La Cardella: pochi ettari di terra, fecondati dall’eletta intelligenza di Giuseppe Antonio Ottavi il cui piano generale era quello della specializzazione con numerose esperienze degli scassi, delle diverse varietà dei grani e delle viti, degli esperimenti condotti sui bachi da seta con l’aiuto delle quattro figlie Maria, Rosina, Eugenia e Carolina, che sposò Arturo Marescalchi.
Ottavi non fu solo un valido studioso e un singolare agronomo, volle essere anche un assiduo agricoltore. A tal fine, nel 1872 acquistava per servizio del giornale “Il Coltivatore. Giornale di Agricoltura pratica”, da lui fondato e diretto, quella azienda che in seguito ampliò e trasformò in un podere sperimentale.
Avendo a cuore più di ogni altra la professione di coltivatore, non poteva tollerare quei padri di famiglia, possessori di terra, che consigliavano di “indurre i figlioli anziché a fare i coltivatori a divenire avvocati, medici, professori; perché si facciano ricchi e trovino anche… una buona dote”.
Con questo proposito indirizzava all’arte dei campi tutti i figli maschi, ma non mancava di istillare nell’animo delle figlie l’amore per l’agricoltura e “non potendo farla esercitare loro come ai maschi, le dedicava però a quel ramo che più degli altri si addice alle signore e signorine, alla bachicoltura”.
E “non avrebbe permesso - come ricorda il figlio Ottavio - a nessuna di quelle quattro ‘famose bacologhe’, com’ei chiamava le sue figlie, che avesse sposato un legulejo”.
“Quando vorrete visitare la Cardella - si legge sul ‘Coltivatore’ - lo potrete benissimo e senza tante cerimonie. Essa è situata sui colli di Casale, a 44 minuti a piedi dalla porta della città”.
Situata sul fianco meridionale della collina di Sant’Anna, sul confine comunale di Casale verso San Giorgio, la cascina distava, secondo la misurazione d’inizio secolo, 2,775 km. dalla porta Castello della città, per la strada di Sant’Anna, e 3.312 km. dalla porta Roma per la via del Priocco. Di costumi semplicissimi, il maggior divertimento di Ottavi era il lavoro nei campi, il suo riposo la passeggiata.
“La passeggiata alla Cardella - ricordava il figlio Edoardo, nato ad Ajaccio durante il breve soggiorno del padre nell’isola - era il premio che egli si regalava per l’intensa sua operosità. Lassù, nella grande pace dei campi, in mezzo alle care viti da lui piantate ed educate e che parevano rispondere alle sue ansiose investigazioni, acconciandosi alle varie forme a cui il suo febbrile ardore di ricerche lo obbligava, egli riposava l’animo suo in una soave serenità”.
Così lo ricordava Arturo Marescalchi nel libro intitolato “G. A. Ottavi e i 50 anni del Coltivatore”, pubblicato a Casale dalla tipografia Cassone nel 1904: “Alla sua diletta Cardella consacrò le ore migliori della vita di raccoglimento e di riposo degli ultimi anni; vi si recava ogni giorno, vi portava spesso gli allievi e vi accompagnava con immenso piacere i visitatori […]. Nell’ottobre 1901, la diletta mia Carolina ed io, volendo fare ad Edoardo Ottavi un regalo che veramente gli fosse gradito nel suo giorno onomastico, facevamo collocare là su alla Cardella, sulla parete esterna della camera nella quale si spense l’operosa e buona vita di papà Ottavi una lapide in marmo grigio a lettere e borchie d’oro, sulla quale è incisa questa splendida, nobilissima, sentita epigrafe dettata da Antonio Fogazzaro: In questa casa / il 2 settembre 1885 / chiuse la semplice vita / nobilmente esperta dei campi / G. A. Ottavi / onore e lume / degli agricoltori italiani”.
Passeggiata tra i vigneti di Ottavi
Martedì mattina il direttore delal Biblioteca ‘‘Canna’’ Adriana Gualdieri ci fa trovare, fresco di stampa, sulla scrivania della Redazione un libro ben rilegato. Si tratta di un volume in ristampa anastatica costituito da otto fascicoli pubblicati a Casale Monferrato nel 1911. Fascicoli, come ad esempio La luna, Il contadino galantuomo, I medici favorevoli al vino, che fanno parte della collana I libri del campagnuolo - Biblioteca Minima Ottavi. L’iniziativa che abbiamo illustrato lo scorso numero è dovuta, oltre che alla Biblioteca, al Circolo culturale Ottavi presieduto da Andrea Desana
.
Quasi logico puntare subito come Viaggio d’Autore alla cascina Gardella dove regnò l’agronomo Giuseppe A. Ottavi (Bastelica, Ajaccio 1818 - Casale Monferrato 1885)
E’ al colle di Sant’Anna, ci fa da guida Elio Botto che per primo l’aveva segnalata al prof. Roggero, con noi, giustamente, Desana.
Si sale tra le villette, poco dopo Torre Gaiona svolta a sinistra per la Serniola e poi svolta a destra in un piccolo falsopiano che guarda subito sulla cascina Ganora-Grotta di Lourdes, più avanti San Germano e dietro le risaie che si stanno allagando, il castello di Pomaro, Lu e San Salvatore. Un panorama veramente eccezionale a pochi minuti (d’auto) da Casale e aggiunge il proprietario Vincenzo Ganora, classe 1931, in giornate ancora più limpide si vedono Caldirola e i ripetitori del Monte Penice.
La casa venne comperata da Emanuele, padre di Vincenzo, dalla stessa famiglia Ottavi, Vincenzo ha due figli Marco e Roberto, da Marco le nipoti Clara e Francesca.
Il sole dopo tanta pioggia invita a una passeggiata tra le vigne (il nostro ottantenne e coltiva sette moggia in gran parte Barbera e in alto Grignolino conferendole alla cantina sociale) e un filare di peschi, giungiamo, leggermente infangati, fino a quella che era la vecchia entrata delimitata da due pilastri su uno la scritta Ottavi e sull’altro Cardella.
Ultimi stop fotografici alla lapide d’autore (Fogazzaro) che recita onore e gloria a Ottavi e alla cantina dove il profumo ci pare lo stesso di quello assaporato dall’agronomo.
Lasciamo quest’angolo di Paradiso con l’impegno di Desana di ritornare in pompa magna per celebrare meglio questo luogo della memoria, un libro biografico su un casalese all’epoca corrispondente con personaggi del calibro di Garibaldi e Verdi potrebbe essere la tappa successiva dopo l’anastatica di oggi.
Come avere "Il campagnuolo"
i libri possono essere acquistati dal catalogo FORNI di Bologna tel 051 6814142/051
6814198 mail: info@fornieditore.com al costo di € 25,00