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Prima nazionale
Max Giusti mattatore al Municipale con "Bollicine"
Giovedì 7 marzo, l'attore romano arriva dopo il successo con il Marchese del Grillo
È un Max Giusti inedito, che racconta al pubblico quello che nella vita di tutti i giorni non direbbe mai nemmeno al suo migliore amico
Tre prove aperte con il pubblico a Fermo e a Casale Monferrato la prima di “Bollicine” al Municipale. Giovedì 7 marzo alle ore 21 (biglietti in vendita su VivaTicket e al botteghino del teatro la sera dello spettacolo), il teatro Municipale ospiterà il nuovo spettacolo di Max Giusti, il noto attore e presentatore, che dal 4 marzo è tornato in tv con il “Boss in Incognito”. Max Giusti smette i panni del Marchese del Grillo e torna a indossare l’abito da mattatore.
Davanti alle bollicine ci si lascia andare a delle confidenze più particolari, quelle che lo showman è pronto a fare al suo pubblico. All’apice della sua maturità, personale e professionale Max Giusti rivela le sue verità più scomode. È un Max Giusti inedito, che racconta al pubblico quello che nella vita di tutti i giorni non direbbe mai nemmeno al suo migliore amico. Proprio l’attore romano, tra una prova e l’altra, ci fa confessioni a cuore aperto.
Che cosa deve aspettarsi il pubblico da questo racconto?
Dopo avere scritto il testo con Giuliano Rinaldi , finalmente lo so anche io che cosa deve aspettarsi il pubblico. Uno spettacolo tutto nuovo per me, dopo più di quattro anni, che vede un mio ritorno sul palcoscenico al termine di un vero tour de force con 100mila spettatori de “Il Marchese del Grillo”, il cui personaggio mi ha fatto capire che le cose vanno dette e allora dal titolo “Bollicine” io mi stappo e quello che devo dire lo dico.
“Bollicine” descrive il nostro oggi?
Mi piace raccontare quello che stiamo vivendo. La sfida per un attore di ormai 55 anni è non pronunciare mai le parole “era meglio prima”, è qualcosa che mi infastidisce davvero. In una prima fase della narrazione evidenzierò quanto il cambiamento delle nostre vite sia stato netto, si parlerà di patriarcato che subiamo e abbiamo subito tutti. Da quando ci sono le sigarette elettroniche siamo tornati a fumare nei luoghi al chiuso, parliamo anche degli uomini che ormai sanno cucinare, viviamo nella perenne condivisione senza la quale non sappiamo stare, e ancora l’approccio che abbiamo noi adulti con i nostri figli. Noi siamo più presenti rispetto ai nostri genitori, per esempio io ascolto la musica trap con mio figlio, anche se dopo due ore, mi sento sfinito! Qui i testi sono cupi e minacciosi, mentre noi parlavamo d’amore con le canzoni e gli stessi artisti continuano a riempire gli stadi con i loro concerti! Sia i nostri padri che le nostre madri sono diversi dopo gli 80 anni: per esempio i padri starebbero a parlare per ore con le operatrici e qui parte una sorta di corteggiamento, ma non vi posso raccontare tutto lo spettacolo! Nella seconda parte, ci sono i buoni propositi, i cambiamenti. Tanti non comprano i giornali, leggono i titoli delle testate online e si fanno una loro idea, poi parliamo di cat calling, body shaming… Non tollero più quelli che dicono che non si può più ridere da quando esiste il politically correct. Vedrete si ride da morire e si rispettano tutte le persone. Viviamo in un’epoca in cui tutti possiamo essere quello che ci pare e proprio nello spettacolo c’è un capitolo sulla trasgressione. Oggi sono contento per i giovani, la loro fluidità permette di amare chi vogliono: hai presente il gioco “cose, animali, persone e città”? Ecco quello, innamoratevi di chi volete e siate felici!
Ci saranno dei compagni di viaggio per questo spettacolo… anche personaggi del suo repertorio?
In questo spettacolo non ho previsto dei personaggi da imitare, poi se al pubblico di Casale piace quello che porto sul palco e mi chiede un bis, io glieli faccio. Posso anticiparvi che sta per uscire una sorpresa, e chissà se potrò dirvela proprio quella sera. Condivido il palco con la mia band e stiamo lavorando alla colonna sonora dello spettacolo: in due ore di monologo mi piace che ci sia un venti per cento di musica, fa subito show e chi l’avrebbe mai detto che si possa chiudere un monologo comico con Tunnel of Love dei Dire Straits, sentirete anche questo.
Come unisce “verità scomode” e comicità?
Cerco di trovare il lato comico delle persone. Prima ero grande fan di Beppe Grillo, aveva trovato il modo giusto di raccontare le cose, poi da quando ha iniziato a insegnarci a vivere, ho abbandonato un po’ questo mondo. Non mi piace il sermone comico, io devo portare la risata, non mi piace il turpiloquio. L’eleganza di uno spettacolo a teatro non si deve mai perdere. Questo sarà uno show adatto a tutti.
Il pubblico è il suo miglior amico?
Ho fatto un patto con il pubblico, le persone si fidano di me e per questo motivo non ho mai fatto campagne pubblicitarie, non mi sono mai legato politicamente a nessuno. In ogni teatro dove vado io a sipario chiuso devo aver dato il massimo. Le famiglie scelgono di venire a vedermi, magari facendo anche dei sacrifici e mi sento in dovere di rispettare le loro aspettative. Io vivo per questo. In ogni città, la mattina dopo lo spettacolo, mi rende felice andare in un bar e farmi dire “ammazza se sei stato forte ieri sera!”.