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Bilancio del direttore sportivo Marco Martelli sul girone di andata della Novipiù

Al giro di boa di metà campionato, la Novipiù, che domenica ha osservato il turno di riposo, maniene il primo posto in classifica, raggiunta da Pistoia e Barcellona. Con Marco Martelli, direttore sportivo della Junior, abbiamo fatto il punto sulla prima parte di stagione. La Junior ha chiuso il girone d’andata in testa con uno score importante che ne fa una delle protagoniste assolute della LegaDue. «Il bilancio non può che essere positivo. Dal punto di vista delle sensazioni ricevute e trasmesse, prim’ancora che per i risultati. Venivamo da una stagione difficile e la sfida più grande era quella di far tornare la città a parlare di noi, gente tenace e umile che ha voglia di lottare e che diverte. La gente lo fa, con il sorriso sulle labbra, e si approccia al basket con uno spirito positivo. Non era scontato, dopo una retrocessione. Per questo ciò che la squadra sta facendo ha un sapore ancora migliore». Nell’emergenza causata dagli infortuni, la JC ha reagito compattandosi attorno a Pierich, Malaventura, Ferrero e Martinoni, che hanno trasmesso ai compagni la capacità di andare sempre oltre i propri limiti (anche in una situazione di sofferenza), come era già avvenuto due stagioni fa e l’anno scorso in Serie A... «Il loro è stato un impatto forte. Ma lo è stato da parte di tutti, visto che, tra quelli da te citati, sia Simone che Giancarlo hanno avuto problemi, e anche in quelle situazioni, con Green dentro ma loro fuori, chi è entrato in campo ha sempre dato qualcosa in più. Ho sempre pensato che al di là degli stranieri, che per caratteristiche e status hanno in Legadue un peso specifico importante, se non in alcuni casi fondamentale, la nostra stagione e il nostro futuro passassero attraverso la capacità dei nostri italiani di essere protagonisti e di prendersi responsabilità. Il fatto che siano usciti con prepotenza, ha consentito alla squadra, alla società e all’ambiente di guadagnare fiducia, nonché prendere coscienza della qualità dell’intero gruppo JC». In un momento di limitate risorse economiche, a livello generale, e di budget contenuti, va dato merito alla JC (in particolare a te e a coach Griccioli) di avere formato un gruppo omogeneo ed equilibrato, nel quale spiccano due americani di grande talento e con margini di crescita (grande sorpresa il rookie Ware, che sta dando continuità e leadership nonostante la giovane età) e un comunitario che sta confermando qualità e “presenza” all’interno della squadra. «In estate il presidente e il CdA hanno consegnato un budget ben preciso, stabilito un obiettivo chiaro: combattere per i playoff. Con queste indicazioni in testa abbiamo cercato di muoverci nel migliore dei modi. Ciò che abbiamo provato a fare, da subito, è stato cercare elementi intriganti, mossi da una motivazione interiore molto forte. Green, Butkevicius e Ware rispondevano a questi requisiti, oltrechè a sposare tecnicamente l’idea di pallacanestro che Giulio aveva in testa e avere le caratteristiche umane affiancabili a questo gruppo. Già dopo le prime settimane di lavoro, la percezione è stata quella di un roster capace di ascoltare, lavorare duro, migliorare. E stare bene insieme, dentro e fuori dal campo. Poi la palla può entrare o uscire, ma di sicuro non si potrà dire che questi ragazzi non trasmettano spirito e coesione umana». Alla luce dell’attuale primato in classifica e del prossimo rientro di Green, che troverà un gruppo solido e più maturo, quali sono le prospettive per la seconda parte della stagione? «Che il gruppo acquista un forte giocatore in più. Tutti hanno preso coscienza del proprio valore, e del proprio mattone portato alla causa. E il primo a rendersene conto è stato proprio Rodney, da fuori, che ha vissuto queste settimane da primo tifoso di questo gruppo. La squadra l’ha percepito, e per questo c’è voglia di rivederli tutti assieme. Poi, le prospettive sono per i commentatori: noi, dentro, lavoriamo partita per partita, giorno dopo giorno e vediamo in che posizione saremo il 5 maggio». I risultati entusiasmanti ottenuti dalla squadra e le qualità umane, prima ancora che tecniche, del gruppo hanno appassionato e coinvolto sempre di più il pubblico dissipando quell’alone di delusione causato dalla retrocessione. Insieme al pubblico e alla città, la JC può arrivare lontano... «In ogni stagione il binomio squadra-pubblico è imprescindibile. Come dicevo all’inizio, squadra e allenatore sono riusciti a trasmettere tenacia e umiltà: questo attrae la gente che al basket viene e si diverte un mondo, nonostante la diffidenza iniziale, normale per un progetto quasi completamente nuovo. Dopo le partite con Pistoia e Barcellona, cocenti delusioni per come sono maturate benché giocate contro squadre che arrivavano da favorite, ho visto gente seriamente dispiaciuta, non arrabbiata, che ci ha ringraziati per lo spettacolo. È una cosa preziosa, sapere di avere emozionato pur perdendo, in un momento storico ne quale purtroppo c’è tanto di negativo». Per la seconda volta nella sua storia la Junior si è qualificata alle Final Four di Coppa Italia ribaltando sul campo il passivo della partita di andata a Trieste e per di più senza Rodney Green... «Quella è stata una serata importante, nel vissuto di stagione. In America l’avrebbero chiamata “statement game”, la partita che manda un messaggio. Si sono visti, da subito, gli occhi giusti: gente che non avrebbe mollato di un centimetro. La voracità con cui abbiamo attaccato la partita, quella partita, ha dato a tutti la coscienza di poter giocare allo stesso tempo a viso aperto e imponendo le nostre caratteristiche. Anche senza Rodney. Quella sera ho visto uno spogliatoio e uno staff felici. E tre giorni dopo, quando potevamo essere stanchi e un po’ sazi, eravamo duri e affamati. Fino a rimontare e vincere a Trento, contro un’ottima squadra». Tante e interessanti le iniziative organizzate dalla Junior per coinvolgere sempre di più il “popolo rossoblu”, in particolare i più giovani: da J.Go al Novipiù Campus Minibasket, oltre a momenti di solidarietà con chi è meno fortunato... Altri progetti in cantiere? «Il primo progetto è portare a pieno compimento e raggiungere i risultati di quelli in atto ora. Abbracciare ogni fascia di età è un dovere della Junior, che è pur sempre l’espressione sportiva a livello più alto nel nostro territorio. Le iniziative lanciate negli anni scorsi dovevano essere mantenute e rinfocolate, e il nuovo format J.GO, per cui il plauso va a chi ci lavora quotidianamente, da Daniela Fantauzzo agli uomini Creogest, Emanuele Arena e Luca Magnini, va in questo senso. Novipiù Campus, con l’imprimatur fondamentale del dott. Guido Repetto di Novi, ha l’ambizione di rendere Casale, e la Junior Novipiù, il fulcro di un movimento giovanile che vuole estendersi oltre l’alessandrino». “Pallarancione.com”, in un articolo di Enrico Campana, ha indicato l’Area Comunicazione della JC come un modello di riferimento per la qualità dei servizi offerti, con “numeri” in costante crescita: dai contatti del sito web, a quelli su Facebook e Twitter, ai “click” sui filmati di JCTV. «È una piccola, grande soddisfazione. Da ex giornalista, riuscire a trasmettere nel modo giusto, nonché più accattivante, ciò che è la vita di una società a 360 gradi, è una sfida che abbiamo la fortuna di poter giocare in prima linea. Ciò che realizziamo, ideato e autoprodotto al nostro interno, è frutto di un lavoro quotidiano che coinvolge la passione di ogni persona. Sapere che la gente ci segue, che alla gente piacciamo e che anche da fuori apprezzano il nostro prodotto, riempie le nostre giornate di ulteriori stimoli». (foto di Enzo Conti)

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