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I vignaioli monferrini contro l’autocandidatura di Trino a Deposito Scorie
Sull’annosa vicenda dell’autocandidatura avanzata dal Comune di Trino vercellese ad ospitare il Deposito Unico Nazionale di scorie nucleari, interviene anche il Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese esprimendo, limitatamente alla propria competenza, un parere dal punto di vista degli impatti mediatico e d’immagine, ovvero, della ricaduta in termini appeal turistico-abitativo e di sviluppo enogastronomico.
«Pur ritenendo comprensibili, ma non completamente condivisibili, le ragioni sostenute dall’Amministrazione Pane, in termini di “sicurezza-opportunità”, e ferme restando le imprescindibili garanzie di sicurezza che, tuttavia, potrebbero statisticamente risultare non assolute, il CdA del Consorzio ritiene che la scelta non possa prescindere da un ragionamento d’insieme che, banalmente, parta da equazioni semplici, ma di enorme impatto sia temporale sia dimensionale».
Il Monferrato casalese «ben conosce e, tutt’oggi, paga, in termini di vite umane e di penalizzazione d’immagine, la stretta relazione tra “inquinamento ambientale e salute” prodotta dall’amianto. Un disastro ambientale che, nell’immaginario comune, è ancora donde dall’identificare la bellezza paesaggistica del Monferrato nella purezza del suo contesto. Se non nella sostanza, ci vorranno ancora anni e anni prima che questo territorio si riscatti dal punto di vista del percepito di sicurezza ambientale e possa, quindi, valorizzare appieno le proprie risorse e vocazioni storico-paesaggistiche ed economico-culturali».
Alla luce di questa premessa, «questo contributo intende assommarsi a quelli, anche di maggior sostanza, avanzati da altri attori del territorio, per concorrere ad un cambio di posizione rispetto ad una candidatura, per altro, riferita ad un areale, evidentemente per qualche ragione, escluso dalla valutazione ministeriale».
Auspicando che l’eventuale Deposito Unico Nazionale «non riservi future sorprese in termini di sicurezza, risulterà comunque impossibile slegare l’immagine del Monferrato casalese da questa ulteriore possibile minaccia o, semplicemente, da questa ombra che ne oscura e ne compromette i potenziali in termini di sviluppo, valorizzazione, promozione e accoglienza».
Dal suo canto, il Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese, «anche attraverso i fondi europei, sta investendo sempre più sul connubio vino-territorio, per offrire un rinnovato e ritrovato interesse verso un luogo di storia e bellezza il cui successo, per quanto attengono il dinamismo e la vivacità socio-imprenditoriale, sarà determinato sia dai crescenti flussi turistici e, ancor più, dai nuovi interessi immobiliari da parte di quei giovani che sapranno costruirvi un contesto di nuova generazione, in grado di coniugare, al meglio, lavoro-vivibilità-casa».
»Per queste ragioni, la nostra posizione resta contraria all’eventuale insediamento del Deposito Unico Nazionale la cui ubicazione, invece, dovrebbe venir individuata in contesti isolati e molto distanti dai borghi abitati e di interesse paesaggistico, culturale, storico e turistico».
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