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Interventi

Carcere alla "Bixio" di Casale: stanziati i fondi per la pulizia esterna

Ex caserma da riconvertire: il Demanio ha già consegnato la struttura

L’ex caserma ‘Nino Bixio’ di Casale Monferrato fa parte del novero delle strutture demaniali oggetto di riconversione. Com’è noto, la ‘Bixio’ è stata individuata per ospitare un carcere modello. Per il momento - l’operazione si preannuncia piuttosto lunga per quanto riguarda la tempistica burocratica - sono stati stanziati i fondi per pulire l’area dalla vegetazione.

Il progetto preliminare inizierà dopo la valutazione sismica e i rilievi architettonici. L’ex caserma casalese è una delle tre strutture su scala nazionale giudicate idonee ad ospitare impianti penitenziari; le altre due sono la caserma Battisti di Napoli Bagnoli e la caserma Barbetti di Grosseto.

Per quanto concerne il dato carcerario, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha sostenuto di recente di aver ereditato un situazione drammatica. Ha altresì aggiunto, il ministro, che il Governo ha deciso di investire nell’edilizia penitenziaria e nella rieducazione anzichè fare indulti e leggi svuota carceri che non servono a nulla.

Il cosiddetto decreto semplificazioni ha assegnato al Dap, per il biennio 2019-2020, funzioni di progettazione e affidamento dei lavori oltre al compito di individuare gli edifici pubblici da convertire. E proprio il primo pacchetto di questo decreto semplificazioni comprende l’ex caserma ‘Bixio’ già stata consegnata dal Demanio. Per quanto riguarda il dato carcerario aggiornato, i numeri sono al collasso: a fronte della capienza di 50.528 detenuti, gli stessi sono 60.476.

All’inizio di maggio, il sottosegretario al Ministero della Giustizia, Jacopo Morrone, avvocato di Forlì, era giunto in città all’incontro organizzato dai vertici casalesi della Lega all’Hotel Candiani. Il sottosegretario comunicò in quel frangente che era andato a buon fine l’accordo tra il Demanio e l’Agenzia Penitenziaria. Aveva anche riferito, Morrone, che il 22 febbraio c’era stato un sopralluogo finalizzato a valutare l’idoneità della struttura, e che il 19 aprile l’annuncio del via libera alla pratica.

Una struttura penitenziaria in viale Duca d’Aosta, dove un tempo c’era il ‘casermone’, potrebbe dunque - salvo cambi di rotta in chiave governativa - ospitare un impianto modello, tecnologicamente avanzato sotto il profilo urbanistico-architettonico.

Ma non tutti sono favorevoli ad un simile progetto: c’è anche chi non lo vede di buon occhio e sostiene che la presenza di detenuti in città possa creare problemi alla sicurezza e incidere, negativamente, sul valore degli immobili vicini al carcere.


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Enea Morotti

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