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Musica e teatro
«Non è solo una band: la Colibrì è amicizia»
Un progetto raccontato dai suoi protagonisti
Da ormai parecchi anni ogni giugno, al termine dell’anno scolastico, la Colibrì Band propone uno spettacolo che rappresenta un momento di aggregazione per gli studenti del Balbo e non solo. Abbiamo deciso di intervistare Fabrizio Meni, professore di Filosofia e Storia al Classico e ideatore del progetto per spiegarci il perché questo evento sia così importante e sentito dai ragazzi.
«Il progetto della Colibrì Band è ormai nato quasi da 15 anni durante i quali ha avuto numerose modifiche. Inizialmente venivano solo trattate tematiche legate all’ambiente e alla solidarietà fino a quando abbiamo iniziato a fare qualcosa di concreto: gli spettacoli, il cui ricavato è stato utilizzato per la costruzione e adesso ampliamento di due scuole prima una in Kenya poi una in Togo. Poco alla volta si è quindi trasformato in un laboratorio musicale e teatrale. Gli spettacoli nascono anche dal desiderio di mettere sul palco ragazzi e ragazze che non sono né musicisti né attori professionisti ma che hanno una passione e desiderano mettersi alla prova. Non è infatti presente un direttore musicale e nemmeno qualcuno che si occupa della parte teatrale. Si viene a creare in questo modo uno spazio in cui i ragazzi hanno spazio di intervenire e costruire, anche se sotto la guida della mia regia. Questa libertà è particolarmente lasciata alla band dove suonando insieme si creano gli arrangiamenti e anche un vero rapporto di collaborazione. Per riuscire a preparare uno spettacolo ci mettiamo circa un anno. La parte più complicata è sicuramente trovare l’idea giusta. Una volta però che viene trovata si parte con la scrittura e la scelta delle canzoni. I brani devono rispettare diverse caratteristiche come un testo inerente e coerente con ciò che è portato in scena, ma anche che siano fattibili, valorizzando gli strumenti e piacendo al pubblico. Il nostro progetto quindi ha come spirito quello di dare una parte a tutti indifferentemente dal talento, ma premiando il loro impegno».
Le “quote rosa”
Anche le ragazze della band hanno espresso il loro punto di vista: «Ho sempre voluto fare qualcosa che c’entrasse con il canto e la Colibrì me ne ha dato l’opportunità - ci ha raccontato Giulia Casalone, voce - Si è creato da subito un bell’ambiente, un gruppo di amici dove non si lavora solo. Le prove possono essere caotiche, però siamo noi studenti a gestirle completamente potendo adattarle al meglio ai nostri altri impegni. In questo clima nascono numerose amicizie. Il momento più bello è sicuramente quando ci si trova dietro il palco, tutti accomunati dall’ansia per la consapevolezza di cosa si sta per fare e l’unica cosa che ci viene detta di fare è divertirci».
«Sono entrata a farne parte perché già mio fratello ne faceva parte e mi affasciava creare uno spettacolo e l’ambiente che c’era dietro - dice Matilde Profeta, basso - Si comprende cosa vuol dire lavorare nel settore dello spettacolo ed è per questo anche molto formativo, si è consapevoli che qualcuno pagherà alla fine per vederci e bisogna fare del proprio meglio».
Anche tra i membri della parte teatrale le impressioni sono simili: «Partecipo a questo progetto dalla quinta ginnasio - spiega Emma Idra - inizialmente per “essere al passo” con le altre ragazze di teatro ma poi ho deciso di continuare per il bell’ambiente che si crea è stata una cosa questo progetto a cui non ho voluto rinunciare perché mi diverte e mi dà soddisfazione. Il clima che si respira credo sia uno dei più rilassati e amichevoli in cui io sia mai stata. È bello che il prof ci tratti come persone alla pari e che le opinioni siano ascoltate e si sia pronti a cambiare, improvvisare e modificare».
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