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Corrado Calvo: paesaggio e sviluppo sono conciliabili

Ho letto con interesse l'intervento di Gianpaolo Bardazza in cui sono stati affrontati i temi della tutela del paesaggio e dello sviluppo della Vallecerrina e del Monferrato in generale. Era logico e anche auspicabile aspettarsi un allargamento del dibattito, ma mai mi sarei aspettato un livello di scontro così aspro e direi anche decisamente sopra le righe. Mi riferisco soprattutto alla lettera inviata dai sindaci delle due comunità collinari della Vallecerrina e dei Colli e Castelli, nella quale diverse cose mi hanno colpito. Possibile che tutti i primi cittadini si riconoscano nel respingere completamente le riflessioni di Bardazza? Eppure in molte occasioni mi era sembrato che ci fossero posizioni quantomeno differenziate sugli argomenti sollevati. Mi pare di cogliere quasi un senso di rabbia perché uno "straniero" si è permesso di intervenire su argomenti di esclusiva pertinenza di cittadini col pedigree. Visto che io mi sono "...alzato per anni alle 6 per andare a Casale a scuola e anche alle 4 per andare a Torino con l'autobus..." penso di essermi guadagnato il diritto di intervenire, secondo i canoni stabiliti dalla lettera per il diritto di cittadinanza Ebbene credo che nessuno di noi debba avere paura del contributo che altri portano al miglioramento della vita dei nostri paesi e anche che il diritto di critica possa essere dato a tutti. Un amministratore, proprio perché tale, deve accettare le osservazioni di chiunque abbia a cuore il miglioramento delle cose, rispondendo con i fatti o intervenendo nel dibattito senza dare patenti su chi può o non può esprimere delle critiche Tra l'altro non mi è sembrato carino paragonare attività come Agriturismi e B&B ad "..ammortizzatori sociali a sostegno di un territorio in difficoltà" e che quindi non sono "..elementi di sviluppo" addirittura paragonabili alla "..cassa integrazione". Non penso che chi opera in quelle strutture si riconosca in questa definizione. E' vero che ci sono contributi e fiscalità agevolata, ma ci sono anche in altri settori come l'agricoltura, l'industria, l'artigianato e i servizi, ma non per questo vengono considerate attività di serie B. Credo che sia stato un passaggio della lettera decisamente infelice e che denota una preoccupante scarsa conoscenza del settore. Per ultimo credo che il dibattito sul rapporto tra sviluppo e territorio debba essere continuamente aperto e tenuto vivo dal momento che cambia con l'evolversi della nostra società. Bisogna ricordasi che il territorio non è una risorsa infinita, e gli sfregi che vengono fatti non si recuperano più. Lo sappiamo noi amministratori quando abbiamo affrontato gli effetti di poco lungimiranti di scelte compiute nel passato. Certo è possibile, anzi doveroso, trovare un compromesso adeguato perché non possiamo e non vogliamo vivere in un parco giochi. Lo sviluppo delle attività imprenditoriali che nascono dall'iniziativa degli abitanti o le occasioni che arrivano da imprenditori esterni devono essere non solo agevolate, ma anche favorite e ricercate. Si può comunque prendere ad esempio quello che è stato fatto in altri paesi, ad esempio in Francia, dove le aree artigianali/industriali in luoghi come i nostri, convivono perfettamente con attività agricole o turistico ricettive (vedi Borgogna) Non ammettere che da noi spesso questo sforzo di integrazione tra strutture e paesaggio non è stato ricercato sarebbe mentire a noi stessi e anche chiudere gli occhi davanti ad esempi eclatanti Per concludere colgo l'occasione per un invito alle nostre due Comunità Collinari. Ritenere che le scelte come quelle oggetto di dibattito debbano "essere di competenza esclusiva delle amministrazioni e di chi queste terre le ha difese ci è nato e ci è vissuto..." è un legittimo e positivo orgoglio che però deve esprimersi anche in atti concreti. In base alla legge Regionale 16 del 20/02/2000 le Comunità Collinari hanno delle funzioni e delle potenzialità enormi per la razionalizzazione e miglioramento dei servizi e per l'erogazione di contributi in attività economiche (artigianato agricoltura ecc.) servizi sociali, attività turistica, cultura, istruzione ecc. Perché ciò avvenga occorre però avere un'idea di sviluppo del nostro territorio condivisa e contemporaneamente una progettualità forte capace di attirare risorse. Pensare ad un'unica Comunità Collinare per la Vallecerrina capace di mettere in campo queste iniziative e non di apparire come un ulteriore Ente lontano dalle reali esigenze della popolazione, porterebbe delle vere possibilità di crescita e sarebbe la vera attuazione di un federalismo delle scelte e delle responsabilità.

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Michele Castagnone

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