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Un appello per Giovanni Lanza

All’inizio di marzo 1882 (130 anni fa, ndr.) benché già minato nel fisico, Lanza si recò a Roma per essere presente in Parlamento in occasione della discussione di un nuovo progetto di legge comunale e provinciale a cui egli molto teneva. Prese alloggio, come al solito, in una stanza d’ammezzato dell’albergo New York. Da lì scrisse poche righe alla moglie. Cara Clementina, sono arrivato qui molto affaticato, per senza provare molto malessere. Mi rincresce di aver fatto questa lunga trottata inutilmente, perché il Ministro Depretis trovandosi ammalato, non possono più venire in discussione quei progetti di legge che mi interessano specialmente. Ho veduto Camillo e Giulia coi loro piccini, che stanno bene. Qui siamo entrati ormai in primavera. M’immagino che anche costì avrà cessato di far freddo e la campagna riprenderà il suo corso regolare. Mi fermerò ancora alcuni giorni per prendere riposo e poi, appena che mi senta abbastanza forte per rimettermi in viaggio, partirò. Probabilmente ciò sarà verso la metà della prossima settimana. Procura di star bene e saluta Angelo. Il tuo Giovanni. Pochi giorni dopo, era il 9 marzo 1882, Giovanni Lanza spirava in quella camera assistito dalla moglie Clementina, accorsa dal Piemonte. Sono queste le battute finali della sceneggiatura teatrale di Alfredo Rivoire per lo spettacolo “Un uomo per bene”, presentato al Municipale lo scorso 28 ottobre per dare visibilità a Giovanni Lanza e istituire un fondo a lui intestato. Appello per il restauro della tomba Inizia al cimitero questo ‘‘Viaggio d’autore’’, alla tomba di Giovanni Lanza e della moglie Clementina. Con noi Alfredo Rivoire (Laboratorio Piccolo Sipario) interprete dell’uomo politico casalese nella piece ‘‘Un uomo per bene’’. E’ qui per un appello: ‘‘Questo monumento funebre è in pessimo stato, non si legge neppure la scritta dedicatoria...’’. Per questo nobile scopo Rivoire ha istituito il ‘‘Progetto Fondo Lanza’’ cui ha dedicato il ricavato della recita (che sarebbe da replicare) e altre piccole somme giunte nel frattempo. Il nostro pellegrinaggio continua alla casa di piazza Tavallini dove Lanza dimorò dal 1845 al 1865. Gentilmente ci apre la proprietaria Leila Guerrera-Rocca (figlia del non dimenticato preside Salvatore). Androne, scalone a destra, primo piano, attesa perchè smetta di abbaiare il cane ‘‘Emma’’ (il compagno gatto è più tranquillo)e subito ci caliamo in un grande salone nell’atmosfera respirata dallo statista che dal balcone vedeva una piazzetta dove allora era collocato il monumento a Garibaldi (oggi ai giardini Falcone-Borsellino). Vedeva anche sulla sinistra la chiesa di San Pietro Apostolo e antiche case medievali che piùtardi erano abitate da conosciute donnine allegre (una ha pure il solarium). Le stanze continuano fino alla camera da letto, questa si affaccia su vicolo Caravadossi. Il pellegrinaggio noi lo finiamo con due passi (al profumo di krumiri Rossi) alla casa natale in Largo Lanza. - I versamenti possono essere fatti fino al 30 giugno presso Banca Sella Iban IT 70 D 03268 22600 024886184191, intestato a Labs, progetto Lanza. Info tel 3289666831.

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Ilaria Saletta

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