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A Breme per l'antica abbazia
Un grande recupero col sindaco Berzero - Un tour dei Castelli col FAI
Inizio gennaio. Una sottile insistente pioggerellina ci accompagna venerdì sulla strada che corre tra le risaie della Lomellina.
Lasciando alla nostra destra la chiesa di Santa Maria di Pollicino e l’azienda agricola “Rinalda”, che ha ispirato “Le stagioni dell’acqua” di Laura Bosio, raggiungiamo Breme, che si presenta con il piccolo castello (dello stemma comunale) costruito in mattoni al centro della rotonda di ingresso al paese.
Parcheggio a lato del monumento ai Caduti nella piazza antistante il municipio con lo stemma degli Olivetani sull’arco del portone carraio.
Il sindaco Francesco Berzero ci accoglie nell’ufficio al piano nobile del municipio, che un tempo ospitava il monastero con i locali di rappresentanza dell’antica abbazia.
Ammiriamo subito alle pareti una bella stampa della fortezza reale di Breme e un raro disegno con la precisa indicazione delle fortificazioni, opera di Damiano Nepote. Uno dei motivi della visita la recente presidenza (nell’ottobre 2017) dell’Ecomuseo del Paesaggio Lomellino che ha sede nel palazzo Strada di Ferrera Erbognone. Tra i nuovi progetti made Berzero le ceste della Lomellina, che hanno avuto un grande successo nelle feste natalizie, ma sono in vendita tutto l’anno con i prodotti del territorio: il salame d’oca e quello sotto grasso
(d’la duja); il riso e suoi derivati; le DeCo con
la cipolla rossa di Breme e la zucca di Dorno; le
offelle di Parona e le “sartirane” di pastafrolla a
forma di rana; la farina per polenta e il miglio
biologico. Tra le altre iniziative dell’Ecomuseo
l’apertura e la valorizzazione dei castelli della
Lomellina, “la nostra piccola Loira”, dice il sindaco (ci sarà una inaugurazione dell’itinerario
con concorso del FAI di Casale); il coinvolgimento delle scuole primarie e secondarie alla scoperta del territorio e l’installazione di cartelli turistici ai
confini della Lomellina.
Con la preziosa guida del primo cittadino ammiriamo nella galleria del municipio i pannelli della mostra fotografica “L’abbazia di San Pietro in Breme: un percorso di fede e di storia tra la Lomellina e l’Europa”, con i numerosi possedimenti monastici in Monferrato, tra cui Balzola, Gabiano, San Giorgio, Terruggia, Serralunga, Ponzano e San Salvatore.
Rimarchevole il salone della Biblioteca (una curiosità, figura nel calendario della Lomellina dell'artista Laura Rossi sotto il mese di febbraio).
Passiamo poi negli antichi locali dell’abbazia benedettina che il comune tiene (complimenti) sempre aperti con accesso libero e gratuito.
Scendiamo subito, ricordando la suggestione della prima visita, nella cripta della chiesa abbaziale a tre piccole navate che risale al Mille con colonne di origine romana.
Attraversiamo l’ampio cortile delle scuole. Nel
loggiato del chiostro una grande riproduzione
in gesso colorato del Bollettino della Vittoria di
Armando Diaz e l’elenco degli abbati dal 906 al
1785, tra i quali alcuni esponenti della famiglia
del celebre condottiero casalese Facino Cane.
Scendiamo poi, altro salto nel tempo, nella ben
conservata e altrettanto bel presentata cucina
dei frati con un profondo pozzo dell’acqua, un
monumentale camino e alcuni fornelli in muratura
illuminati.
Molto interessante la raccolta di moltissimi oggetti e attrezzi d’epoca della tradizione contadina nell’Angolo dei Ricordi. Scambio di libri, consegniamo l’ultimo libro strenna del giornale “Camminare il Monferrato” un Calendario della Lomellina (è esaurito) e riceviamo l’opera di Don Cesare Silva “Breme Memorie religiose” (verrà recensita da Roggero per gli intrecci casalesi).
Usciamo dal Municipio. Due passi e osserviamo
ancora dall’esterno le absidi dell’antico battistero
(sec. XI) dopo l’abbattimento delle sovrastrutture
che ne impedivano la vista e a pochi passi
una casa con antiche monofore.
Poi raggiungiamo, per un buon caffè, il bar della
piazza (un manifestino fa pubblicità alla Bagna
cauda del 5 gennaio servita nei tradizionali fujot
di terracotta).
Il bar ha sede nel cosiddetto “Corpo di Guardia”
in prossimità di una porta della fortezza.
Profili monferrini
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