animasse dicendo “E’ ora di servire i sorbetti”.
A questo punto si potrebbe proseguire con Haydn o magari con qualcosa di un po’ più pop, invece loro scelgono un caposaldo romantico: nientemeno che il “Quartetto in fa minore Op. 80” di Felix Mendelssohn Bartholdy. Scritto nel 1846 in memoria dell’amatissima sorella Fanny, non è esattamente una passeggiata né in termini di tecnica, né di studio del colore, con un tema che, fin da quando si presenta sul tremolo dei bassi, scalpita per essere affidato ad una sinfonia. Non è più tempo di sorbetti, c’è attenzione a evidenziare le note drammatiche su cui il violino deve affidare un grido di dolore lamentoso. Un’atmosfera densa di tempesta che non lascia mai troppo spazio ad una pietosa consolazione ed è davvero entusiasmante pensare che tutto emerge, quasi senza sforzo, da una formazione creata all’ultimo momento.
Molto appropriato, per spazzare via questa tensione musicale, la scelta del tema di Mission di Ennio Morricone come bis. Tanti applausi al termine, inframezzati dall’intervento dell’Assessore alla Cultura Gigliola Fracchia che ha ricordato l’imminente debutto della stagione teatrale.