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L'opera di Mono Carrasco
VIDEO - "Fatica e Speranza": il nuovo murales di Cantavenna
“Auguro a Cantavenna e a Gabiano di diventare l’Orgosolo del nord”. Così l’artista cileno Eduardo “Mono” Carrasco, gabianese d’adozione da circa un decennio
“Auguro a Cantavenna e a Gabiano di diventare l’Orgosolo del nord”. Così, sabato 1° agosto, l’artista cileno Eduardo “Mono” Carrasco, gabianese d’adozione da circa un decennio, in occasione dell’inaugurazione del murales “Fatica e Speranza”, realizzato in quel di Cantavenna, che riporta la sua firma.
Orgosolo, capitale della patria del muralismo italiano (in Sardegna), con le sue 150 espressioni di un sempre vivo fermento intellettuale, grazie a questa singolare caratteristica, annualmente, attrae numerosi visitatori e turisti da tutto il mondo.
A commissionare il polittico a quattro elementi, che rallegra la provinciale cantavennese, è stato Pasquino Sterza, quale segno di riconoscenza e gratitudine alla comunità locale, per averlo accolto all’età di 4 anni quando, con la sua famiglia, sfollò dal Polesine.
Nei quattro elementi della narrazione “Fatica e Speranza” c’è la trama di una storia antica e autentica, quella del lavoro contadino, speso con fierezza, umiltà e fede silenziosa, tra i filari dei vigneti e i campi di grano. Dal vigneto, espressione rappresentativa del paesaggio monferrino della metà del secolo scorso, racchiuso nel primo elemento, la narrazione prosegue nel secondo, in cui è riportata una rivisitazione assemblata di “Mietitura” e “Lavoro nei campi”, due grandi opere del tormentato e geniale pittore olandese Vincent Willem van Gogh. Il terzo elemento, invece, propone la tavola imbandita dal pane e dal vino, ovvero la trasformazione del lavoro e della fatica dell’uomo, mentre il quadro conclusivo è l’immagine della speranza, data dal sole nascente, presenza divina con il Cristogramma IHS, che sorveglia e veglia sulla vita, interpretata da colorati fiori e dal vibrare di farfalle policrome.
Ad intervallare il murales, l’installazione di attrezzi contadini e il disegno degli ingredienti principali di uno dei piatti della tradizione monferrina, qual è la Bagna Cauda.
I quattro quadri che compongono il murales, singolarmente, misurano due metri per due, e sono ben visibili transitando per Cantavenna, in quanto situati in via San Carpoforo 156, di fronte alle ex scuole, sede del gruppo alpini, e a poche decine di metri dalla piazza principale.
“Non esiste un murales più bello dell’altro” ha proseguito Carrasco; “ogni disegno ha la sua particolarità. Ognuna delle opere ha la sua storia personale e quella del paese che la ospita: narra la situazione, alle volte, anche politica, culturale e sociale del luogo. Di norma, le cose che faccio vedono la partecipazione della gente: per questo, i disegni hanno sempre un contorno nero che, da un canto aiuta a tirare fuori i colori, e dall’altro, talvolta, a coprire le magagne delle mani poco esperte”.
Con questo nuovo murales, il Comune di Gabiano, ora, ne conta tre; ancora è lunga la strada per eguagliare Orgosolo ma, come si dice, “chi comincia è a metà dell’opera”. Tra i presenti, anche il sindaco Domenico Priora.