La Siria di Assad, il "fiume Mediterraneo" e i giovani occidentali: racconta Padre Dall'Oglio
di Mattia Rossi
È stata un’opportunità unica quella avuta da alcuni ragazzi casalesi sabato mattina: un incontro con il gesuita padre Paolo Dall’Oglio.
Dopo trent’anni di apostolato in Siria, dove nel deserto a nord di Damasco ha fondato - negli anni Ottanta - una comunità monastica fortemente impegnata nel dialogo interreligioso con l’islam, padre Dall’Oglio è stato oggetto di un decreto di espulsione, emesso dal Governo di Assad, nel novembre dell’anno scorso diventato effettivo nel giugno scorso («Era uscito dai suoi incarichi religiosi per intromettersi nella vita interna siriana a favore dei gruppi terroristici», ha dichiarato, un mese fa, il Ministro degli Esteri siriano).
Ora, in attesa del suo ritorno in Medioriente, nel Kurdistan iracheno, il missionario gesuita ha intrapreso un tour per il mondo per raccontare la sua storia e testimoniare ai giovani la drammatica situazione siriana.
Sabato mattina, grazie ai contatti con Claudio Debetto, padre Dall’Oglio ha fatto tappa a Casale incontrando alcune classi degli Istituti Sobrero e Lanza. Nella prima parte del suo intervento, padre Dall’Oglio si è incentrato su un excursus storico delle civiltà antiche sorte attorno al Mediterraneo al fine di dimostrare come tutte le vicende che ci riguardano, dalle pretese secessioniste della Lega Nord alla guerra civile siriana, siano inserite in un complesso e articolato quadro culturale che ha il suo epicentro sulle rive del Mediterraneo: «Il Mediterraneo - spiega il gesuita - funziona come un fiume più che come un mare. Le civiltà antiche sono nate tutte lungo un fiume: il “fiume Mediterraneo” convoglia tutte le civiltà antiche in un unico spazio fortemente interconnesso». In questa ottica si comprende come la civiltà della valle del Po, la Padanìa, altro non è che «una sottostruttura della civiltà mediterranea che non esisterebbe se non ci fosse quella macrostruttura».
E, siccome per molti secoli il Mediterraneo fu dominato dalla cultura araba, «la valle padana - sottolinea Dall’Oglio - è debitrice dell’antica civiltà araba nel ricevere il latte dell’antica civiltà della scienza: i libri e i trattati che il basso medioevo ci ha consegnato sono libri restituiti al latino dall’arabo. La questione islamica - continua - è ‘la’ questione: qui c’è la pretesa degli occidentali di voler imporre il proprio modello al mondo intero. Dimentichiamo che fino a sessant’anni fa il mondo musulmano era sottomesso a paesi cristiani. Non possiamo immaginare che una grande civiltà come quella musulmana ceda le armi (culturali) e si affidi alla supremazia occidentale».
Forti sono state le parole di padre Paolo verso il clima di indifferenza da lui colto tra i giovani: «Non viviate - esorta - come una lumaca sotto la foglia di lattuga. Noi siamo come dei pidocchi in mezzo ai capelli senza essere consapevoli che magari quella è la testa di un filosofo». Si entrava, così, nel vivo della questione siriana con spazio alle domande: «Assad è riuscito a paralizzare l’occidente arrivando a farsi aiutare sistematicamente dalla Russia e dall’Iran. E la Russia blocca il Consiglio di Sicurezza dell’Onu con il veto». Quale può essere la soluzione? «Innanzitutto occorre convincere la Russia e, soprattutto, vincere militarmente la guerra civile. A quel punto Assad esce di scena e si inviano i Caschi Blu».
L’incontro con i ragazzi ha dimostrato come sia molto difficile mobilitare gli adolescenti sui grandi temi. E, allora, - gli si è chiesto - Cosa possiamo fare di concreto? «Se dei giovani impegnassero - ed è questa l’esortazione con la quale padre Dall’Oglio ha chiuso l’incontro - un’ora alla settimana su Internet o facebook cercando informazioni, facendo domande, e, magari con l’aiuto di qualche amico musulmano, entrare in contatto con i giovani siriani in Italia, magari qualcosa cambierebbero».
Per dovere di informazione, e nel tentativo di stimolare l’interesse di tutti sull’argomento, precisiamo come vi sia anche un’altra faccia della medaglia: ovvero chi vede nel Governo siriano di Assad l’unico governo legittimo che le potenze internazionali non hanno il diritto di destituire. I ribelli, visti come giusti, sarebbero in realtà i veri terroristi (tra i quali estremisti jihadisti) finanziati da Usa e Unione Europea. Una vicenda complessa, non riassumibile in poche righe, alla cui comprensione, però, l’universo di Internet può ricorrere in aiuto.