Siamo chiari: la sentenza della Corte di Strasburgo che impone la non esposizione del Crocefisso nelle aule scolastiche è giuridicamente e culturalmente inaccettabile e l’UDC di Valenza è immediatamente intervenuta stigmatizzandone l’iter argomentativo incauto e poco consistente.
Subito infatti ci siamo resi conto che c’era qualcosa che non andava.
Con la stessa chiarezza e sincerità però non possiamo non guardare con sorpresa ai cristiani “dell’ultima ora” in camicia verde che recentemente non perdono occasione di ostentare la propria appartenenza “religiosa”.
Non possiamo infatti non sorprenderci di fronte a questo interessante caso di conversione ad orologeria.
Quella della Lega Nord sembra mostrare tutti i sintomi di una conversione, per così dire, “politica”.
Ricordiamo infatti tutti molto bene quando la Lega diceva di essere l’erede diretta dei popoli celtici dell’area padana o quando celebrava il rito dell’ampolla e dell’acqua del Po.
Niente di nuovo se non fosse che per un particolare: i Celti erano pagani o come direbbero i leghisti di oggi, sconfessando i leghisti di ieri, erano “miscredenti”.
Ricordiamo con altrettanta nitidezza però anche pagine meno carnevalesche della storia leghista.
La vicenda è nota ed è di pochi anni fa: la Lega si schierò contro l’amato Pontefice Giovanni Paolo II chiedendo a gran voce la soppressione di un istituto che tanto bene fa al nostro Paese come l’8 per mille.
Passando attraverso questi brevi episodi, e tralasciando le polemiche più recenti della Lega contro la Chiesa risalenti a questa estate, sono arrivati alle esternazioni di questi giorni con un avvitamento rispetto al loro passato degno della migliore Tania Cagnotto.
Intendiamoci, non si tratta di fare del moralismo spicciolo, ma queste riflessioni qualche dubbio sulla coerenza e trasparenza politica del movimento Lega Nord lo fanno legittimamente venire.
Insomma Crocefisso o ampolla?
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