IV Novembre: basta con la retorica militarista del soldato buono!
di Andrea e Daniele Zanello
Caro direttore, domenica non abbiamo partecipato alla cerimonia per ricordare il 4 novembre 1918, data in cui l'Italia uscì “vittoriosa” dalla prima guerra mondiale. Con questo nostro scritto noi vogliamo dedicare spazio alle vittime della prima guerra mondiale, che hanno pagato con la loro vita il costo di una guerra inutile. Ricordiamo che la festa del 4 novembre fu una ricorrenza istituita dal fascismo per trasformare le vittime di una guerra spietata e non voluta in eroi coraggiosi che si immolavano per la Patria. Furono costruiti monumenti ai caduti e agli insegnanti fu chiesto di celebrare le forze armate. La prima guerra mondiale costò all'Italia 650 mila morti e un milione di mutilati e feriti, molti di più di quanti erano gli abitanti di Trento e Trieste, i territori ottenuti con la vittoria della guerra, che erano già stati concessi all'Italia dall'Austria in cambio della non belligeranza. Al nostro sindaco chiediamo: cosa c'entra citare un film come “Leoni per agnelli”, un film politico, capace di suscitare riflessioni soprattutto tra la necessità della guerra o la scelta delle vie diplomatiche per raggiungere la pace? Proprio la pace che non è mai stata citata una volta nel suo discorso. Un film che induce i giovani a riflettere in modo critico su quanto stiano facendo in concreto per modificare o migliorare le cose nel loro paese. Ma fare qualcosa di concreto per migliorare il proprio Paese si può ridurre solo a celebrare "uomini e donne che hanno fatto una scelta difficile e coraggiosa, quella di entrare a far parte delle nostre forze armate"? Noi non consideriamo l'agnello un animale pavido, ma pacifico, altrimenti il Cristianesimo non l'avrebbe scelto come simbolo di Gesù Cristo (che non ci pareva proprio un pavido quando sferzava i venditori nel tempio). E poi, come ricorda un proverbio italiano, molte formiche divorano un leone. Cosa c'entrano i 13 martiri della banda Tom, partigiani fieramente antifascisti, con il 4 novembre, festa istituita proprio dal fascismo? “Forze armate che oggi festeggiamo, ringraziamo e che oggi sono impegnate anche per la difesa della libertà di altri popoli”. Noi preferiamo festeggiare e ringraziare l'impegno disarmato dei medici di Emergency, che in 10 anni in Afghanistan, con 40 milioni di euro, hanno realizzato tre Centri chirurgici, un Centro di maternità, una rete di 29 posti di primo soccorso e centri sanitari, curando oltre tre milioni di persone. L'Italia, nello stesso periodo, per spese militari ne ha spesi quasi 4 di miliardi (100 volte tanto!). “Uomini e donne che oggi onorano i colori italiani in diverse parti del mondo”. Gli uomini e le donne che conosciamo, che ci rappresentano con onore l'Italia nei luoghi più difficili del mondo, sono dei nostri amici volontari (non lautamente retribuiti come i soldati italiani all'estero e i cappellani militari...), che in povertà e senza armi aiutano i più poveri del Perù sulle Ande. Basta questa retorica militarista del soldato buono, eroe, ma invece a nostro parere vittima, della disoccupazione e della guerra. Concludiamo con la famosa frase di Bertold Brecht: "Sventurata la terra che ha bisogno d'eroi".