Pio Vidua e i complessi restauri (di Bonardi) a San Maurizio - Un soggiorno di charme (con principe russo)
«Con Pio il casato Vidua raggiunse la sua massima potenza economica e sa conservarla anche durante il periodo di annessione del Piemonte alla Francia, mantenendo un atteggiamento di leale attaccamento a casa Savoia. Per questi motivi, oltre che per naturale disposizione ed intelligenza, Pio Vidua viene nominato Primo Segretario di Stato del Regno, funzione oggi corrispondente a quella di Ministro degli Interni». Così inizia il capitolo dedicato ai conti Vidua da Franco Scarrone nel volume intitolato ‘Conzano e la sua gente. Vicende storiche di un paese’, stampato dalla Scuola Grafica Salesiana di Torino nel 1973.
Pubblicato a cura della Pro Loco di Conzano, il libro presenta un breve, efficace, profilo biografico di Pio Gerolamo Maria, il genitore del più illustre e sfortunato Carlo Fabrizio. «Nacque il 16 luglio 1748. Il 23 novembre 1774 fu nominato sostituto avvocato generale sovrannumerario e il 17 marzo 1775 a mezza paga; il 26 marzo 1782 commissario generale dei confìni dello Stato col titolo di senatore; nel 1800 agente dei beni nazionali dell’allora provincia di Casale; nel 1810 consigliere dipartimentale; il 30 settembre 1812 membro della commissione “d’arrondissement” per la sorveglianza delle strade; nel 1814, come già detto, primo segretario di Stato per gli affari interni. Il l° novembre 1815 divenne Gran Croce e Gran Cancelliere dell’Ordine Mauriziano e nel 1832 Gran Cordone Mauriziano».
Pio aveva sposato nel 1782, in prime nozze la contessa Marianna Gambera, mancata a soli 23 anni, nel 1789, dopo aver dato alla luce Carlo, Luisa e una bambina morta “a balia”. In seconde nozze condusse all’altare la contessa Enrichetta Galleani d’Agliano, deceduta a Torino nel maggio 1849, dalla quale non ebbe figli. A metà degli anni Trenta dell’Ottocento concludeva la lunga esistenza il conte Pio, poco dopo la tragica scomparsa a bordo della nave che lo trasportava al porto di Ambon, all’alba del giorno di Natale del 1830, di Carlo, il cui corpo fu traslato in patria e sepolto, per volontà del padre, nella chiesa di San Maurizio. Fu nominato erede il pronipote Luigi, figlio di Carlo Millo, marchese d’Altare, e di Giuseppina Vidua, figlia di Alessandro (sesto fratello di Pio), da cui ebbe il diritto di unire al proprio il cognome Vidua. E a proposito dell’eredità, aggiunge ancora Scarrone: «Legò, inoltre, al vescovato e alla mensa vescovile di Casale, cessato l’usufrutto alla moglie, il fabbricato del già convento di San Maurizio, esclusa la parte con la quale aveva dotato nel 1818 la parrocchia di San Maurizio da lui eretta. [...] Il vescovato ereditò inoltre tutti i boschi coerenti al suddetto fabbricato di circa 71 moggia, un altro appezzamento di circa 7,6 moggia e la cascina detta “Crosetta” con terreni pari a moggia 44. A questo legato fu indotto anche per procurare ai vescovi di Casale una villeggiatura vicina alla loro residenza. Impose, però, il gravame perpetuo di mantenere ogni anno gratuitamente in quel fabbricato, nei mesi delle vacanze scolastiche da luglio a ottobre compreso, sei alunni del seminario della diocesi fra i più poveri e migliori, già in sacris o prossimi ad esserlo, “perché possano, godendo dell’aria di campagna, applicarsi allo studio delle Istituzioni di Diritto Canonico, Storia Ecclesiastica e Sacra Eloquenza”. In caso di inosservanza delle dette disposizioni, il lascito doveva essere devoluto all’Ospedale di Carità di Casale, per consentire il ricovero di maggior numero di poveri».
Dionigi Roggero
SAN MAURIZIO: RESTAURI
VALLONE: AGRITURISMO
CON PRINCIPE RUSSO
Con Emanuele Demaria vice sindaco di Conzano ma soprattutto uomo di cultura oggi siamo sulle tracce di Pio Vidua il padre del «Viaggiatore» Carlo, il più noto]]] della famiglia. Prima tappa alla chiesa di San Maurizio, dove Pio è sepolto accanto alla prima moglie e al figlio.
E’ anche l’occasione per una verifica ai lavori che si stanno tenendo nell’antica chiesa abbaziale condotti dal team Giovanni Bonardi (villanovese) e Francesca Regoli (gaviese).
Lavori condotti nell’ambito della preparazione alle celebrazioni per i seicento anni del complesso religioso e finanziati dalla Fondazione Cassa Risparmio di Torino con 60 mila euro ed eseguiti sotto il controllo della dottoressa Alessandra Guerrini della sovrintendenza.
Il «nostro» sopralluogo inizia in navata destra al quarto altare quella dell’Addolorata, datato 1677, il restauro ha messo in luce i simboli della passione (prima ricoperti da vernice nera).
Il terzo altare oggi di Santa Rita, un tempo di San Francesco, è abbellito da una tela della scuola di Guglielmo Caccia, il “Moncalvo”, i lavori hanno messo in evidenza cariatidi di stucco con simbolo francescano. Passiamo in navata sinistra al terzo altare, oggi di Sant’Antonio, un tempo di San Michele, si è scoperta una cosa curiosa, prima era di finta pietra luserna (imitata benissimo) sopra ora ha degli stucchi. La mensa d’altare porta uno stemma, da decifrare. Il prossimo altare che vedrà all’opera i restauratori sarà quello di San Maurizio, della famiglia Vidua.
Usciamo dalla chiesa, passiamo davanti alla tenuta Crosetta, un tempo anch’essa dei Vidua come dimostra la corrispondenza, oggi il complesso è di proprietà Vipiana e ci portiamo, passato il paese di Conzano alla cascina Vallone, pure questa a suo tempo di proprietà Vidua lo ricorda una lapide: “ob augendam praedy culturam pius Hieronymus Vidua 1812”, ricorda probabilmente in ampliamento del complesso.
La lapide guarda la valle e il paese di Lu, in mezzo c’è una bella piscina tra la lavanda (che profumo!) mentre sulla destra decolla starnazzando un’oca grigia canadese, la “balilla” delle oche.
Col permesso del proprietario, il principe russo Vladimir Bogoiavlensky, che, calato da Altavilla, qui ha creato un agriturismo di lusso, entriamo nel grande salone con stube austriaca. Nel lato destro un bagno ha conservato una “bocca di lupo” sui sotterranei, segno di un ampliamento da una antica struttura. Saliamo al primo piano alla “sala arancio” con bagno al centro, raffinato.
In ogni caso sono a disposizione dei turisti tre appartamenti e vasti locali comuni. Tutte le stanze hanno bagno privato (una ha la vasca di idromassaggio) Tv satellitare con Dvd, collegamento wi-fi a internet e un panorama impagabile.
Luigi Angelino
FOTO. La facciata di San Maurizio. La sepoltura del conte Pio Vidua. La piscina panoramica (su Lu) dell'agriturismo Vallone, a suo tempo di proprietà Vidua