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In ricordo del vescovo Moietta

Il 1° aprile 1963, dopo un ultimo cenno di benedizione e di saluto con la mano destra, si spegneva serenamente mons. Vittorio Moietta. Da poche settimane si era concluso il secondo anniversario della consacrazione vescovile, celebrata nella cattedrale di Sant'Evasio da mons. Giuseppe Angrisani il giorno di San Giuseppe del 1961. Era nato mezzo secolo prima a Brusasco, l'ultimo paese della diocesi casalese al confine con quella di Torino, come ricorda don Cesare Massa nel libro "Se la vita è fuoco", pubblicato dalla Piemme (Casale 1988) in occasione del venticinquesimo anniversario della scomparsa. «Il borgo della sua infanzia, "un piccolo gruppo di case, ada­giate tra il Po e la collina di Brusasco", si chiama Bricco. Basta pensarlo e subito si ha la sensazione di entrare in un clima di calma atmosfera contadina. Un grande silenzio, co­me è nelle nostre campagne la più parte delle ore. Qualche grido sull'aia, tramestio delle bestie alla catena nelle stalle, le galline che annaspano tra le stoppie. A tratti il vento tra­sporta la voce del Po, il grande fiume, che appare subito lì a sinistra tra i boschi, "appena svoltata la strada all'altezza di una piccola centrale elettrica"». E a proposito di quei primi anni aggiunge il biografo: «Era nato d'aprile, il 7, dell'an­no 1913, sicché i primi passi, quelli sull'aia, erano stati gui­dati da mamma Mary e anche da papà Francesco. Talvolta, erano affidati ai tre fratelli maggiori finché la famiglia non conobbe improvvisamente il gelido attraversamento della mor­te. Quando Vittorio aveva tre anni, e il primo dei fratelli un­dici, il papà venne improvvisamente a mancare. Allora fu ri­stretto lo spazio per i piccoli giochi tra fratelli, ridotto il tempo della tenerezza materna, ingrandita la necessità di lavorare, imperioso l'orizzonte del sacrificio». Ma ecco giungere inattesa la solidarietà di un vicino, il bravo pensionato, "munsù Gambin". «Egli aveva con­dotto per tanti anni il "tramway" da Brusasco a Torino e ora aveva tutto il tempo per accudire con altrettanta cura il piccolo Vittorio. Lo accompagnava di buon mattino all'Asi­lo e lo riportava, a pomeriggio inoltrato, a casa. Erano anche questi "i primi passi". E non erano pochi e, tuttavia, per­corsi con serenità per giorni e anni, tutto il tempo di una in­fanzia "buona, gioviale e allegra" come dicono le suore del Cottolengo, che oggi ancora hanno cura di questo "asilo", vera scuola materna ante litteram. Talvolta, le buone suore si recavano a Marcorengo, "un paesetto inerpicato sulla col­lina a qualche chilometro da Brusasco". Esse si recavano di tanto in tanto per le loro confessioni. Una di loro, suor Ene­dina, voleva sempre con sé il piccolo Vittorio. E lungo il per­corso, che si arrampicava tra siepi di biancospini e verdi pra­ti, recitavano il rosario. Oppure essa gli parlava della preghie­ra, del regno di Dio, della Messa. Fu lei la prima a sapere che Vittorio si sarebbe fatto prete». Dionigi Roggero LA COMMEMORAZIONE E UNA MOSTRA CON TANTE FOTO CHE FAN RICORDARE - LE "MISSIONI": DAI MINATORI DI ROLASCO A GENOVA. UN SEME CHE E' ARRIVATO FIN NEL NEUQUEN La notizia ce la fornisce per primo mons. Carlo Grattarola: domenica 30 marzo Brusasco celebra mons. Vittorio Moietta, a 45 anni dalla morte. Grattarola è stato, giovanissimo, segretario del vescovo casalese fino alla morte avvenuta a Nicastro (oggi Lamezia Terme) il 1° aprile 1963 dopo lunga malattia. Ricorda con noi soprattutto le «missioni» di don Moietta quando era in Diocesi di Casale per portare ovunque la parola di Dio (dalle cave dei minatori di Rolasco, ai vicoli malfamati di Genova) e poi vescovo a Nicastro «Stava per comperare delle roulotte per trasformarle in chiese mobili e raggiungere le borgate sperdute...» Quindi per questo «Viaggio d'autore» mercoledì viene naturale puntare su Brusasco. Appuntamento con il parroco don Piero Accornero e Beppe Cerra al funzionale salone parrocchiale («Lo ha inaugurato il cardinal Poletto era il mercato dei bigatti», dice il parroco). Beppe Cerra è il trait d'union vivente tra il Monferrato e la Calabria: oggi vive a Settimo, abitava a Bella di Nicastro. Ha conosciuto da chierichetto il vescovo che arrivava dal Piemonte come una ventata di modernità. Con mons. Moietta «la porta era sempre aperta e lui era sempre coi giovani...». Vediamo in anteprima la mostra allestita dallo stesso Cena. Si apre coi dati biografici. Vittorio nasce il 7 aprile 1913 alle 3 da Francesco del fu Angelo, di Brusasco e da Maria Moietta, di Domenico, nativa di Marsiglia; due giorni dopo il battesimo «Vittorio, Lorenzo», padrini Lorenzo Moietta e Vittoria Cravino, c'è nell'atto poi un nota a margine del parroco del 1963, don Pierino Fumarco: «deceduto vescovo a Nicastro (Cz) il 1° aprile 1963». Altra foto: quella della casa Natale alla frazione Bricco, oltre il cimitero, con in primo piano i nipoti Angela e Francesco. Oggi è casa Crovella. Poi la chiesa parrocchiale di Brusasco, il Seminario piccolo di Casale, fotografie con molti sacerdoti noti: don Gino Piccio, don Ettore Galbiati (oggi in Neuquen dove opera un piccolo «grande» nucleo di missionari tutti «forgiati» da mons. Moietta), don Garrone (parroco di Terruggia, morto giovane), lo stesso don Accornero a Vignale. Ancora: le immagini della consacrazione a parroco in Duomo nel giugno 1937 da parte di mons. Pella («L'hanno mandato vice parroco a Castelletto e Frassinello poi parroco a Rolasco», ricorda don Accornero) e quella della consacrazione a vescovo nel 1961 da parte di mons. Angrisani, coi vescovi di Parma Colli e di Asti Cannonero. C'è una grande foto, che arriva da un convento calabro, scattata in via Liutprando che mostra la processione vescovile. Poi ecco nella mostra l'arrivo a Nicastro (era accompagnato, sotto una gran pioggia, da ben cento tra sacerdoti e chierici monferrini), le predicazioni, il concilio Vaticano II, il giornale diocesano (Orizzonti Nicastresi, direttore don Grattarola). Infine la morte, le esequie, il monumento funebre in Duomo «Non mancano mai i fiori freschi», chiosa Cena. Luigi Angelino DOMENICA IL «MOIETTA DAY» - A Brusasco nella parrocchiale domenica 30 marzo, alle 11, solenne cerimonia religiosa in memoria di mons. Vittorio Moietta presieduta da mons. Eugenio Zaffina delegato vescovile per la città di Lamezia Terme. Tra i concelebranti mons. Antonio Gennaro, amministratore diocesano. Alle 16 nel salone parrocchiale inaugurazione di una mostra storica (aperta fino al 6 aprile) curata da Beppe Cerra, tra gli interventi quelli del sindaco Franco Cappellino e del parroco don Piero Accornero, di mons. Carlo Grattarola, mons. Zaffino, Alessia Provera nipote di mons. Moietta. Orari mostra: 9-12, sabato 5 e domenica 6 anche 15-18. FOTO. Mons. Moietta col segretario don Grattarola e appena consacrato vescovo in via Liutprando a Casale (a sinistra gli uffici finanziari): l'ingresso a Nicasto (v.anche il sito www.cattedralelameziaterme.it)

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Michele Castagnone

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